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Alga Spirulina, proprietà, benefici e come assumerla

Uno degli alimenti più completi in natura, coltivata ad impatto zero, l’alga spirulina SpirEat è più di un integratore e anche un ingrediente alimentare per la cucina

L‘alga spirulina per le sue proprietà e i benefici per la salute è intesa di solito come integratore, ma la si può utilizzare anche in cucina come ingrediente alimentare. Vediamo come assumerla con Antonio Idà di SpirEat, un’azienda che produce spirulina 100% biologica ad impatto zero. Fa parte della panoplia di aziende scelte da Veggie Channel per il loro bassissimo o nullo impatto ambientale. L’azienda è di base a Milano ma ha diversi impianti, il primo si trova a Cremona.

“La storia della nostra azienda parte dalla ricerca. Io nasco come ricercatore, prima di diventare un imprenditore. Da questo deriva la nostra esperienza, sia per quanto riguarda la microalga spirulina, che la produzione vera e propria.

Proprietà dell’alga spirulina

La spirulina si compone per il 60% in peso da proteine con tutti gli aminoacidi essenziali. Non è detto che nei vegetali non ci siano le proteine, ma non ci sono tutte quelle essenziali nello stesso vegetale. Quindi bisognerebbe mangiare un grande piatto con un bel mix di vegetali. Il vantaggio della alga spirulina invece è che ha tutti gli aminoacidi essenziali in un unico organismo. Ha un profilo aminoacidico completo, in più contiene vitamine dalla A alla K, quindi vitamine del gruppo B, C, D, E, K e antiossidanti.

Dalla spirulina si estrae il blu colorante alimentare che è anche un antiossidante molto forte. Tutti i colori della natura escono fuori dalla loro proprietà di catturare la luce e quindi antiossidare. Infine la spirulina contiene numerosissimi minerali. Primi fra tutti sono il ferro, il calcio, lo zinco, il magnesio, il potassio. Nella spirulina Spireat abbiamo identificati circa 93 minerali che sono essenziali per la vita.

Spirulina SpirEat in scaglie

La forma tipica di SpirEat viene chiamata flakes, oppure scaglie o patatine. Abbiamo scelto questa forma perché abbiamo identificato che è la la minima lavorazione possibile che ha il prodotto, la spirulina. L’alga spirulina normalmente viene coltivata in una vasca molto grande. Viene raccolta, filtrata. Quello che rimane sopra il filtro è la spirulina che poi viene stesa su dei fogli e poi essiccata. Rimangono quindi delle scaglie che quindi non hanno subito alcuna lavorazione. Se la vuoi in polvere, la devi macinare. Se la fai in spaghetti, la devi trafilare. E se la fai in pillole, la devi lavorare.

Le scaglie di spirulina ricordano un po’ le scaglie di lievito alimentare che si usano per insaporire i cibi. Anche quelle di spirulina possono essere utilizzate in cucina?

È esattamente quello che proponiamo: utilizzare l’alga spirulina come un ingrediente alimentare. Tanti la identificano come un integratore. A chi mi chiede se si tratta di un integratore alimentare, io rispondo: ma un pomodoro che cos’è? Il pomodoro, al pari della spirulina o al pari di qualunque altro alimento, è un’integratore alimentare.

Forse però la spirulina, essendo così densa di nutrienti, ne basta pochissima?

Sì, è come quando si assume una pillola di vitamina C, perché altrimenti dovresti mangiare più di un chilo di arance.

Io consumo la spirulina direttamente dal pacchetto come se fossero delle patatine. Oppure cosa mia preferita è farmi un bel frullato con la spirulina al mattino. La mia ricetta è banale ma è: mela, zenzero e spirulina. Oppure ci faccio i risotti. La mia compagna cucina e poi io gli aggiungo la spirulina a fine cottura.

Varietà dei prodotti SpirEat

La nostra logica è quella di utilizzare la spirulina come ingrediente e di declinarla in un prodotto finito che rispetti delle caratteristiche. Ovvero ogni persona che acquista uno dei nostri prodotti, lo può replicare da solo a casa sua. Non contengono quegli ingredienti con quei “strani” numeri preceduti da una E che sono tossici. Non ci sono dei conservanti. Anche perché la natura ci regala dei conservanti meravigliosi e potentissimi, ad esempio, il limone o il sale. Grazie a questo, si riescono a creare dei prodotti molto buoni. E tu li puoi replicare a casa ed essere sicuro che tutti gli ingredienti contenuti nelle confezioni provengono da un’origine controllata.

Un’attività ad impatto zero

SpirEat si occupa di ricerca e sviluppo e ha come peculiarità quella di produrre a ridotto impatto ambientale. La vostra azienda non inquina, non produce scarti, rifiuti?

Questo è il leitmotiv che ci ha guidato nella creazione dell’azienda che nasce proprio dal concetto dell’economia circolare. Nel nostro caso specifico siamo nati a Cremona come primo impianto per una ragione molto particolare. Lì c’era il nostro socio che ha un impianto di biogas. Questo impianto ha una perdita termica: perde calore nel processo di raffreddamento. Ci è venuta quindi l’idea di recuperare quel calore che equivale a 3000 Megajoule termici (1 megajoule = 1 milione di joule = 834 Chilowattora) l’anno. Noi lo veicoliamo in una serra riscaldandola, così consentiamo all’alga spirulina di stare bella al caldo. Ha bisogno di 35 gradi centigradi per andare bene nella sua produzione.

Vasche della spirulina SpirEat
Chi produce la spirulina SpirEat

Quindi per riscaldare l’ambiente di produzione non avete bisogno di utilizzare energia elettrica?

Esatto. Poi a valle di tutto questo processo, noi ricuperiamo anche l’acqua di filtrazione che per noi è uno scarto, ma per la campagna è una risorsa infinita di sali minerali e altre molecole che servono alla pianta poi per crescere.

SpirEat e le sue attività di ricerca e sviluppo

Si possono utilizzare dei sottoprodotti alimentari come, ad esempio, l’acqua di scarto nella produzione della birra?

Questo fa parte di una bellissima avventura che è nata tanti anni fa e che è ancora un’attività di ricerca e sviluppo. Ci ha portato poi ad un brevetto. Sempre nell’idea di un’economia circolare, tentiamo di dare, anziché minerali o comunque quelli che vengono chiamati in agricoltura i fertilizzanti, tentiamo di partire da qualcosa che è già stato sfruttato e che per le altre industrie potrebbe essere uno scarto.

Ad esempio, sono gli scarti o comunque quei residui di lavorazione della birra, che in realtà sono pieni di sostanze nutritive per le nostre alghe. Il problema però è che si devono estrarre. Per estrarle e fare in modo che le alghe non siano contaminate da altri agenti, che potrebbero essere patogeni, li si tratta con dei batteri che fanno un lavoro meraviglioso. Questi batteri mangiano qualunque cosa e riescono a rilasciare i minerali che poi a noi servono per le alghe”.

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