Scopriamo insieme come sono fatte le baby carote e se è bene oppure no acquistarle
Sono dolci, colorate ed invitanti, ma è bene oppure no acquistare le baby carote? Scopriamo insieme come sono fatte queste piccole carote.
Le troviamo nel banco frigo del supermercato in pratiche bustine, pronte, pelate e già lavate. Le troviamo cotte ed aggiunte ad altrettante confezioni di verdure pronte all’acquisto, le troviamo al vapore confezionate in scatolette di latta come i legumi.
In America sono molto consumate, ma negli ultimi anni anche da noi in Italia si sono diffuse, soprattutto come comodo snack per grandi e bambini.
Ci siamo mai chiesti come mai non troviamo le baby carote fresche dal fruttivendolo o sui banchi del mercato? Molti di noi forse hanno sempre pensato che tali baby carote siano una particolare varietà di carota piccola o nana e che pertanto questa forma caratteristica le rendesse particolarmente dolci, arancioni e gradite ai bambini.
Come sempre, il mio invito è quello di stimolarvi alla curiosità e alla consapevolezza, soprattutto se questo alimento rientra frequentemente tra i vostri acquisti.
Baby carote, come sono fatte?
Le baby carote sono semplicemente delle normali carote, ricavate dagli scarti di quelle carote troppo brutte o difettate. Vengono tagliate in piccoli pezzi, rese tondeggianti ed appetibili, disinfettate, lavate ed impacchettate.
Nascono come una splendida idea di riuso negli anni Ottanta ad opera di un agricoltore californiano. In quegli anni i supermercati acquistavano solo le carote esteticamente gradevoli e questo costringeva i produttori a trasformare le tante carote brutte in succo o cibo per gli animali.
Mike Yurosek, nel 1986, si inventò delle piccole carote di 5 cm ricavate da quelle carote che non avrebbe potuto smerciare nei supermercati. Le propose pelate, levigate, lucidate e, non solo vennero vendute, ma il successo fu tale da far sì che tutt’oggi in America le carote vendute siano soprattutto quelle baby.
Attualmente per venire incontro a questa richiesta, si usa coltivare in particolare la varietà Imperator e cioè una varietà di carote che crescono lunghe e sottili, facilmente trasformabili (anche quelle belle) in baby carote.
Baby carote, sì o no?
La storia delle baby carote sembra una favola a lieto fine, una vincente idea antispreco e sostenibile. In realtà è giusto ricordare che il processo di trasformazione che rende queste radici pronte all’uso richiede degli ingenti quantitativi di acqua ed energia, un processo quindi che poco ha a che fare con la sostenibilità ambientale.


Oltre a questo bisogna ricordare che le baby carote rimangono un alimento trasformato e pertanto soggetto all’uso di sostanze ed agenti chimici contenenti cloro ed antibatterici al fine di mantenerne freschezza e colore a lungo. Non solo, poiché si tratta di un alimento pelato ed esposto alla luce indubbiamente perde molte delle sue caratteristiche nutrizionali con un indubbio calo di vitamina C e di betacarotene.
Le baby carote rimangono quindi un alimento pratico e comodo, certo, impariamo ad acquistarle solo per colmare situazioni di necessità come, ad esempio, un viaggio, ma nella nostra quotidianità non dimentichiamo le carote al loro stato naturale, quelle fresche col ciuffo.
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