Riscopriamo insieme piante e frutti tipici del nostro territorio, ma poco conosciuti, come il corbezzolo. Curiosità, proprietà e uso
Del corbezzolo, probabilmente, si conosce più la pianta, usata fin dall’antichità a scopo decorativo e come simbolo di ospitalità e buon auspicio. Meno noti, invece, sono i suoi frutti, le corbezzole, scopriamo oggi insieme curiosità e proprietà di una pianta davvero da riscoprire.
La prima curiosità, riguarda il nome botanico di questa pianta e cioè Arbutus Unendo. La parola Arbutus proviene dall’antica lingua celtica dove Ar sta per aspro e Butus cespuglio. Unendo, invece, deriva dal latino e significa “ne mangio uno solo”, forse in riferimento al sapore dapprima invitante e poi insipido dei frutti.
Sembra che questo nome sia stato attribuito da Plinio il Vecchio, il quale non amava il sapore di questi frutti e non ne avrebbe mangiato mai più di uno!
La seconda curiosità riguarda i colori di questa pianta. Il corbezzolo ha le foglie verdi, i fiori bianchi e i frutti rossi ed è per questo che durante il risorgimento questa pianta è diventata il simbolo dell’Italia e dell’unità nazionale.
Il corbezzolo è un pianta tipica della nostra macchia mediterranea, facilmente trovabile lungo i litorali costieri nelle pinete o in piccoli boschi in regioni quali Toscana, Sicilia e Sardegna.
Quello che colpisce di questa pianta sono i suoi frutti, piccoli e rossi, a volti bianchi. Si maturano in autunno e sono una vera prelibatezza.
I frutti del corbezzolo, le corbezzole, hanno un sapore tra il dolce e l’aspro. Sono tondi, hanno una superficie granulosa e al loro interno una polpa morbida dal colore arancione-giallo.
Quello che li rende preziosi è la ricchezza di vitamina C, circa tre volte la quantità che si può trovare in una arancia poiché 100 gr di frutti ne contengono 180 mg). I frutti del corbezzolo contengono inoltre minerali quali calcio, potassio, magnesio e fosforo.
Le proprietà di questi frutti sono ormai note ed apprezzate per il valore antiossidante, depurativo, diuretico ed astringente. Benefici quindi in questa stagione per rinforzare il sistema immunitario e affrontare con forza l’arrivo dell’inverno.
L’invito è di consumare i frutti del corbezzolo in piccole quantità, come ne suggerisce il nome, poiché la polpa contiene un alcaloide che può causare disturbi gastrointestinali. Il consumo dei frutti tramite cottura, elimina completamente la presenza di questa sostanza irritante.
I frutti del corbezzolo, come mangiarli?
Le corbezzole, i frutti del corbezzolo, si mangiamo come fossero fragole! Crudi al naturale, magari per arricchire una macedonia, con parsimonia, per godere della vitamina C, ma non rischiare disagi intestinali.
Oppure possono essere consumati cotti. La ricchezza di zuccheri contenuti ha sempre fatto dei frutti del corbezzolo un ingrediente adatto per marmellate e liquori. Il mio suggerimento è di usarli per arricchire di gusto e colore torte o muffin. Tagliateli a pezzetti e mescolateli nell’impasto, aggiungete a piacimento bacche di goji e semi di girasole.
Del corbezzolo si possono usare anche le foglie. Queste sono ricche di tannini e possono essere usate per fare un decotto utile per rinforzare l’apparato urinario e favorire la diuresi.


La tradizione ci suggerisce anche l’uso dei frutti sottoposti a fermentazione. Con questi si ottiene il vino di corbezzolo, a bassa gradazione alcolica diffuso in Corsica, Algeria e nella zona del Conero nelle Marche dove è chiamato vinetto. Con la distillazione, invece, delle corbezzole si ricava un’acquavite consumata in Sardegna.
Consigliamo anche: Piante selvatiche, quali raccogliere in autunno?