“Può contenere tracce di…” Facciamo chiarezza sul tema delle possibili contaminazioni alimentari e quando un prodotto può essere definito vegano
Il recente fatto di cronaca della ragazza milanese morta per uno shock anafilattico causato dalla presenza di una contaminazione di proteine nel latte in un tiramisù vegano, ha riportato sotto i riflettori il dibattito in merito alle etichette relative ai prodotti che non contengono ingredienti di origine animale. Facciamo chiarezza su un tema ancora oggi molto delicato e capiamo insieme se la scritta “può contenere tracce di…” può far definire un prodotto vegano o meno.
Quando siamo al supermercato e desideriamo acquistare un prodotto vegano cerchiamo subito con lo sguardo la presenza di una scritta rassicurante o di una certificazione. Se facciamo bene caso, però, in molti prodotti che non contengono ingredienti di origine animale neppure nascosti tra gli additivi, può essere posta la scritta “può contenere tracce di…”.
Cosa significa “può contenere tracce di…”?
Si tratta di una dicitura che deve essere segnata sul packaging di un prodotto per legge in caso lo stabilimento che produce quel prodotto produca anche alimenti contenenti ingredienti che possono scatenare allergia. È il caso di latte, uova, molluschi, fumento e glutine, soia, senape, arachidi, frutta a guscio.
Ogni qual volta quindi il produttore non può garantire con certezza una totale assenza di uno di questi contaminanti deve indicarlo. Questa accortezza è nata come tutela per tutti i soggetti allergici. È ovvio, però, che si tratta di una contaminazione che può riguardare uno 0,001% della produzione, quindi può il più delle volte non esserci.
A tal proposito la Vegan Society che certifica con i prodotti vegani spiega che viene chiesto a ognuna azienda che desidera il marchio Vegan che la contaminazione sia comunque ridotta al minimo possibile e gestita accuratamente.
Se troviamo quindi su un prodotto realizzato con soli ingredienti vegetali la scritta “può contenere tracce, ad esempio, di latte o uova”, se non soffriamo di allergie, possiamo tranquillamente considerare il prodotto vegano ed acquistarlo.
Non sottovalutiamo, però, la presenza di un’allergia, sentendoci troppo sicuri della dicitura vegan o di un ristorante che ha in menù un dolce vegano. Siamo scrupolosi, informiamoci magari contattando l’azienda, non pensiamo mai di essere assillanti con un ristorante perché in ballo c’è la nostra salute, se non addirittura la nostra vita.
Certo, purtroppo dover convivere con questo rischio non è semplice, soprattutto quando si è giovani e si desidera una vita sociale uguale agli altri, ma è necessario averlo sempre presente e dimenticare certe precauzioni.
Ricordiamo che scrivere o affermare che un alimento è vegano significa solo che è sicuro da un punto di vista etico, ma questo non esclude la presenza di contaminazioni con ingredienti di origine animale come latte o uova.


La situazione è simile anche nel caso del senza glutine poiché chi vive il disagio della celiachia, deve fare attenzione nel trovare la corretta certificazione in etichetta e in caso di pasti fuori casa che questi siano preparati in assenza di contaminazioni.
Quando invece si tratta di una scelta di benessere o una intolleranza, va benissimo anche acquistare, ad esempio, dei fiocchi di avena con la dicitura “può contenere tracce di glutine”.
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