Veggie life for Veggie people

È davvero possibile imparare a staccarsi dalla classica abitudine di aggiungere il parmigiano ai nostri piatti? Certamente, scopriamo insieme come fare!

Uno dei miei obiettivi professionali, oltre quelli di divulgare consapevolezza alimentare e ascolto di sé, è quello di aiutare a sradicare vecchie abitudini sostituendole con nuove. Una delle abitudini senza dubbio più consolidata in noi italiani è l’aggiunta del parmigiano o del pecorino sopra a pasta e primi piatti.

Spesso la sola idea di privarsi di questa saporita grattata di formaggio fa rinunciare alla scelta di passare a un’alimentazione vegana. Il fatto poi che questi formaggi stagionati abbiano un contenuto basso di lattosio porta anche chi è intollerante a questo zucchero ad aggrapparsi con ancora più forza a questo irrinunciabile ingrediente.

Vivere vittima delle proprie abitudini secondo me è molto triste e limitante, soprattutto quando, superato lo shock iniziale, piano piano ci si rende conto che la pasta può essere buona anche così al naturale, che il suo gusto scompariva nascosto da quello del parmigiano.

E si apre un mondo di sapori mai provati e tutti da esplorare!

Credetemi, per me è stato proprio così. Ero una di quelle persone abituate ad affogare pasta, riso, minestrone, qualunque cosa nel formaggio. E anche quando andavo all’università mi portavo in valigia da casa un pezzetto o una di quelle immonde bustine di formaggio grattugiato, per timore di non riuscire ad andare a fare la spesa per acquistarlo e trovarmi quindi senza.

Non vi nego che eliminarlo è stato difficile, anche perché anni fa, non esistevano sostituti vegetali come quelli che oggi si trovano in commercio, né c’era nessuno che suggerisse idee alternative… Un giorno ho detto basta, spinta soprattutto dal disagio intestinale che il parmigiano mi creava e così gli ho detto addio per sempre.

Come sradicare questa abitudine?

Il primo e forse più importante passo è quello di costruire dentro di noi una forte e consapevole motivazione. Può essere legata alla salute come nel mio caso oppure una scelta etica, l’ultimo tassello per completare il nostro percorso verso un mangiare vegetale e sostenibile.

Troviamola quindi, condividiamo la nostra motivazione con chi ci sta accanto e iniziamo il cambiamento! Facciamolo con decisione, facciamolo con il sorriso, come un’occasione di metterci alla prova.

Spesso consiglio di partire per gradi come, ad esempio, nel caso della necessità di togliere il glutine o nello scegliere di togliere alimenti di origine animale, di procedere per piccoli passi.

In questo caso sono più drastica e trovo maggiormente efficace l’eliminazione totale, questo perché da un punto di vista sensoriale e per la ricchezza di sale, il sapore e l’odore del sale sono davvero “droganti”.

Da dove iniziare?

Intanto eliminando dal nostro frigorifero ogni traccia di formaggio se questo è possibile. Se non siamo soli e qualora in famiglia la nostra scelta o necessità non sia appoggiata… non temete, ce la potete fare lo stesso e la conquista sarà ancora più gratificante!

Acquistate una formaggiera solo per voi e riempitela con un sostituto vegetale già grattato o che andrete a grattugiare voi.

Perché acquistare uno di questi prodotti vegetali? Perché per sapore, profumo e consistenza ricordano davvero molto l’originale!

Prestiamo ovviamente attenzione all’etichetta e cerchiamo un prodotto bio e di qualità, in linea con le nostre esigenze.

Ma questo è solo l’inizio!

Il mio suggerimento è di non fermarsi qui, non rischiamo di passare dalla dipendenza dal parmigiano a quella del formaggio stagionato vegano. Troviamo la libertà di cambiare, di variare e di riappropriarci del sapore autentico del nostro primo piatto.

Teniamo presente anche che questi sostituti vegetali sono prodotti molto processati, spesso ricchi di sale, di aromi, di grassi saturi e contengono a volte lievito alimentare che può dare disagio a un intestino infiammato.

Con un pizzico di fantasia le alternative naturali e genuine al parmigiano possono essere davvero molte! Quali?

Oggi va molto di moda usare il lievito alimentare in scaglie, che come appena accennato, spesso è uno tra gli ingredienti dei prodotti che si trovano in commercio. Lo si usa perché ha un sapore e un profumo molto intensi e pungenti che riconducono facilmente al parmigiano.

Si tratta semplicemente del lievito di birra essiccato e quindi deattivato, non è quindi più in grado di far lievitare gli impasti. Senza ombra di dubbio è un’ottima fonte di vitamine, soprattutto quelle del gruppo B, ma anche di sali minerali quali ferro, potassio e selenio.

Ha inoltre un buon contenuto di fibre e di aminoacidi essenziali, non contiene zuccheri né glutine, anche se chi soffre di celiachia deve assicurarsi di acquistare quello certificato, per non avere problemi di contaminazione. Va usato a crudo affinché il calore non ne deteriori i nutrienti.

Non è però tra le mie scelte preferite e suggerisco di usarlo in modo consapevole senza abusarne, poiché si tratta sempre di un lievito e può creare disagio intestinale. Oltre a questo il mio invito è di riappropriarci dei gusti veri e di allontanarci dall’idea di ricoprire i nostri piatti con aggiunte intense e vincolanti nel sapore.

lievito in scaglie
peperoncino

Proviamo con…

La frutta secca! Tritiamo e riduciamo in polvere mandorle, pinoli e anacardi, ad esempio. Li possiamo usare singolarmente ogni volta variando, oppure creare un nostro parmigiano vegetale unendo polvere di mandorle e anacardi da arricchire su nostro gusto con il lievito alimentare, oppure, meglio ancora, con delle erbe aromatiche.

Porteremo sui nostri piatti proteine vegetali e nutrimento, aggiungeremo un tocco delicato di sapore che valorizzerà il condimento anziché coprirlo e manterremo quel gesto irrinunciabile di spolverare qualcosa e completare il nostro primo.

E poi i semi, i miei preferiti. Da alternare e adattare alle nostre ricette.

Sulla pasta di solito scelgo semi di canapa decorticati o semi di lino macinati. Si amalgamano bene, sono quasi impercettibili e ci permettono di integrare gli acidi grassi omega 3 in modo delizioso.

Per un risotto o un’insalata di chicchi preferisco i semi di sesamo bianchi o neri (può andare bene anche il gomasio, ma ricordate che contiene abbastanza sale, quindi si rende utile quando avete salato poco i vostri cereali) oppure i semi di chia.

Su dei ravioli o comunque sulla pasta fresca trovo insuperabili i semi di papavero, ricchissimi di calcio, che donano un tocco elegante e raffinato perché anche l’occhio vuole la sua parte!

Non uso con questa finalità i semi di girasole o di zucca, troppo grandi e invadenti, almeno che la mia ricetta non richieda volutamente una aggiunta croccante.

E poi spezie come zenzero e curcuma sia freschi che in polvere, cannella, curry e poi origano, salvia e timo…

Avete visto quante possibilità?

Isabella Vendrame

Naturalmente Free

Edito da

Psicologa food coach, esperta di alimentazione ed igiene naturale, di tecniche di rilassamento e mindfulness, vegan food blogger, segue attraverso consulenze online le persone nel cambio di alimentazione e di stile di vita. Conduttrice radio/tv, attrice ed autrice di libri per bambini e ragazzi. Suo il blog www.isabellavendrame.com in cui trovare articoli e ricette. Segue da diversi anni un'alimentazione vegetale e senza glutine, genuina e naturale, uno stile di vita che le ha regalato salute, sorriso e benessere.

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