Scopriamo insieme come è meglio consumare il pomodoro e quali sono le differenze nel mangiarlo crudo o cotto
Protagonista dei nostri piatti estivi è il pomodoro in tutte le sue varietà, scopriamo come è meglio mangiarlo, se crudo o cotto.
In questa stagione i pomodori sono maturi, succosi, saporiti e carichi di vitamine. Rinfrescano, idratano, danno colore e sorriso alle lunghe e spesso faticose giornate di caldo estivo. Ci regalano vitamina C e vitamina K, fosforo e potassio, carotenoidi quali betacarotene, luteina e licopene.
Usiamo i pomodori per arricchire una bella insalata, li uniamo alla lattuga e ai cetrioli, li aggiungiamo a fette nei panini vegani o sopra una pizza fatta in casa. Usiamo i pomodori ciliegino e datterino per colorare piatti di cereali ed insalate di riso, usiamo quelli San Marzano o Piccadilly per fare il sugo della pasta.
La scelta di consumare il pomodoro crudo o cotto dipende per lo più dal nostro gusto personale e dalle ricette che desideriamo realizzare. Il mio obiettivo, però, è sempre quello di stimolare curiosità e consapevolezza, così oggi cerchiamo di capire qual è la differenza nel consumare il pomodoro crudo o quello cotto.
Pomodoro, meglio crudo o cotto?
La principale differenza nel consumo di pomodoro a crudo o cotto riguarda l’assorbimento dei carotenoidi. Questi preziosi antiossidanti e in particolar modo il licopene, vengono meglio assorbiti dal nostro intestino se gli ortaggi o frutti che li contengono vengono almeno leggermente cotti.
Ricordo che il licopene svolge un ruolo importante nella protezione della pelle, della vista e nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e del cancro alla prostata.
A crudo, il pomodoro contiene indicativamente 0,8 g di licopene ogni 100 g, cotto, in una comune salsa di pomodoro per condire la pasta vi sono invece circa 16 gr di licopene ogni 100 g di prodotto.
In generale, però, la quantità maggiore di licopene, è presente nei pomodori secchi con un contenuto di circa 40 gr di carotenoide su 100 di alimento. A facilitare, inoltre, l’assorbimento del licopene è l’uso a crudo di un olio vegetale, meglio di un olio extravergine di oliva.
Consumare cotto il pomodoro significa quindi beneficiare maggiormente dei carotenoidi in esso contenuti, significa, però, anche privarsi della vitamina C e dei numerosi enzimi digestivi.


Il pomodoro mangiato crudo si mantiene integro dei suoi nutrienti facendoci beneficiare della vitamina C, degli enzimi digestivi e di tutti gli altri nutrienti senza alcun tipo di perdita legata alla cottura, rimanendo comunque ugualmente un alimento dall’elevato potere antiossidante.
Aggiungere, ad esempio, del pomodoro crudo in un piatto di cereali permette di migliorare la digestione di questi ultimi che potrebbero risultare un po’ indigesti a causa dell’acidità del pomodoro. Gli acidi, infatti, inibiscono la ptialina e cioè l’enzima prodotto dalla saliva, necessari per la digestione dei carboidrati. Molto spesso quindi, condire la pasta con del pomodoro crudo piuttosto che cotto può rendere la pasta più digeribile soprattutto nelle persone con un intestino più delicato.
La scelta migliore è pertanto quella di alternare e variare il consumo di pomodoro, beneficiando nel suo uso a crudo di freschezza, idratazione e ricchezza vitaminica, tanto quanto cotto, magari in modo gentile e breve in padella, per fare il pieno di licopene. Penso comunque non sarà difficile poiché questo frutto estivo dell’orto radicato ormai nelle nostre tradizioni ed abitudini, si presta davvero ad essere usato in molti modi diversi.
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