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Storia del grano Creso in Italia

Scopriamo insieme la storia del grano Creso in Italia e come questo grano moderno irradiato ha sostituito i grani antichi nell’odierna industria alimentare

Nel tempo la coltivazione del grano, alimento base dell’alimentazione del nostro paese, è cambiata per adeguarsi alle esigenze dell’industria alimentare. Scopriamo insieme la storia del grano Creso in Italia, l’odierno grano protagonista delle nostre tavole.

L’uomo non si accontenta mai, e come sempre, quando ha, poi vuole sempre di più e di più ancora. Così dagli inizi del Novecento si è andati spesso a modificare il genoma delle specie che si coltivavano, così come ad incrociare diverse varietà.

È il caso, ad esempio, del noto agronomo Nazareno Strampelli che inventò il grano Senatore Cappelli, che incrociò sul campo varietà diverse di frumento al fine di selezionare le migliori caratteristiche di ciascuna.

Dagli anni Cinquanta, però, la selezione e la ricerca si sposta dal campo al laboratorio e tutto cambia. È in laboratorio infatti che prosegue la storia del grano in Italia, grano che diventerà nel 1974 il diffusissimo grano Creso.

Grano Creso, come è nato?

Fino ad allora il frumento era un pianta a fusto alto e per questo fragile e soggetta alle intemperie. Non solo il fatto di essere a fusto alto, non consentiva l’uso di nuovi fertilizzanti azotati e la resa era piuttosto scarsa. Come fare quindi per venire incontro alla richiesta crescente di frumento?

Inizia così in Italia una fase di ricerca, precisamente all’interno del Centro ricerche di Casaccia sul lago di Bracciano in provincia di Roma. Al centro del campo era posta una sorgente di cobalto 60 interrata che veniva innalzata per irraggiare le coltivazioni di grano. Dopo ogni irraggiamento la maggior parte delle spighe morivano e le poche si deformavano.

Si arrivò così alla creazione di una pianta nana, una mutazione a partire dal Senatore Cappelli che successivamente venne incrociata con una varietà messicana, fino al risultato atteso del noto grano Creso.

L’invenzione del grano Creso ha letteralmente rivoluzionato l’industria del grano in Italia poiché questo significava piante basse, resistenti e molto produttive.

La storia quindi del grano Creso in Italia passa attraverso un percorso di irradiazione, ma possiamo allora affermare che il grano che comunemente mangiamo e che viene usato dall’industria alimentare è OGM? Per la legge no, poiché l’unione europea ha stabilito che l’irraggiamento non determina organismi OGM. In realtà il grano Creso è stato effettivamente modificato nel suo DNA con un procedimento artificiale ed invasivo.

Grano Creso, quali pericoli per la salute?

Il grano Creso certo non ci avvelena né tanto meno risulta radioattivo.

La questione è un’altra e cioè il fatto che questo grano contiene una quantità di glutine molto più elevata rispetto ai grani antichi e all’antico Senatore Cappelli da cui deriva. Questo fatto ha rallegrato molto l’industria alimentare poiché più glutine significa più coesione, resistenza ed elasticità.

A questo si unisce la crescente radicazione nelle nostre abitudini alimentari dei alimenti a base di frumento. Quindi assumiamo durante il giorno, ogni giorno, più volte al giorno alimenti a base di frumento realizzati con un grano particolarmente generoso di glutine.

Probabilmente è questo alla base dell’aumento della celiachia, delle intolleranze e di tutte quelle manifestazioni di infiammazione corporea che, molto spesso, trovano immediato giovamento già con la semplice riduzione di pane e pasta di frumento.

grano
grano

A supporto di questa considerazione riporto quanto affermato anche dal Dott. Franco Berrino e dello scienziato Luigi Fontana ne “La grande via”:

Il grano di oggi è diverso da quello che si consumava nei secoli passati. Sono state selezionate varietà più produttive e più ricche di glutine […]. Anche la struttura chimica del glutine sembrerebbe essere diversa, e c’è il forte sospetto che sia più pericoloso per lo sviluppo del morbo celiaco nelle persone predisposte, ma anche per le sempre più frequenti forme di intolleranza al glutine di cui soffrono molte persone non celiache.

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Edito da

Psicologa food coach, esperta di alimentazione ed igiene naturale, di tecniche di rilassamento e mindfulness, vegan food blogger, segue attraverso consulenze online le persone nel cambio di alimentazione e di stile di vita. Conduttrice radio/tv, attrice ed autrice di libri per bambini e ragazzi. Suo il blog www.isabellavendrame.com in cui trovare articoli e ricette. Segue da diversi anni un'alimentazione vegetale e senza glutine, genuina e naturale, uno stile di vita che le ha regalato salute, sorriso e benessere.

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