Secondo uno studio americano, alcuni vegetali contengono una sostanza specifica utile per difenderci dall’inquinamento. Scopriamo insieme cosa mangiare per difenderci dallo smog
Chi vive in città ne è particolarmente esposto, ma in generale il problema dell’esposizione allo smog riguarda tutti noi. L’alimentazione, però, può giocare un ruolo fondamentale nell’aiutarci a creare uno scudo difensivo e nel ridurre gli effetti dell’inquinamento sul nostro organismo. Scopriamo oggi insieme cosa mangiare per difenderci dallo smog.
L’aria è inquinata, lo sappiamo, ma dinnanzi a questo dato di fatto ci sentiamo impotenti. Soprattutto se viviamo in una grande città e il lavoro ci impedisce di vivere in campagna o in contesto meno inquinato.
La salubrità dell’aria è importante e ce ne rendiamo subito conto quando andiamo in montagna o a fare anche in questa stagione una camminata lungo il mare.
Cosa mangiare per difenderci dallo smog?
A tavola possiamo difenderci dallo smog. Non è necessaria una vera e propria dieta anti smog, ma semplicemente seguire un’alimentazione ricca di vegetali, di frutta e verdura colorata carica di antiossidanti e di vitamina C. A questo segue l’abitudine di consumare nell’arco della giornata una parte di alimenti crudi per godere appieno di vitamine e minerali e di consumare alimenti vivi ed integri come i cereali integrali in chicco.
Secondo uno studio americano dello scorso anno dell’università del Delaware, esistono nello specifico alcuni vegetali particolarmente indicati per proteggere l’organismo dai danni dello smog.
Una serie di test di laboratorio hanno valutato l’efficacia delle verdure apiacee nell’attenuare i danni creati dall’acroleina, sostanza dal forte odore sgradevole presente nell’aria inquinata oltre che nel fumo di sigaretta.
Le verdure apiacee, note anche come ombrellifere, sono verdure che probabilmente siamo tutti soliti consumare e che sono reperibili con facilità. Si tratta di carote, sedano, sedano rapa, finocchi e pastinaca. Ma anche prezzemolo, cumino, coriandolo, aneto ed anice.
Secondo i ricercatori americani, questi vegetali nello specifico faciliterebbero la conversione dell’acroleina in un acido solubile in acqua e pertanto facilmente eliminabile dall’organismo, fermo restando si segua un’alimentazione naturale e ricca di vegetali. A questo aggiungiamo la capacità depurativa di queste verdure, dall’azione particolarmente mirata su fegato ed intestino, oltre che antiossidante ed antinfiammatoria.
La quantità di verdure apiacee da consumare nell’arco della giornata non è ancora stata specificata, ma in linea di massima non sembra si tratti di una quantità non sostenibile nella vita quotidiana, ma quella che potrebbe essere indicata come una porzione pari al contenuto di una tazza abbondante.
Portare in tavola quindi carote, finocchi e sedano non è una impresa difficile, tutt’altro. E anzi, questo studio ci fornisce una motivazione in più per scegliere nel corso dell’anno questi alimenti e renderli presenti nella nostra quotidianità.


Portiamoli in tavola crudi nelle nostre insalate, proviamo una centrifuga con carote, sedano e limone, dissetante e depurativa. Oppure cuciniamo al vapore le carote e serviamole con un hummus di ceci, prepariamo i finocchi al forno conditi con succo di arancia o mandarino.
Proviamo il sedano come ingrediente di un risotto mantecato con crema di mandorle e noci, oppure il sedano rapa come idea per preparare delle cotolette vegetali originali e nutrienti.
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