Riflessioni di Massimo Wertmuller sul tema dell’anima
Penso sempre, da laico, a cosa sia l’anima. Io credo che senza arrivare ad un concetto per forza trascendentale, potrebbe essere tutto ciò che muove, che fa sentire, che fa pensare, che fa vivere una creatura animata e semovente.
Certo, è difficile, per esempio, credere che la targa di un’automobile abbia l’anima.
Ora io, grazie anche agli insegnamenti di Rocco e Pupetta, i miei due figli adottivi col nasone, il pelo e quattro gambe, ho cominciato a guardare a tutto ciò che è vita intorno a me con occhi diversi.
Anzi con gli occhi proprio, visto che prima manco giravo la testa in quella direzione.
Un animale, se lo guardi negli occhi, non puoi dire che non abbia un’anima
E allora, è difficile credere che un animale senziente non abbia la sua anima.
Ciò vuol dire che prova emozione (l’amore degli animali per il proprio genitore adottivo, la riconoscenza, l’amore delle madri per i cuccioli…) e dolore.
Ho visto io agnelli appesi ad un gancio attendere di morire e ho sentito io i loro strilli di dolore e paura, che si mischiavano con quelli delle loro madri ai loro piedi, ricordandomi un’altra scena famosa, sacra, di dolore e morte…
Io comunque gliela leggo negli occhi. Nello sguardo diretto, profondo, pulito degli animali, sembra di vederla l’anima, molto più evidente che nei nostri occhi, spesso sporcati da tante cose.
L’età, prima di tutto, poi lo stress, la fatica, il dolore, o il male, persino, per chi lo frequenta. Gli animali no, loro non sanno cosa sia il male, fare del male coscientemente.
Se penso che c’è chi spara a quelle creature belle e innocenti, se penso che c’è chi le tortura in nome di una ricerca fallace, se penso che c’è chi li mangia, magari un cucciolo, senza farsi neanche uno scrupolo, una domanda, sale una rabbia difficilmente contenibile.
Gli animali sono più vicini a Dio di quanto non lo sia l’essere umano
Anzi, sapete che vi dico? Se fossi prete, soprattutto un francescano, penserei che la purezza degli animali li fa essere più vicino a Dio di noi.
Tutto questo per dire che io sono arrivato, sempre molto grazie a Rocco e a Pupetta, a non mangiare più animali attraverso pensieri come questi.
Sono pensieri semplici no? Facilmente applicabili. Però, se non si vuole farlo, allora l’idea che si trovi giusto ammazzare una creatura senziente per la delizia del proprio palato, non può reggere.
E quantomeno non può essere simpatico, non a me, uno che se ne frega altamente di un tema come questo…
Testo e vignetta di Massimo Wertmuller
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