Cosa ci insegna l’anno che abbiamo appena passato? Forse c’è un modo per trovare l’equilibrio e vivere positivamente la vita
Esattamente 10 anni fa l’equipe di Veggie Channel festeggiò il Capodanno a Parigi sulla Senna a bordo di un battello che “fortunatamente” s’incagliò proprio a ridosso della tour Eiffel.
Il fatto che il battello fosse incagliato non costituiva nessun pericolo e per noi della troupe, anzi era un vantaggio in quanto ci permetteva di avere nel video uno sfondo fantastico. La sfavillante torre, come un gigantesco albero di Natale, elegantemente ornata da luminarie scintillanti, riempiva il cielo della notte in un’atmosfera surreale.
Entrammo nell’anno 2012 in allegria, spazzando via il 2011 appena passato ma soprattutto spazzolando via dai tavoli le 20 deliziose portate vegane preparate dalla chef Deborah Brown Pivain. A bordo eravamo circa 250 persone tra vegani, vegetariani e simpatizzanti.
Con la realizzazione di questo video l’equipe di Veggie Channel fece gli auguri a tutti gli amici che seguono il canale.
Nessuno avrebbe pensato che 10 anni, appunto nel passaggio tra il 2021 e il 2022, avremmo festeggiato il capodanno limitati nelle nostre case da restrizioni sanitarie.
Nonostante tutto c’è qualcosa di buono che il 2021 ha portato. É qualcosa che mi riguarda personalmente ma che penso possa aiutare altre persone.
L’anno appena passato mi ha permesso di capire una cosa molto importante a proposito del senso della vita.
Sin da piccolo sono sempre stato un tipo molto riflessivo ma è solo durante il periodo dei lockdown che ho imparato a meditare, lo facevo già da prima ma mai così regolarmente. Questo mi ha aiutato nella ricerca di un equilibrio. È un percorso che non terminerà mai, la sua riuscita consiste proprio nel rimanere nel processo e non cercare un fine.
Come molte persone, mi sono sempre interrogato su quale fosse lo scopo della vita. Ogni giorno l’ho cercato con ansia, per tutta la vita, fino a che, da adulto, non trovandone alcuno, ho cominciato a sentirmi confuso e profondamente angosciato.
Solo di recente sta cambiando qualcosa in me, è successo da quando mi sono posto una nuova domanda: non sarebbe fantastico se non avessimo nulla da compiere o qualcuno da diventare e potessimo semplicemente vivere così come siamo?
Oggigiorno l’uomo vuole uno scopo a tutti i costi. E spesso non un semplice scopo, a volte lo vuole dato addirittura da Dio. Tutto questo, secondo me, è molto pericoloso.
Le persone che pensano di avere uno scopo dato da Dio fanno le cose più crudeli che ci siano sul pianeta. Ed è sempre stato così. Quando hai uno scopo dato da Dio, la vita diventa meno importante del tuo scopo. Credo invece che la vita sia importante, credo che abbia più valore di quanto gli viene dato dagli uomini stessi.
Ma cos’è la vita per me?
La vita non è la famiglia, il lavoro, quello che facciamo o che non facciamo, i divertimenti, ecc. Tutto questo è l’ambiente della vita, la parte sensoriale esterna a noi. La vita vera siamo noi, il nostro corpo, il nostro essere e tutto ciò che ne fa parte.
Confondiamo ciò che è intorno a noi, l’ambiente della vita, con la vita stessa, con l’unica cosa di cui possiamo esser certi, l’unica nostra verità. Se lo vogliamo, possiamo conoscere noi stessi, mentre tutto ciò che ci circonda potrebbe solo essere immaginario.
Se ascoltiamo il nostro respiro e il battito del nostro cuore, sappiamo che siamo vivi. Quando nella meditazione osservi il tuo respiro, finisci per sentirti come se tu fossi un tubo all’interno del quale fluisce l’universo.
La vita siamo noi, ed è per questo che siamo importanti. Il nostro valore quindi non dipende dal fatto se diventiamo qualcuno, un imprenditore di successo, un famoso giocatore di calcio o un influencer.
Questa è la chiave di lettura dello scopo della vita, secondo me. Questa è la base di tutto.
Ad esempio l’universo, il cosmo, esiste per te solo perché tu “sei”, altrimenti non esisterebbe nella tua esperienza. Allora qual è lo scopo della vita?
Se avessimo un preciso scopo nella vita e se l’avessimo raggiunto, a quel punto avremmo un problema serio. Saremmo nel vuoto più assoluto, soli e in preda ad una noia “mortale”.
Potremmo passare anche un milione di anni ad osservare attentamente l’universo e le sue leggi cercando lo scopo della vita ma non lo troveremmo. D’altronde tutti i grandi filosofi dell’umanità da sempre si sono arrovellati per trovare una risposta. A qualcuno risulta che se ne sia trovata una?
Ora finalmente, dopo quasi 60 anni di vita in cui mi pongo quotidianamente tale quesito, è proprio il fatto che la vita non abbia un significato, il motivo per cui la trovo immensa.
La nostra mente è confusa, disorganizzata, a volte meschina e quindi cerca un significato, uno scopo, e così diventiamo scollegati dalla vita, quella vera.
Si cercano falsi scopi, c’è chi accumula vincite, denaro, proprietà, likes. E c’è chi insegue scopi che crede gli vengano dati da un’entità superiore. Proviamo ad uscire da questo meccanismo perverso!
Secondo me non vale la pena passare la nostra esistenza cercando lo scopo della vita. La creazione e il creatore potrebbero coincidere con la stessa entità. Se noi fossimo un pezzettino della creazione, allora dentro di noi pulserebbe la fonte di tutto il creato.
Nella meditazione ho osservato questo processo della vita e per esso non ho sentito nessun bisogno di uno scopo.
In quella dimensione sono felice, e lo sono solo per il fatto di essere, senza avere obiettivi da raggiungere o significati da comprendere. Resterei lì anche un milione di anni, tranquillo e “beato”, e beato non è un termine casuale.
Ahimè siamo (quasi) tutti intrappolati nella nostra struttura psicologica, nel nostro intricato e sfocato processo di vita. La nostra struttura psicologica funziona sulla base dei dati che raccogliamo intorno a noi. Questi triti e ritriti all’interno della nostra testa generano pensieri fuorvianti ed emozioni nefaste, e presto diventano più importanti della vita stessa.
Per questo cerchiamo uno scopo, una fuga dalla trappola che ci siamo creati da soli. Una trappola con la quale spesso ci identifichiamo, che finisce per piacerci e dentro la quale ci sentiamo in un certo senso protetti. Questa diventa ciò con cui noi c’identifichiamo.


La soluzione qual è? Sì, ora credo veramente che ce ne sia una: trovare un equilibrio.
Se riusciamo a trovare un equilibrio interno, chiamiamolo psicofisico/spirituale, potremmo far cadere la struttura psicologica ed infine essere liberi. Quindi dobbiamo lavorare sull’equilibrio, e ve lo dice uno che a cinquant’anni si è rimesso in gioco allenandosi in piscina nello sport dei tuffi dal trampolino e piattaforma.
Lavorare sull’equilibrio significa semplicemente essere liberi. Dobbiamo smantellare quel bozzolo psicologico di protezione che abbiamo filato intorno a noi e che ci soffoca. Dobbiamo smantellare la nostra trappola.
Se però rompi questa struttura senza prima aver trovato un equilibrio, allora rischi d’impazzire. Quindi il mio consiglio è di non cercare uno scopo, se lo cerchi finirai per uscirne “matto”.
Se pensi di aver trovato lo scopo della vita o della tua vita, allora sicuramente già sei “fuori”. Stai inseguendo qualcosa che hai creato nella tua testa ma che non esiste.
Trovando un equilibrio, abbiamo la possibilità di vivere pienamente, esplorando ogni aspetto della nostra vita. E anche se non abbiamo tempo per esplorare il cosmo, almeno possiamo esplorare noi stessi nella nostra interezza, in tutte le dimensioni possibili. In fondo il cosmo è più dentro di noi che fuori.
Abbiamo tanto da esplorare e questo è uno scopo sufficiente per noi.
Buon 2022 a tutti!
Massimo Leopardi