Un’attrice, una vita all’insegna dell’arte e la sua scelta di diventare vegetariana prima e poi vegana. Scopriamo insieme Daniela Poggi, il suo amore per la vita e gli animali
Daniela Poggi è un’artista a 360°, attrice, conduttrice televisiva, scrittrice, cantante, soubrette, ma soprattutto con un cuore e un’anima votato agli altri, agli animali, alla natura, al benessere. Io l’ho amata fin dai tempi dell’Accademia d’arte drammatica in cui per me il sogno era quello di diventare un’attrice così raffinata, così elegante.
Il fatto che tu avessi me come immagine da seguire, questo mi mette una responsabilità enorme: chissà quanti sbagli avrò fatto durante tutto questo percorso della mia carriera professionale.
Trovare oggi un’artista così professionale, che sappia unire mente e cuore, non è semplice. Quando poi ho scoperto che dietro tutto questo c’è tutta una sensibilità etica, salutare, di natura, di movimento, di stile di vita… allora non può mancare ai nostri microfoni anche Daniela Poggi.
Daniela Poggi e la scelta vegana
Raccontaci di te. Da quanto tempo sei vegana, come hai abbracciato questo cambiamento di vita?
È un percorso che è durato nel tempo, non è che improvvisamente sono diventata vegana. Da più di 40 anni, avevo lasciato l’alimentazione carnivora.
Quindi avevo deciso che assolutamente per me non poteva più venire sul mio tavolo un pezzo di vita, una parte di cuore, di occhio, di sentimento, perché comunque questo sono gli animali. Quindi ho fatto un percorso che mi ha portato a mano a mano a lasciare prima tutta la selvaggina perché il mio papà era cacciatore, poi a lasciare il coniglio, poi a lasciare la carne rossa, poi a lasciare la carne bianca, il maiale, il pollo, il pesce. E poi a lasciare tutti i derivati animali, per cui da ormai bene o male 7 anni sono vegana.
È un percorso di consapevolezza. Credo che sia molto importante per tutti quelli che ci seguono, non dire: “Da domani non mangio più nulla di derivato animale, cambio la mia alimentazione, divento vegana”. Perché temo che nel momento stesso in cui ti approcci così di impeto distinto e non con un ragionamento, con una riflessione, con una meditazione interiore, poi magari rischi dopo due o tre mesi che non ce la fai.
Noi abbiamo un imprinting, noi, la nostra generazione umana, non sto parlando dei primi uomini. Noi nasciamo con un imprinting carnivoro. Di conseguenza allontanare da noi questo imprinting, il ricordo di quel sapore, di quell’odore sono fasi molto difficili. Per cui ci devi arrivare con grande consapevolezza, con scelta etica, morale, civile, affettuosa, ideologica, romantica, dicendo: “Non voglio più morte nella mia alimentazione, voglio solo vita”.
Un percorso di consapevolezza
In questo ci credo molto anch’io perché secondo me la consapevolezza è fondamentale per rendere duraturo un percorso, altrimenti rischia di essere un impulso, una moda, nascere un giorno e poi altrettanto velocemente concludersi.
Aggiungo che avere un’alimentazione vegana non vuol dire che tu hai un’alimentazione vegana e poi il tuo comportamento nei confronti degli altri, della vita, della società, le tue reazioni o il tuo abbigliamento poi sono all’opposto. Scegliere un’alimentazione vegana è anche in un certo senso una filosofia di vita, è il rispetto verso tutti gli esseri viventi, che siano umani, animali e vegetali. Il rispetto della parola – quindi andare a cercare una parola più adeguata in una conversazione. Non utilizzare volgarità o violenza anche gestuale o verbale. Non utilizzare abbigliamento con derivati animali, quindi la pelle, la borsa di pelle. Il consumismo…
Cioè entri in un mondo completamente diverso dove il risultato è la persona che è l’anima più che l’apparire. Quindi essere più che apparire. Veramente è una scelta di vita molto importante. Anche nell’utilizzo dell’acqua, della luce, di come guardi le piante, di come osservi le stagioni e di come veramente ti rapporti nei confronti della vita.
Perché se sei vegana e poi cominci a mandare in quel paese il mondo che ti circonda o nutri rabbia dentro di te, o non impari a sorridere alla vita anche laddove, magari stai inciampando, cadendo, ti stai facendo male o ti sta succedendo qualcosa di brutto, quello, secondo me, è sbagliato. Bisogna entrare come se fosse in un’aurea di luce, di gioia, di amore di voglia di dare.
Il cammino di luce di Daniela Poggi
Daniela, mi sono resa conto nella mia esperienza: parti magari con un obiettivo e poi lentamente si aprono mille strade. Quindi naturalmente sei più propenso al sorriso, ti trovi più centrato. Anche in questi ultimi due anni sono successe cose tanto strane intorno a noi, e siamo arrivati a questo momento già forti, già dentro questo stile di vita, perché poi diventa uno stile di vita a 360°. Questo ti può portare a vivere con uno sguardo più sereno, più accogliente, più centrato. Come un cammino di luce (come lo chiami tu) compiuto in passato, ma anche soprattutto in questi due anni.
Il mio cammino di luce comprende anche un cammino di preghiera, di rapporto con la fede, con la preghiera, con la ricerca di Dio, l’approfondimento della parola, il Vangelo, quindi di stare anche in una dimensione veramente spirituale molto profonda, molto interiore e di sguardo sempre verso l’altro. Credo che le due cose per me sono state determinanti, cioè il mio percorso spirituale mi ha portato verso tutto quello che è vita, verso tutto quello che è nascita, verso tutto questo meraviglioso creato che abbiamo intorno a noi.
Noi viviamo in un contesto meraviglioso. Anche la persona più povera, uscendo dalle quattro mura, ha intorno a sé la bellezza. Anche la persona più disperata, uscendo dalla sua disperazione, ha intorno a sé una vita che si espande. Sono le piante che germogliano, che seccano d’inverno, che lentamente sembra che si addormentino in autunno. Il riconoscimento di quella pianta che sta sbocciando, che ti sta regalando un fiore. Il canto di quel uccellino che ti regala una sensazione in cui dici: “Aspetta un attimo, io chiudo gli occhi e provo ad ascoltare soltanto con il cuore ed entrare in quella vita”. E così come lo sguardo del mio cane Lillo, il mio principe bianco, di un gatto, di tutti gli animali che ci circondano.
È veramente affinare i nostri sensi, affinare il tocco, lo sguardo, l’udito, il gusto delle cose. Il cibo rappresenta poi un’alimentazione, un nutrimento di luce, di gioia, di vita, ma anche entrare in contatto con quello che stai mangiando.
Questo percorso di questi due anni e mezzo me personalmente ha ampliato ancora di più tutti questi sensi. Il fatto di non lavorare, non dover apparire, cercare di non avere paura, ma vivere dentro di me una sensazione, una dimensione sempre di luce, di speranza, di affidamento. Senza farmi coinvolgere da una comunicazione aggressiva, direi quasi terroristica, che ha inculcato in noi la paura di tutto, di tutti.
Io prendevo il mio cane, camminavo, andavo al parco, portavo il mio telo, lo mettevo sul prato, mi mettevo a fare ginnastica. Ho fatto miliardi di fotografie al cielo, alle nuvole, agli spostamenti delle nuvole. Un giorno farò una mostra di beneficenza di tutte queste meravigliose nuvole! E poi la lettura: affinare il rapporto con la parola scritta, con quel libro. Il mettere a posto le cose che erano lasciate in disordine.


Impariamo a sorridere… con gli occhi!
Daniela, tu che sei un’attrice, sei abituata ad esprimere con l’espressione, con il sorriso, con gli occhi, con il corpo. Questi ultimi due anni in cui ci hanno bloccato la relazione, ci hanno oscurato il viso. Com’è stato riuscire a gestirlo?
Un giorno ho fatto un post dicendo: “Io che sorrido tanto, ho tanta voglia di sorridere, mi hanno tolto la possibilità di sorridere. Allora dobbiamo imparare a sorridere con gli occhi!” Per me il lavoro è estremamente importante, la mia vita e la scelta che ho portato avanti da più di 40 anni, l’ho voluto con tutto il cuore. Però io sono io, cioè Daniela è più importante di Daniela Poggi-attrice. Ma l’anima, il corpo, lo spirito, il pensiero, la coscienza di Daniela sono molto più importanti del mio ruolo. Ho un ruolo pubblico che mi responsabilizza tantissimo, ma se non nutro il mio ruolo privato, cioè me stessa, le due cose non possono andare insieme.
Non ho sofferto così tanto. Certo, mi è mancato il lavoro, anche come guadagno, anche come sopravvivenza economica, è stata una mancanza, è stata una privazione, una violazione. Però devo dire che i social ci hanno permesso di fare un po’ di dirette Instagram. E poi era in uscita il mio libro, ho fatto tutte le revisioni del mio libro, ero impegnata a scrivere “Ricordami!” Quindi non c’era più l’immagine, ma c’era veramente tutta la mia profondità, tutto il mio essere, tutto il mio credo, tutto un mio percorso di vita. Poi nel 2021 il libro è uscito, quindi la promozione, la felicità.
Apprezzare quello che abbiamo
Ci stai regalando dei suggerimenti meravigliosi, perché con il tuo racconto così molto semplice, molto spontaneo, molto illuminato, si stai veramente impegnando a tornare a guardare la vita in modo diverso, a cercare di circondarsi di bello, di positività, di luce. Che cosa suggerisci di fare per difendersi a quello che ci succederà in futuro ancora molto incerto? Qual è quindi il suggerimento finale di Daniela Poggi per continuare a mantenere centrati con questa luce, con questa forza che hai avuto e che hai costruito anche tu in questi anni?
Io suggerisco intanto concentrarsi e vivere il qui e ora, tenendo presente ogni tua azione, ogni tuo pensiero, quello che stai facendo. Perché questo è un periodo multitasking in cui noi viviamo sballottati da una cosa all’altra, da un pensiero all’altro, da un appuntamento all’altro… e perdiamo il senso del valore, del tempo e di quello che facciamo. Quindi una concentrazione, una meditazione su quello che stiamo facendo, essere presenti. E poi tanta infinita gratitudine perché noi siamo privilegiati perché viviamo, ci è stato dato tutto il possibile. Anche nel dolore, anche nella sofferenza c’è un percorso, è un percorso di vita.
Quindi ringraziare ogni momento in cui possiamo guardare, ascoltare, parlare, mangiare. Noi dobbiamo essere grati di esistere, sempre e comunque. Poi è chiaro che ognuno di noi ha le sue pene, le sue croci, i sacrifici, il dolore, tante cose, ma affrontare tutto. La vita è un passaggio. Io credo nell’aldilà, che c’è un domani, e magari anche un domani con una luce ancora più bella, ancora più intenta. Ma non viviamo buttando via questa vita perché questa vita è preziosa. La nostra, come è preziosa la vita di tutti gli esseri viventi, tutti gli animali, tutte le piante. È assolutamente importante amarle, rispettarle, difenderle.
Grazie per averci raccontato questo tuo modo di approcciare la vita, questa tua sensibilità. Ma le nostre chiacchierate non finiranno qui perché sono molto curiosa e sono veramente felice di aver scoperto questo tuo mondo così sensibile, così meraviglioso. E quindi molto presto possiamo lanciare le nostre chiacchierate su Instagram.
Libro “Ricordami!”, Daniela Poggi
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