Un’esclusiva intervista a Daniel Lumera, fondatore del movimento Italia Gentile, per scoprire la gentilezza e perché è importante essere gentili
Cos’è la gentilezza, come si raggiunge e soprattutto perché è importante essere gentili? Chiediamo questo a Daniel Lumera, fondatore del Movimento Italia Gentile, in un’esclusiva intervista per Veggie Channel.
Ci sono tante ragioni per prendere seriamente in considerazione di essere gentili. Innanzitutto perché è una provocazione perché noi viviamo in un tempo di violenza – verbale, fisica, mediatica – anche molto intensa. Ricerchiamo quel tipo di violenza perché ne siamo in parte assuefatti.
L’origine della parola “gentilezza” è una cura per tutto questo perché origina dalla “gens” Romana. La gente dovrebbe essere la radice etimologica. La gente era una famiglia nobile allargata dell’antica Roma che aveva dei precisi doveri di sussistenza, di cura, di amore l’uno per l’altro.
In un tempo in cui noi creiamo identità, creiamo appartenenza, anche consenso attraverso l’esclusione, la colpevolizzazione, un linguaggio molto violento e sensazionalistico, parlare di gentilezza e attuarla come sentimento, più che come comportamento esterno – come sentire, cioè includere l’altro nell’intimità della tua identità, creare senso d’identità a partire dalla capacità che abbiamo del prenderci cura degli altri – ecco, questa è una provocazione.
Al di là di questo abbiamo delle ragioni biologiche della gentilezza: la scienza d’avanguardia, ad esempio, gli scienziati di Harvard hanno dimostrato che la gentilezza è una medicina naturale che incide sui geni. Precisamente sui cappucci dei nostri cromosomi che vengono definiti telomeri e che sono dei biomarcatori della longevità. Più i telomeri sono meglio conservati, più noi viviamo a lungo, ci ammaliamo di meno. E le persone gentili effettivamente presentano i telomeri meglio conservati nel tempo.
“Gentilezza è una possibilità che abbiamo come specie di sopravvivere in questo pianeta”
Oltre a questo la gentilezza è una questione evolutiva perché una di quelle caratteristiche femminili, oltre ad empatia, compassione, gratitudine, perdono, che determineranno la traiettoria evolutiva del prossimo futuro dell’umanità. Possiamo essere gentili con la natura, con l’alimentazione, nelle relazioni, gentili con noi stessi, gentili con ogni forma di vita, gentili col pianeta. E la gentilezza semplicemente ci ricorda una profonda fratellanza che abbiamo con tutti gli esseri, ma soprattutto ci porta alla consapevolezza del fatto che i principi che regolano la vita non sono principi di competizione – sono principi di interconnessione, di cooperazione e di interdipendenza. Ecco perché è così importante parlare di gentilezza.
Mi dai anche lo spunto che forse noi donne in particolare che forse più di tutti abbiamo smarrito la gentilezza, quella cosa che tu dici essere più naturale per le donne. Dobbiamo essere noi le prime forse a recuperare per poi trasmettere?
Quando accennavo alla femminilità, intendevo femminilità al di là della distinzione di un genere. La femminilità è presente anche nell’uomo, anzi. Però la tua riflessione per me è una riflessione molto stimolante. Perché ci sono tante donne al giorno d’oggi anche giustamente molto arrabbiate per i diritti, per le parità, che però stanno cercando un nuovo equilibrio replicando un modello di leadership maschile. Quindi c’è bisogno di un risveglio di una femminilità molto più profonda, della comprensione, dell’accoglienza, dell’accettazione, del perdono, della gratitudine, che sono reputate molto spesso debolezze da una società competitiva e patriarcale, che invece sono alla base dell’evoluzione, della possibilità che abbiamo come specie di sopravvivere in questo pianeta.
Quindi viva la femminilità che si risvegli nell’uomo e nella donna, e che anche le donne, oltre che gli uomini, siano capaci di esprimere nuovi modelli di leadership, nuovi modelli evolutivi, molto più in linea con le necessità della vita di questo pianeta. Anche perché la natura è un killer straordinario. Nel senso che quando una delle specie non è più funzionale a tutto l’ecosistema e anzi lo danneggia, non ragiona nei termini di equilibrio generale, allora semplicemente la elimina. E speriamo di non essere la prossima, anche se ci stiamo avvicinando a questa possibilità.
Gentile non vuol dire far perdere il valore.
Rompiamo dei preconcetti: gentilezza non è un comportamento superficiale, non è una maniera, non è un modo che riguarda semplicemente il buon tono. Gentilezza è un sentimento profondo di inclusione. Gentile può essere anche la rabbia. La morte può essere gentile per chi ha vissuto davvero questa vita.
Andiamo oltre degli schemi preconcettuali molto superficiali. La gentilezza è un sentimento dell’anima e include nella tua identità gli altri. Gli altri inteso come la natura, come altre forme di vita, verso cui nutriamo cura, compassione, affetto, presenza, amore. La gentilezza è proprio un motore evolutivo di fondamentale importanza.
Movimento internazionale della gentilezza, cos’è?
Quello che stiamo facendo è di portare la gentilezza non solo attraverso dei test psicometrici all’interno delle scuole per misurare che impatto ha su qualità della vita, relazioni, bullismo, aggressività, rabbia. Ma l’abbiamo applicata anche all’interno di alcuni programmi nelle carceri e anche nelle aziende. Perché il Gallup (una società americana di analisi e consulenza) ha pubblicato una ricerca scientifica bellissima, dei dati straordinari. Gli ambienti lavorativi che hanno più fiducia, dove viene coltivata una reale fiducia, una reale gentilezza, una reale empatia e compassione – la performance dei collaboratori migliora del 200%. Solo negli Stati Uniti ogni anno (dove ci sono ambienti lavorativi dove manca la compassione, dove c’è aggressività, c’è una perdita per turnover, assenteismo, licenziamento, una perdita in termini economici ogni anno dai 450 ai 550 miliardi di dollari. Guarda il valore della gentilezza quanto è importante anche in tutto il tessuto sociale, economico, politico.
Ci vuole una nuova educazione alla gentilezza ed è per questo che è nato un movimento internazionale della gentilezza che diventato virale. In pochissimi mesi abbiamo avuto 350 mila adesioni. Tra pochi giorni il cinquantesimo comune italiano entrerà a far parte della rete la gentilezza, si dichiarerà comune gentile e poi sottoscriverà un manifesto di 9 punti iniziando con noi un processo sociale, di progetti sociali nelle scuole, nelle carceri, negli ospedali. Abbiamo tanti esempi virtuosi in Italia di quello che è accaduto.
Si sta muovendo un ingranaggio. Non solo si sta cercando di far capire quanto è importante andare oltre soliti schemi, ma anche aiutare a mettere subito in pratica, e veramente capire cosa vuol dire se tu ti comporti in quel modo, se tu trovi nel tuo cuore un sentimento diverso.
Il compito del Movimento Internazionale della gentilezza è proprio quello di far comprendere che è possibile trasformare la gentilezza in una dimensione innanzitutto intrapersonale, cioè essere gentili con se stessi, rispettare i propri ritmi, la propria vocazione e la propria unicità. Può essere una dimensione interpersonale, quindi gentilezza a livello comunicativo, comportamentale, di costruzione, di relazione, di critica costruttiva. Poi c’è una dimensione anche lavorativa della gentilezza. Quindi nel posto di lavoro come applicare la gentilezza. Infine la dimensione collettiva in tutto il processo di trasformazione sociale.
Il nostro compito è quello di far tradurre la gentilezza in progetti, non sono in scelte e decisioni coerenti, ma anche in progetti sociali ad altissimo impatto sul benessere della popolazione.


Ti faccio un esempio molto virtuoso: Firenze che è entrata a far parte della rete della gentilezza. Come azioni concrete, siamo riusciti nel comune di Firenze a creare un festival di 7 giorni, è alla terza edizione, totalmente dedicato alla gentilezza dove arte, scienza e spiritualità dialogo sul tema. Abbiamo fatto progetti con le scuole, due ospedali si sono dichiarati ospedali gentili. In collaborazione con l’Università di Firenze abbiamo creato il primo Master della gentilezza per Universitario di secondo livello per le professioni medico-sanitarie.
Corleone è un comune gentile, Palermo è comune gentile. Corleone ha dedicato un parco e ha piantato un albero per ogni donna che ha subito violenze. Ci sono tantissime azioni che possono essere realmente concrete e dimostrare che la gentilezza può essere un valore tradotto in un qualcosa di tangibile, a livello anche di benessere, di qualità della vita per la comunità e per il singolo.
Suggerimenti pratici per portare la gentilezza dentro di noi
Noi invitiamo a creare sempre più sinergia e che veramente diventi una cosa che possa diffondersi tra sempre più realtà in tutto il nostro territorio. Chiedo anche questo. Sai che è a me, a noi di Channel, ci piacciono anche i suggerimenti pratici per cercare subito di mettere in atto, di portare dentro di noi. Ti chiedo un suggerimento pratico per poter iniziare.
Possiamo iniziare con 4 atti di gentilezza al giorno. La gentilezza deve diventare un’abitudine. Il primo atto di gentilezza (che è il più difficile) è verso noi stessi. Non vuol dire semplicemente prendersi cura delle necessità del proprio ego o della propria personalità. Essere gentili con se stessi vuol dire, ad esempio, creare spazi di silenzio, di rigenerazione, di contemplazione, di meditazione, fare delle letture ispirate… Farsi delle coccole che ci aiutino realmente in termini migliorativi.
Il secondo atto di gentilezza è nei confronti degli altri. Fare un atto di gentilezza nei confronti di una persona che tu ami è facile. Fare un atto di gentilezza incondizionata verso chi non conosci è un po’ più difficile. Ma soprattutto la sfida è fare un atto di gentilezza incondizionata verso chi reputi essere un nemico oppure chi si augura magari non proprio il tuo bene.
Il terzo atto di gentilezza è verso gli animali e vegetali per ricordarci la fratellanza con cui dovremmo vivere in questo pianeta con le altre forme di vita. Il quarto e ultimo alto di gentilezza è nei confronti della natura di questo pianeta. Per esempio, arrivare in un posto che visiti e lasciarlo migliorato rispetto a come lo hai trovato.
Vorrei concludere con una tua frase che mi ha colpito molto.
Se vogliamo ripulire il mondo iniziamo dal nostro cuore.
Ogni pensiero gentile, goccia dopo goccia, scava anche la più dura delle rocce, quella dell’odio.
É un invito di fare un po’ di ecologia interiore, iniziare a purificare la nostra rabbia, le nostre frustrazioni, la nostra colpa, il senso di impotenza, le nostre paure e le nostre ansie. Iniziamo da lì a bonificare gli ambienti interiori per poi essere degli individui sicuramente più armonici anche nel mondo esterno. Buona gentilezza a tutti!
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