Scopriamo cosa significa e come si raggiunge una mente illuminata con Daniel Lumera
Mente illuminata, bioreconnecting, presenza, consapevolezza. Approfondiamo insieme a Daniel Lumera, docente e referente internazionale delle scienze del benessere e della pratica della meditazione, che cosa significa mente illuminata e come raggiungerla, a partire dall’ultima intervista dedicata al bioreconnetcting apparsa sul nuovo numero di Terra Nuova.
Bioreconnetcting o bioriconnessione, che cosa significa?
L’essere umano vive in una bolla cognitiva percettiva fratturata, cioè si sente separato da ciò che sente, dalla propria tristezza, dalla propria gioia, dagli obiettivi che vuole raggiungere, dalla vita, dagli altri. C’è sempre alla base del nostro intimo sentire una sensazione di separazioni, io e tu, io e il mondo, io e la vita, io e la morte. Quindi noi partiamo da una condizione percettiva illusoria, cioè di essere staccati, di essere isolati rispetto a tutto il resto. Non abbiamo una netta sensazione costante di essere una sola cosa con la vita e una sola cosa con ciò che sentiamo, che proviamo, che facciamo e soprattutto con tutti gli altri esseri.
Per questo che dobbiamo fare un grande lavoro per sviluppare poi empatia, compassione, perché siamo figli della separazione. La nostra stessa società si fonda sul mito dell’individualismo, della performance individuale, dell’uomo, della donna che si sono fatti da soli. C’è un individualismo molto spinto.
Noi siamo disconnessi potentemente anche a livello di percezione del tempo perché il nostro tempo viene misurato non secondo i ritmi della Luna (come anticamente era il calendario lunare), ma secondo un calendario gregoriano che è basato su 12 mesi. Non più 13 mesi che erano i cicli della Luna di 28 giorni, ma su 12 mesi sono stati alterati, sono stati presi un po’ rimpolpati alcuni mesi. Alcuni dei mesi vengono dedicati addirittura a degli Imperatori, non ai cicli della natura.
Abbiamo una percezione estremamente alterata di quello che è la vita, di quello che siamo noi all’interno della vita, dei livelli raffinati di interconnessione, di interdipendenza con tutte le forme di vita. Quindi c’è bisogno di un ricollegamento.
Si chiama cronobiologia, la branca della scienza che si occupa di studiare i cicli della natura e i nostri cicli interiori. La bioriconnessione tratta innanzitutto un’armonizzazione tra quelli che sono i nostri cicli interni (il sonno, il battito cardiaco, la produzione degli ormoni, l’attivazione dei geni) con i cicli esterni della natura. Siamo disconnessi, si tratta di ritornare a un sistema percettivo e cognitivo unitario e semplicemente allinearsi con quelli che sono i cicli dell’universo, i cicli della vita.
Quindi dobbiamo ritornare a noi e ritornare alla natura, cercando di contrastare un po’ tutto quello che ci sta portando ad allontanarci sempre di più da noi, dai nostri ritmi naturali…
Sì, più che da noi – il bioreconnetcting è andare oltre noi, cioè considerarci natura, considerare che questa sensazione di essere delle entità separate, delle personalità separate è un’idea della nostra mente. Non ha fondamento biologico. Noi biologicamente siamo un “noi”, una colonia di batteri, di virus, di microrganismi e qualche cellula umana. Dobbiamo ragionare in termini di “no1”, superare questa idea illusoria che è un’idea di essere delle entità separate.
Da qui inizia un percorso estremamente affascinante che ha peraltro delle ricadute molto potenti sulla nostra salute, sul benessere, sulla qualità della vita, sull’equilibrio della nostra macchina biologica. Si tratta quindi di avere un aspetto biologico, vitale, emozionale, mentale ed esistenziale estremamente più armonico, equilibrato, appagante e soprattutto con risvolti nella longevità e nella qualità della vita.
Come raggiungere una mente illuminata?
E questa è da provare perché effettivamente poi quando si inizia ad avvertire un cambiamento su di sé, che inizia a succedere qualcosa di diverso. Allora poi questa è veramente spinta per compiere in pieno questo percorso e arrivare a questa mente illuminata, di cui parli nel tuo libro “28 respiri per cambiare vita”. Aiutaci a capire come si può raggiungere una mente illuminata.
Il funzionamento della nostra mente. La cultura Indovedica, dalla quale in parte proviene la mia formazione, è una cultura che considera la nostra mente come un organo, come può essere il fegato, il cuore, ma lo considera un organo sottile. E questo organo, così come gli altri organi, può essere intossicato.
La nostra mente, per esempio, è intossicata costantemente da dei veleni molto potenti, per esempio, la critica, la lamentela. La lamentela è uno dei meccanismi più tossici possibili. Pensa che noi siamo tra i pochissimi, una minoranza di esseri umani che ha l’acqua calda a casa, che può mangiare tre volte al giorno, che ha riscaldamento, un tetto sopra la testa, che ha una qualità della vita molto elevata, che può avere accesso alle medicine e agli studi, all’educazione. Siamo di fatto dei privilegiati eppure la nostra mente ragiona per mancanza, cioè ragiona sempre in termini di frustrazione per ciò che non ha, per ciò che potrebbe avere e per ciò che gli altri hanno/non hanno, fanno/non fanno rispetto alla gratitudine e al riconoscimento del valore inestimabile di cui ogni giorno possiamo godere.
Noi sappiamo che esiste una mente illuminata, che la mente illuminata è la mente che ha la purezza di un bambino che vive senza giudizio, critica, delusione, rifiuto di quello che c’è. Vive immersa in uno stato costante di presenza, in un flusso costante di vita che non vuol dire non prendersi responsabilità e non fare progetti, ma vuol dire semplicemente comprendere che il futuro è un costrutto della nostra mente e dovrebbe orientarsi secondo quelle che sono le necessità e le vocazioni più intime, autentiche del nostro essere.
La nostra mente, i pensieri, i desideri, i giudizi, i pregiudizi, le idee che nutre la nostra mente; la maggior parte di queste sono stimolate da necessità di mercato, da esigenze sociali, da aspettative familiari. Pochissime persone riescono a utilizzare la mente realmente allineata con la vocazione del proprio cuore, coerente con quelle che sono le esigenze reali, della propria unicità del proprio essere.
Nel mio libro “28 respiri per cambiare vita” vengono descritti i passaggi che bisogna fare innanzitutto per prendere coscienza della tossicità della propria mente ed eliminare i veleni. E poi per avvicinarsi alla comprensione di cosa sia una mente illuminata e come poterla vivere pienamente.
Come raggiungere uno stato di assoluta presenza in ciò che sta accadendo?
Ci puoi regalare un suggerimento pratico? Cosa possiamo iniziare a fare fin da subito? Una cosa minuscola ma che può farci aprire almeno la porta di questo percorso?
Sono due le cose che possiamo fare. La prima sono mettere 7 sveglie durante la giornata in orari che che non ci aspettiamo. Ci sono tante applicazioni che ci permettono di fare questo. E quando suona la sveglia, dobbiamo fermarci qualsiasi cosa stiamo facendo, prenderci semplicemente 3 minuti in cui portare attenzione a ciò che sta accadendo.
La scienza definisce la nostra mente wandering mind, cioè una mente vagabonda. Noi passiamo il 47% del tempo ogni giorno a pensare a ciò che non sta accadendo. Viviamo in un’immaginazione di cosa sia la vita. Non dico pensare a ciò che sta accadendo, che anche questo non è parte di una mente illuminata, perché la mente non pensa a ciò che sta accadendo: sente ciò che sta accadendo.
La nostra capacità divedere la realtà è molto lontana da ciò che è realmente la realtà. È un processo immaginativo del cervello basato su veleni e tossicità mentale. Quindi la prima cosa che possiamo fare è educare la nostra mente a sentire ciò che sta accadendo in questo momento.
Quindi 7 sveglie durante il giorno in cui fermarti e farti fare questa affermazione: “Io sono esattamente qui”. Ed esplorare per quei pochi minuti, per quei pochi istanti uno stato di assoluta presenza in ciò che in questo istante sta accadendo, senza pensieri, senza definizioni, senza giudizi, senza proiezioni.
Queste sette sveglie dovrebbero finire. Questo esercizio, questa sfida da lancio per 7 giorni. E poi la sera prima di andare a dormire prendere un quaderno e per 15 minuti scrivere tutto ciò per cui si è grati alla fine della giornata. Dalle piccole cose – una telefonata, un abbraccio – a cose invece più importanti – ringraziare per la persona che magari hai presente al fianco a noi (per un padre, per una madre ancora vivi) o per semplicemente aver fatto dei gesti, aver ricevuto delle cose, per avere una macchina, per qualsiasi cosa.
Questa sintonizzazione con la gratitudine a fine giornata ha un impatto molto profondo sulla qualità del nostro sonno e sulla capacità rigenerativa del nostro riposo. Quindi terminare la giornata nella sintonia con la gratitudine, scrivendo per 15 minuti tutto ciò per cui si vuole ringraziare, e durante il giorno fare questi semplicissimi 7 esercizi sulla presenza (dove ti riporti in uno stato di presenza, ti rendi conto di dove sei, di come sei, di cosa senti e ci respiri attraverso) – queste due semplici cose sono l’inizio di un processo di educazione alla lucidità mentale che poi è il primo passo verso la mente illuminata.


Quanto è importante l’alimentazione per sviluppare una mente illuminata?
Grazie Daniel per questo regalo, questo suggerimento veramente da iniziare a mettere in pratica. Vorrei parlare con te di alimentazione. Noi su Veggie Channel siamo molto sensibili alla ricerca di un’alimentazione che sia vegetale, che sia naturale, che sia viva, che ci porti non solo fisicamente ma anche mentalmente e spiritualmente forse nella direzione in cui entrambi ci stiamo dirigendo. Quanto è importante l’alimentazione per sviluppare una mente illuminata, per essere centrati, consapevoli?
È fondamentale, perché c’è una strettissima relazione, oramai evidente al mondo della scienza, tra tipo di alimentazione, attività mentale, salute del corpo e soprattutto anche stati di coscienza. Tutte le tradizioni antiche hanno evidenziato l’importanza dell’alimentazione corretta nella pratica meditativa. Non sto parlando semplicemente di digiuno ma proprio della scelta di cibi sattvici.
Noi sappiamo che i cibi tamasici sono cibi più pesanti, molto elaborati che contengono molte proteine animali, ma anche i dolci o altri cibi che sono i formaggi. Il Tamas è quella componente sia della nostra mente, sia della natura, che è inerte, pesante, oscura, che ci porta verso un’ottusità, una tenebra mentale, una confusione mentale, una pesantezza mentale.
Poi ci sono i cibi rajasici che corrispondono alla mente rajasica. Per esempio, il caffè, la caffeina, la teina, le spezie, ma anche, ad esempio, il peperoncino, i cibi piccanti. Sono cibi che stimolano in noi l’attività. Una mente rajasica, Rajas, è tutto quello che indica voglia di fare, iperattività, ruminazione mentale. La mente Rajas non riesce a meditare. Perché mentre medita, pensa a cosa deve fare, ha mille progetti, entra in fase creativa. È la stessa mente ruminante che non ci permette di dormire. Tu vuoi riposare ma la mente continua a funzionare, e tu non la riesci a spegnere. È un’iperattività mentale. Anche questa iperattività mentali è possibile regolarla attraverso i cibi, evitando i cibi Rajas.
E infine l’ultima mente è la mente Sattvica, Sattva è tutto quello che invece porta in alto, ispira, è collegato alla leggerezza, alla lucidità, alla luce. Incontrare una persona che ha una mente sattvica ci lascia profondamente leggeri e ispirati. Ci lascia una voglia di semplicemente un’apertura, un’ispirazione.
Incontrare una persona che ha una mente Rajas, invece ci mette voglia di fare, voglia di creare, di fare nuovi progetti, di viaggiare, di uscire. Von una mente Tamas, invece abbiamo voglia di avvolgerci in una coperta, di guardarci 4 ore di televisione oppure semplicemente di dormire.
Ognuna di queste tre componenti – Tamas, Rajas e Sattva, è una componente positiva in sé. Cioè l’eccesso di Tamas crea disfunzionalità. Il buon Tamas ci permette di riposare correttamente. Il buon Rajas ci permette di lavorare, di metterci in moto, mettere in moto tanti progetti in maniera equilibrata. L’eccesso di Rajas è iperattività, ruminazione mentale. Il Sativa, che sembra positivo in sé, cioè la leggerezza – i cibi sattvici sono tutte le verdure, i chicchi, tutti i cibi vivi che portano vita, che portano leggerezza – però un eccesso di Sattva porta ad essere troppo “aerei”, senza avere i piedi per terra, troppo dispersivi, idealisti, però poco pratici, pragmatici nell’esistenza.
Ci vuole equilibrio tra queste tre cose. Allo stesso tempo l’alimentazione migliore in assoluto, come equilibrio, è l’alimentazione sattvica. Un’alimentazione vegetale, viva, poco elaborata, fresca. É qualcosa che possiamo preparare chiaramente a casa, con una scelta possibilmente etica dei prodotti, perché il cibo non è solo quello che mangiamo, ma è tutto il processo: come viene seminato nel rispetto dell’ambiente, raccolto, trasportato, scelto, cucinato e mangiato attraverso la gratitudine. Questa è l’alimentazione sattvica che dovrebbe caratterizzarvi.
Secondo me, è una filosofia alimentare consapevole. Non è semplicemente essere vegani o vegetariani. No. È come si mangia, come si sceglie e come si cura tutta la filiera. Bisogna stare a contatto con il ciclo della vita. Questo è un tipo di alimentazione consapevole che permette a quella parte di cibo che si trasforma in mente di funzionare. Io, ogni boccone che faccio (a parte che faccio sempre un ringraziamento prima di iniziare a mangiare), lo dedico a una virtù (alla pazienza, alla pace, all’amore) con intenzione che il mio masticare quel nutrimento, la parte eterica, la parte sottile di quel nutrimento, possa alimentare quelle parti di me che poi devono portare armonia, pace, amore nella mia vita.
Bellissimo, siamo in sinergia. Con il nostro lavoro di Veggie Channel stiamo cercando di aiutare a seminare consapevolezza e quindi un approccio di andare oltre a queste etichette che ci stanno dicendo di essere vegani, vegetariani o onnivori. Semplicemente devi cercare la vita, la semplicità dell’alimento, andare alla naturalezza più possibile, alla presenza. Cambi quello che mangi, cambia il tuo mondo interno, cambia completamente tutto.
Non fosse altro che per una questione di salute, ormai è dimostrato che il cibo è medicina. E che per chiunque compia un percorso di consapevolezza, di natura spirituale, di natura interiore, il cibo è di fondamentale importanza.
Terra Nuova Luglio-Agosto 2023
Libro “28 respiri per cambiare vita. Come raggiungere una mente illuminata”, Daniel Lumera
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