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La caccia è il contrario dello sport

La caccia è diseducativa e rende l’uomo un bruto. Riflessioni e vignetta di Massimo Wertmuller

La caccia è nascondersi e sparare per divertimento. Spesso noto che la preda è molto più bella del cacciatore, la cosa viene ancor più violentemente sottolineata quando qualcuno di questi bei tomi che sparano si fa fotografare accanto ad essa. Passano ogni tanto foto di ebeti che sorridono orgogliosi per aver ucciso una creatura bellissima, senziente, libera, indifesa, e soprattutto ignara. Viva e bella un momento prima che l’ebete le sparasse.

Sì perché questa tanto civile attività di uccidere esseri che volano, corrono, vivono nei loro habitat senza nulla pretendere, avviene accuratamente nascosti. Con un piccolo cannone tolgono vite vigliaccamente.

Vorrei tanto chiedere ad uno di questi assassini compulsivi, protetti da questo crimine legalizzato, se si stimano, se si sono simpatici. E cosa provano quando si svegliano la mattina all’alba per andare a togliere vite, a spegnerle.

Se si parla con uno di questi esaltati, spesso si viene apostrofati con una parolaccia irripetibile come unico linguaggio di confronto. A te che vorresti solo parlare di diritti alla vita contro la morte, ti rispondono, i più dialoganti, che sono loro ad andare per Nature, in giro ad amare la Natura.

Lo dicono convinti, sapendo pure che poi a quella Natura spareranno. Così come spareranno a quegli ecosistemi che esistevano intatti prima del loro arrivo dietro la famosa fratta da cui si nasconderanno per colpire.

La caccia è sortire vecchie scuse come quella del sovrappopolamento

E non vale nemmeno il discorso del riequilibrio da sovrappopolamento. Perché come al solito l’uomo dimentica facilmente… Capirai, lo fa spesso con la Storia, lo fa con la Shoa, la pagina più orribile della storia umana. Vuoi che non lo faccia con gli animali?

Ma è sempre stato l’essere umano a invadere con le sue costruzioni, i suoi agglomerati urbani, le sue casette, i suoi rifiuti gettati a terra. Rifiuti che si riveleranno cibo per gli animali, privati sempre più del loro habitat. È sempre stato l’essere umano, i suoi allevamenti, le sue attività, a molestare gli animali.

Dagli esseri umani è partito tutto il problema della convivenza, non dagli animali. E comunque, premesso che con tutti i milioni che si buttano in imprese fallimentari, un piccolo investimento per una campagna di sterilizzazione non è una chimera; premesso che mettere attorno a un campo recinti di dissuasione anche elettrica non è delirare; premesso che esiste già chi, ONLUS o volontariato, ha già realizzato aree di contenimento dove tenere in custodia animali selvatici e non, non mi pare, e non mi potrà mai parere, che sparare all’impazzata sia la soluzione.

La caccia è preistoria ed è inaccettabile in ogni società realmente civile

Non lo so, ma io ho la sicura percezione che questa epoca segni un netto passo indietro sulla strada della civiltà. Forse più passi indietro. Se uno vede, come esempio a caso, chi sia oggi per tanti giovani una o un “influencer”, che vuol dire maitre a penser (cioè maestro di pensiero eh!). Quindi capisci a che livello di cultura e civiltà siamo scesi. Sì, perché allora la cultura resta l’unico strumento, ancora oggi, soprattutto oggi, per dirsi e farsi civili. E la televisione commerciale in questo ha non poche responsabilità. E la politica di oggi certo non aiuta.

Quindi tutto, tutto, a pioggia, soffre di questo mancato, preoccupante, investimento nella cultura. È facile quindi che insieme ai “revisionisti storici” si possa trovare più cafonaggine per strada. Si possa trovare più intolleranza, si possa trovare più insofferenza, si possa trovare più pancia e meno cervello, meno cuore, meno empatia. E si possano trovare più cacciatori non solo non pentiti ma fieri di ammazzare.

Ci vuole politica, e la politica siamo noi

Noi tutti ormai dovremmo pensare la caccia inaccettabile per qualsiasi popolo e nazione che si dicono civili, oggi nel 2020, con un bel po’ di tempo passato da quella preistoria in cui l’uomo almeno sfidava l’animale ma comunque perché costretto a farlo. Ecco perché io credo che mai come oggi la partecipazione civica sia urgente e necessaria. La partecipazione almeno di chi vorrebbe un mondo migliore. Per me è sempre stato così, anche uno che dice di non interessarsi di politica è politico. Perché anche la posizione di non partecipare è già politica, perché tutto è polis, e tutto è roba nostra. Ma soprattutto oggi, oggi più che mai la politica siamo noi.

Testo e vignetta di Massimo Wertmuller

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Edito da

Massimo Wertmuller è uno dei migliori attori italiani di questo momento. La sua anima gentile e generosa lo porta a sostenere l'associazione Medici senza Frontiere e ad essere attivo in campo animalista e ambientalista. Con Veggie Channel condivide alcuni suoi pensieri, a volte filosofici a volte umoristici ma sempre taglienti, illustrandoli con vignette satiriche da lui stesso disegnate. L'impegno di Massimo è volto al sensibilizzare le persone e le istituzioni nei confronti della sofferenza animale perpetrata negli allevamenti intensivi, nei laboratori di sperimentazione, nei terreni di caccia e via dicendo.

Ultimo commento
  • Grazie per queste parole…. potrei averle scritte io, per QUANTO profondamente le condivido.
    I cacciatori sono semplicemente dei vigliacchi,ASSASSINI, non c’è altro termine per definire chi, come loro, uccide stando nascosto, lontano, armato. E senza che la vittima abbia la minima possibilità di difendersi.
    Nessuna persona sana di mente, e di cuore, potrebbe agire in questo modo….

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