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Cinghiali uccisi in zone urbane, esiste una soluzione civile?

Una riflessione di Massimo Wertmuller toccato dalla notizia dei cinghiali recentemente uccisi in un’area giochi di Roma

Mi vengono spesso in mente certe immagini. Non mi sarà facile per niente dimenticare quella notte di qualche tempo fa in cui Roma, attraverso suoi rappresentanti, come non aveva MAI fatto prima di allora, decise di sterminare col fucile una famiglia di cinghiali che aveva avuto la sola colpa di procacciarsi cibo tra quello sparso a terra, tra altri rifiuti, dalla inciviltà della gente.

Una famigliola di cinghiali che ormai era stata adottata dal quartiere e che era innocua. È stata massacrata, neanche a immaginarla una situazione così, in un parco giochi per bambini, involontario, lugubre ma simbolico luogo della loro morte.

Bambini di quella zona che non giocavano ma imploravano, ora, piangendo, la polizia municipale di non sparare, mentre invece era già in atto l’esecuzione.

Il cucciolo di cinghiale che correva cercando riparo

E un’altra immagine che non riesco proprio a dimenticare è quella che ho visto su facebook di un cucciolo di cinghiale che corre verso il cellulare che lo sta riprendendo, all’impazzata, terrorizzato perché inseguito da una muta di cani inferociti e preparati a quella ferocia.

Corre, corre, fino a che arriva da chi lo sta inquadrando, forse sperando in un riparo. E invece uno sparo rompe violentemente quel sonoro sin lì fatto di rumori indistinti, versi, richiami.

Lo sparo di un fucile tenuto dal “cameraman” che arriva al centro della testa del povero cucciolo schiantandolo al suolo, con conseguente scena orribile di sbranamenti e risate di sottofondo.

La caccia, un’attività criminale

Ora, dire una volta di più che la caccia sia un’attività criminale svolta da esseri malefici, stupidi e vigliacchi, perché accuratamente nascosti mentre sparano con un piccolo cannone a creature ignare e indifese che corrono, volano, vivono, libere nel loro habitat, solo protetti da inciviltà endemiche, da interessi di lobby o falsi alibi, false ritualità, falsi sport, false antiche usanze, dire questo, forse, è ripetere un’ennesima volta ciò che già si sa, o si dovrebbe sapere.

Ma siccome tutto questo avviene ancora, nel pericolo, e in un momento in cui esiste anche una pandemia che non prevede assembramenti di nessun genere, tantomeno assassini, non sarà mai abbastanza il preoccuparsi, l’impegnarsi, il discutere di una tale assurda atrocità.

Chiunque sia capace, comunque, di premere il grilletto che fa partire una pallottola lanciata verso una creatura vivente e senziente, sapendo che squarciando la sua pelle ed entrando dentro quella creatura le toglie la vita, sarà sempre senz’altro capace di farlo anche ad altri esseri viventi di qualsiasi specie. Un pensiero, questo, espresso anche da Margherita Hack.

Il trasporto dei cinghiali in luogo sicuro come soluzione

E se allora, in via Della Cava Aurelia, quel giorno di qualche tempo fa, fu proposto, al posto dello sparo, il trasporto dei cinghiali in luogo sicuro come soluzione, una soluzione che non fu presa in considerazione, oggi, invece, a Villa Carpegna, sempre a Roma, grazie all’opera decisiva di Daniele Diaco, che ha richiesto e ottenuto di non seguire protocolli esistenti che ancora prevedono la norma folle della sedazione e della esecuzione di animali, e grazie anche a Emanuela Bignami, della Lega Nazionale per la Difesa Del Cane, un piccolo cinghiale che si era perso è stato salvato e portato al sicuro.

Ma è una goccia in mezzo al mare, il mare della ferocia, dell’inciviltà, della barbarie di certi esseri umani. Il mare di chi si sveglia pure all’alba, si prepara, per andare a togliere vite, il mare di una legislazione ancora troppo blanda verso chi delinque contro esseri fragili, inermi, ignari e indifesi. Il mare dell’indifferenza, dell’ignavia, del menefreghismo, dell’ignoranza. Ma dice che tante gocce fanno il mare…

Testo e vignetta di Massimo Wertmuller

cuccioli di cinghiale
Massimo Wertmuller
Edito da

Massimo Wertmuller è uno dei migliori attori italiani di questo momento. La sua anima gentile e generosa lo porta a sostenere l'associazione Medici senza Frontiere e ad essere attivo in campo animalista e ambientalista. Con Veggie Channel condivide alcuni suoi pensieri, a volte filosofici a volte umoristici ma sempre taglienti, illustrandoli con vignette satiriche da lui stesso disegnate. L'impegno di Massimo è volto al sensibilizzare le persone e le istituzioni nei confronti della sofferenza animale perpetrata negli allevamenti intensivi, nei laboratori di sperimentazione, nei terreni di caccia e via dicendo.

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