Approfondiamo oggi il tema del rapporto tra giovani ed etica e scopriamo dai più recenti studi se e quanto i giovani si sentono in colpa nel mangiare la carne
Forse qualcosa negli ultimi anni è cambiato. Aumenta la consapevolezza, aumentano le informazioni a disposizione, si inizia a rapportarsi alla carne in modo diverso e con più etica. Scopriamo nell’articolo di oggi com’è il rapporto dei giovani con la carne e se e quanto si sentono in colpa nel mangiarla.
Un nuovo studio effettuato dalla Vegan Society analizza il senso di colpa che i giovani di oggi provano nel mangiar carne. Sono state coinvolte nel Regno Unito 2000 mila persone dai 18 anni in su tra cui oltre 1800 non vegetariani e carnivori e sono state poste loro delle domande per indagare il loro rapporto con la carne.
È emerso che l’80% dei giovani tra i 18 e i 30 prova senso di colpa nel mangiare la carne e solo il 59% prova questo senso di colpa tra i 50 e i 65 anni. E tra i giovani il 49% si è sentito in colpa alcune volte mentre il 22% ogni volta.
Il dato interessante che emerge dallo studio della Vegan Society è che le persone dai 50 anni in su si sono dichiarate più amanti degli animali rispetto i giovani, andando in contrasto con le loro scelte alimentari. L’amore per gli animali non sembra essere più una motivazione sufficiente e necessaria per determinare la scelta di mangiare o meno la carne.
Probabilmente oggi i giovani hanno una maggiore consapevolezza riguardo l’impatto che questa ha sulla salute oppure seguono semplicemente un trend in crescita che porta a preferire una scelta vegetale poiché scelta green e maggiormente sostenibile per il nostro pianeta.
Giovani ed etica: quale alimento di origine animale causa maggiori sensi di colpa?
Secondo il recente studio della Vegan Society, il senso di colpa varia in base alla provenienza animale degli alimenti consumati. Così come il senso di colpa maggiore è dato dalla consumo di carne, al suo opposto il senso di colpa minore è dato dal consumo di uova.
Mangiare uova, infatti, ottiene il più basso senso di colpa, dopo quello per latte e derivati, con solo l’8% di chi si sente in colpa sempre e il 31% di chi si sente in colpa talvolta.
Questo dato probabilmente a mio avviso è in linea con una maggiore diffusione degli abusi subiti dagli animali negli allevamenti in relazione a una minore pubblicizzazione delle crudeltà che si celano nelle industrie lattiero-casearie e delle uova.
La responsabile della campagna presso la Vegan Society, Elena Orde, ha dichiarato: “Nessuno vuole contribuire alla sofferenza, ma sfortunatamente la maggior parte di noi è stata educata a pensare a certi animali come a ‘qualcosa’ piuttosto che a ‘qualcuno’”.
Questo nuovo studio è un importante segnale del fatto che tra i giovani qualcosa sta cambiando, che probabilmente la direzione è quella giusta. Che sta aumentando la consapevolezza verso quello che si mangia e che si inizia a porsi delle domande se sia giusto o sbagliato consumare degli alimenti di origine animale.
Creare sinergia nella diffusione di informazione, educare ad una maggior sensibilità nei confronti degli animali e dell’ambiente, far prendere atto che ciò che mangiamo determina anche la nostra salute, è ora più che mai un’esigenza per rendere forte e concreta questa svolta di amore, di sostenibilità e di benessere!
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