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Ricorda, “NON UCCIDERE”. Go Vegan!

“Non Uccidere”: per Pasqua PETA espone manifesti a Roma e chiede al Papa di divulgare il messaggio vegano

A Roma la Peta sensibilizza al non uccidere agnelli e scrive al Papa per diffondere il messaggio vegano. Mosè brandisce un mazzo di carote e ricorda a tutti che al 5° comandamento non vi sono eccezioni e che dev’essere esteso a tutti gli animali.

Proprio nei giorni che precedono la Pasqua, PETA (People for the ethical treatment of animals) la più grande organizzazione al mondo per i diritti degli animali, tramite l’affissione a Roma di 3 cartelloni, dà un messaggio forte e chiaro: Ricorda, “Non uccidere”. Go vegan!.

Si riferisce ovviamente al risparmiare la vita agli agnelli “sacrificati” per la Pasqua ma anche di non nuocere a tutti i miliardi di altri animali, oggetto continuo di sfruttamento da parte dell’uomo.

In un comunicato Mimi Bekhechi, vice presidente dei programmi internazionali di PETA, afferma:

“PETA incoraggia tutti a celebrare la Resurrezione con un pasto vegano misericordioso che lasci in pace tutto il creato di Dio.”

Nella Bibbia è chiaro come il progetto di Dio per gli abitanti di questo pianeta sia di convivere tutti in modo pacifico e che il “non uccidere” si rivolge agli umani che devono prendersi cura del prossimo e quindi anche degli animali.

Nella Genesi 1:29, Dio scrive che le piante con semi e i frutti della Terra “saranno il vostro cibo”. Questa frase insieme al comandamento “non uccidere” sono un messaggio chiarissimo per tutti.

Molti Cristiani però ancora oggi celebrano la resurrezione di Gesù – l’Agnello di Dio – arrostendo agnelli al forno.

Un così candido simbolo di tenerezza, di pace, appena nato, brutalmente trucidato e cotto… A chi non stride questo paradosso?

L’appello di non uccidere animali è messo su carta da Ingrid Newkirk, presidente e fondatrice di Peta, in una lettera inviata a Papa Francesco in cui gli viene chiesto di seguire le orme di San Francesco da Paola, il quale per praticare la non violenza si astenne per sempre nel mangiare animali.

Gli esseri umani non hanno il diritto di opprimere o abusare di altre specie semplicemente perché sono intellettualmente diverse. I diritti umani e diritti degli animali andrebbero intesi secondo la stessa logica.

Gli esseri umani hanno la responsabilità di prendersi cura degli altri esseri umani e anche degli animali, perché entrambi hanno la capacità di soffrire.

Entrambi sono in grado di provare piacere, paura e dolore. La discriminazione tra le specie (specismo) è tanto deplorevole quanto la discriminazione sulla razza (razzismo) o sul sesso (sessismo).

Se sei Cristiano, allora non uccidere!

Facendo riferimento al messaggio espresso dal Santo Padre per la Quaresima, in cui dice: “Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata”, Peta chiede “di fare un ulteriore passo avanti e di chiarire a tutti che il modo in cui si abusa degli animali negli allevamenti e nei mattatoi, per l’industria della carne, non è Cristiano.”

La lettera si conclude con una preghiera: “Per favore, Sua Santità, incoraggi i Cattolici a rifiutare il dominio, l’oppressione e l’abuso che sono i tratti caratterizzanti l’industria crudele e violenta degli allevamenti intensivi”.

Abbiamo chiesto a Patrizia Re, portavoce in Italia di PETA:

Peta lotta energicamente nel mondo per i diritti degli animali. Quali sono le vostre modalità di comunicazione, i campi in cui agite e qual è l’esperienza che avete acquisito in tanti anni di attività?

“Il lavoro di PETA si concentra sulle aree in cui gli animali soffrono per la maggiore: la sperimentazione, il cibo, l’abbigliamento e l’intrattenimento. Il nostro obiettivo è ed è sempre stato quello di rendere le persone più consapevoli, aiutarli ad aprire gli occhi e il cuore e far loro sapere che esiste un modo compassionevole di vivere: non abbiamo bisogno di sfruttare gli animali per i nostri fini.

Questi messaggi vengono veicolati in svariati modi. Ciò che arriva a una persona potrebbe non raggiungere un’altra, quindi proviamo di tutto. Mostriamo alle persone filmati di indagini di testimoni oculari, organizziamo proteste, posizioniamo cartelloni pubblicitari, lavoriamo con celebrità, distribuiamo volantini, dispieghiamo striscioni, inviamo lettere, pubblichiamo contenuti su giornali e riviste e altro ancora.

Pasqua 2021
agnello

A volte, il nostro approccio è gentile. A volte è senza mezzi termini. Proviamo tutto e non abbiamo paura di sembrare sciocchi o provocare indignazione. Dopo tutto, uno dei maggiori nemici del cambiamento è il silenzio.

I video online e l’ascesa dei social media hanno permesso a PETA di raggiungere le persone come mai prima d’ora. Mostriamo loro cosa succede lontano dalla vista del pubblico negli allevamenti intensivi e nei macelli, per esempio.

In gran parte si tratta di immagini troppo cruente per essere mostrate in televisione, ma internet ci offre uno sbocco per mostrarle al mondo. I video sono uno dei nostri più potenti strumenti di comunicazione. Niente è in grado di ispirare qualcuno a prendere posizione contro atti di crudeltà – diventando vegan, per esempio – in modo più efficace che vedere con i propri occhi.”

A cura di Massimo Leopardi

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