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Il benessere che viene dall’Oriente: Yoga, Tai Chi Quan e Qi Gong

Discipline antiche da scoprire nel nuovo anno, di Grazia Gironella

Negli ultimi decenni si sono ampiamente diffuse anche in Occidente queste pratiche, nate in India (Yoga) e in Cina (Tai Chi Quan e Qi Gong, nelle loro varie grafie), tanto che le immagini a esse collegate ci sono divenute familiari. Gruppi che compiono nei parchi della Cina una sorta di lenta danza; persone in posizioni curiose, oppure sedute a gambe incrociate nella posizione del loto. Ad accomunarle, a prima vista, è soprattutto il benessere che traspare dai loro movimenti.

Spesso la visione dei praticanti di Tai Chi Quan – spesso abbreviato in Tai Chi, o Taiji – ispira simpatia, in particolare quando si tratta di persone anziane e dalle corporature più disparate. I praticanti di yoga, invece, vengono guardati con invidia per la loro flessibilità, quando non sono considerati con sufficienza per via dell’atmosfera new age che la disciplina sembra evocare. In entrambi i casi è frequente, nei confronti della pratica, una reazione del tipo “non fa per me”.

I motivi sono svariati: si teme di non riuscire, ci si sente lontani dalle discipline orientali, oppure si ha l’impressione che i movimenti lenti siano meno efficaci di quelli di una normale ginnastica. Questo può indurre a non prendere in considerazione pratiche millenarie che possono essere una piacevole sorpresa e contribuire al nostro benessere e alla nostra salute.

Non voglio addentrarmi nelle basi filosofiche di queste pratiche,

che già è ardito trattare insieme, quanto piuttosto attingere alla mia esperienza personale – iniziata quattordici anni fa nel Tai Chi, tre anni fa nel Raja Yoga e solo di recente nel Qi Gong – per spiegare cosa ci sia di interessante in queste forme di movimento nate lontano da noi, eppure profondamente radicate nella nostra natura umana.

Ognuna di queste discipline ha caratteristiche specifiche e viene declinata in stili diversi, come accade con il Chen e lo Yang per il Tai Chi, oppure lo Hatha, il Raja e il Kundalini per lo Yoga, solo per citarne alcuni. Nella mia esperienza di praticante, tuttavia, ho trovato diversi tratti che le accomunano, al di là della loro comune capacità di apportare benessere.

Movimento alla portata di tutti

In assenza di patologie fortemente debilitanti, queste discipline sono compatibili con qualunque età, sesso e condizione di salute. È infatti nella loro natura agire nel rispetto dei limiti del praticante, che impara a interpretare ogni gesto nel modo che gli è possibile, abbandonando criteri di prestazione tipici di altri sport che qui non hanno ragione d’essere. Nel dubbio, consultare preventivamente il proprio medico è sempre una buona idea.

Una lentezza amica

L’abitudine a considerare l’attività fisica come qualcosa che ci rimette in forma tramite la ripetizione e lo sforzo può farci pensare che i movimenti lenti siano “deboli” e poco allenanti. In realtà la lentezza, in queste pratiche, si sposa all’intensità. Quelle che dall’esterno appaiono come sequenze di gesti semplici, non faticosi, sono in realtà tonificanti per i muscoli e benefici per l’elasticità delle articolazioni, con rischi quasi inesistenti di traumi e dolorosi accumuli di acido lattico.

Alcune persone si innervosiscono (o prevedono di innervosirsi) nel seguire ritmi lenti o restare immobili in silenzio. Premesso che questo è possibile, perché non siamo tutti uguali, credo che la difficoltà vada vista, più che come deterrente, come incoraggiamento a tentare la pratica. Iperattività e irrequietezza, infatti, non sono un segno di vitalità e di energie buone in circolo, quanto di un disagio nato dal nostro stile di vita e dalle nostre abitudini.

Un movimento “interno”

Praticare Yoga, Tai Chi e Qi Gong significa imparare un tipo di movimento diverso da quello cui siamo abituati. Nelle attività ginniche più diffuse ci viene chiesto di alzare un braccio, di flettere una gamba, di fare un salto. Ogni gesto agisce in base ad un’esecuzione prima di tutto esteriore: il braccio arriva dove deve arrivare, la gamba si flette a sufficienza, i piedi si staccano da terra nel salto.

Le pratiche orientali, invece, ci insegnano a percepire il gesto dall’interno del nostro corpo, usando la sensibilità e non le forme prodotte dalla vista e dalla mente. In questo la lentezza si dimostra non solo un’importante alleata, ma uno strumento indispensabile per porsi in un atteggiamento di ascolto del proprio corpo. Non a caso l’insegnante mette in guardia gli allievi dai movimenti “vuoti”, cioè all’apparenza corretti, ma in realtà eseguiti senza consapevolezza del corpo.

Muovere l’energia per il benessere

Le discipline orientali mirano a fare fluire armoniosamente le energie vitali nel corpo e, su più ampia scala, tra terra, corpo e cielo. Questo concetto non è strano come potrebbe sembrare. Il fatto che non vediamo il chi o qi (pron. ci), l’energia vitale, non la rende meno reale dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, che pure ci risultano invisibili. La sua importanza per il nostro benessere diventa più evidente quando l’energia, invece di fluire senza ostacoli, resta bloccata in qualche punto del nostro corpo e ci crea disturbi di vario genere.

Corpo e spirito, uniti

Lo Yoga, il Tai Chi e il Qi Gong coinvolgono sia la dimensione fisico-energetica che quella spirituale della persona. Il Tai Chi, per esempio, pur essendo nato come arte marziale, viene spesso definito “meditazione in movimento”. E anche lo Yoga e il Qi Gong favoriscono naturalmente un atteggiamento meditativo. Non è strettamente necessario, però, essere interessati ai risvolti filosofici e spirituali di queste pratiche per goderne i benefici. Al centro di questo tipo di movimento, infatti, c’è sempre il corpo. Qualunque “di più” è soltanto un’evoluzione naturale della pratica.

Niente obiettivi, niente competizione

Un aspetto delle pratiche in oggetto le differenzia da altre attività fisiche: l’unico risultato da raggiungere è il miglioramento delle proprie condizioni psicofisiche. Questo può essere apprezzato o vissuto con frustrazione, o entrambe le cose insieme. Gli istintivi paragoni con il movimento ideale o con i compagni di corso sono ostacoli, più che spunti di miglioramento.

Questo non significa che non esista un modo giusto di compiere i gesti, ma solo che ognuno si avvicina a esso nel tempo e nei modi che gli sono possibili. In pratica nessuno è “bravo” e nessuno è inadatto, se non per propria scelta.

Tai Chi Quan e benessere psico-fisico
yoga al parco

Benessere

Muoversi con attenzione al proprio corpo, senza fretta, con una respirazione adeguata, crea vantaggi alla psiche come al fisico. Nel tempo che sembra dilatarsi, tensioni ed emozioni negative si sciolgono in modo naturale, oppure trovano un nuovo equilibrio.

Benefici per la salute

Non essendo un medico, posso soltanto testimoniare quanto ho riscontrato in prima persona: maggiore flessibilità e tonicità del corpo, regolarizzazione del respiro, regressione dei sintomi dell’asma, accentuazione della sensibilità al movimento, aumento dell’equilibrio, ripristino delle buone condizioni della schiena. Sono risultati importanti, che hanno grandemente contribuito al mio benessere. Studi scientifici stanno anche dimostrando come queste pratiche possano essere di supporto nella cura di patologie quali l’ipertensione e il diabete.

Per ognuna di queste discipline consiglio caldamente di usufruire della lezione gratuita di prova che quasi tutti i corsi offrono, partecipando e non assistendo come spettatori. Questo permetterà di conoscere l’insegnante, liberarsi almeno in parte dai preconcetti sulla disciplina ed eventualmente scegliere il tipo di Yoga, Tai Chi o Qi Gong con cui ci si trova più in sintonia. Avere una mente aperta e curiosa è, come sempre, di grande aiuto.

Grazia Gironella

Scrivere Vivere

Edito da

Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Ha pubblicato, oltre a un manuale di scrittura creativa e numerosi racconti, i romanzi Cercando Goran, Veronica c'è e Tutti gli amori imperfetti. Sul suo blog Scrivere Vivere parla della sua passione per la scrittura.

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