L’estate è il momento giusto per coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti per giocare, ma soprattutto imparare insieme!
La scuola è finita, i centri estivi lasciano più tempo a disposizione, i ritmi rallentano, magari ci siamo trasferiti nella casa al mare o in montagna e c’è più tempo da passare insieme. Genitori e figli, ma anche nonni, zii e nipoti.
Può essere questa l’occasione giusta per coinvolgere i bambini in cucina, nella preparazione della merenda tanto quanto quella dei pasti.
Frutta, verdura e ricette estive aiutano, per velocità e semplicità, garantendo una facile soddisfazione.
Perché farlo?
Perché questa può diventare l’occasione concreta per sviluppare nuove abitudini alimentari e costruire un rapporto sano ed equilibrato con il cibo.
La cucina quindi come luogo dove imparare, scoprire cose nuove, dove meravigliarsi, divertirsi, sbagliare, ridere e riprovare!
Cucinare insieme come stimolo cognitivo e per bambini più grandi anche il risvolto pratico di quelle nozioni matematiche apprese in classe. Per fare una ricetta serve infatti pesare gli ingredienti e confrontarsi con le diverse unità di misura!
E poi per passare il tempo in modo diverso e pratico, per staccare gli occhi da tv, tablet e smartphone, per rinforzare e dare energia nuova alla nostra relazione con loro.
Partiamo dal presupposto che i bambini imparano attraverso l’uso dei sensi e quindi toccare, scuotere, annusare, assaggiare, mescolare, sono atti semplici, spontanei e divertenti!
Cosa impareranno i bambini in cucina?
- A sviluppare fantasia e creatività. O piuttosto, impareremo noi a non bloccarle con i nostri schemi ed abitudini, ad apprendere da loro a vedere anche ciò che non si vede. Incanaliamo queste doti naturali in modo simpatico ed educativo.
- A sviluppare consapevolezza verso gli ingredienti e a capire cosa succede prima che la zucchina o il purè arrivino sul piatto, prima che la macedonia o il budino si materializzino nella coppetta.
- A portare pazienza. Capiranno che per ogni cosa ci vuole tempo, che non tutto si realizza in un istante e che bisogna anche saper aspettare.
- A gestire emozioni come soddisfazione e delusione. Un piatto può riuscire bene e renderci felici e soddisfatti, ma i biscotti si possono anche bruciare, la crema venire troppo liquida, la pizza con i bordi troppo duri. Sarà una esperienza utile per gestire insoddisfazione e frustrazione.
- A sviluppare autonomia e responsabilità. Come fare attenzione alla cottura di un cibo ad esempio, assaggiare se il sale è sufficiente, valutare se la frolla è stata bene impastata…
Quando è bene iniziare?
Ogni età comporta possibilità diverse, ma questo non significa rinunciare poiché pensiamo che i nostri bambini siano troppo piccoli.
A due anni possiamo far prevalere l’aspetto giocoso e coinvolgerli lavando la frutta, scegliendo insieme gli ingredienti o le formine per i biscotti, mescolando un impasto e mettendo le manine un po’ qua e un po’ là (con le dovute attenzioni ovviamente)!
Dai tre anni sono di solito già in grado di versare gli ingredienti, di condire le verdure e se previsto di mescolare.
Dai cinque anni in poi è possibile certamente fare molte più cose insieme. Supervisioniamo sempre quando usiamo gli utensili e spieghiamo, mostriamo, sperimentiamo, ridiamo se qualcosa va storto!
Dai 7-8 anni possiamo avere con noi dei complici preziosi per scegliere la ricetta e leggerla insieme, per pesare, misurare, valutare e imparare a maneggiare ingredienti genuini e vitali!
Come coinvolgerli?
A piccoli passi ovviamente, senza imporre o portare via troppo tempo dai loro divertimenti, soprattutto se si tratta di una nuova abitudine da instaurare.
Iniziamo coinvolgendoli di più nel fare la lista della spesa, chiedendo loro suggerimenti ed idee. Discutiamo se secondo loro certi prodotti va bene comprarli o se invece possiamo trovare delle alternative che non fanno male al pancino, che invece daranno loro tanta energia per correre in bicicletta.
Mostriamo i nostri acquisti, se non li abbiamo fatti insieme, e chiediamo aiuto per riordinarli in dispensa. Non in modo meccanico e frettoloso, ma con consapevolezza, capendo perché certi cibi vanno in frigo, perché altri al buio, perché da chiusi stanno in credenza ed aperti richiedono fresco.
Coinvolgiamoli nel portare i piatti in tavola, nel servire condimenti, spezie o erbe aromatiche, cosa di solito più gradita rispetto allo sparecchiare!


Facciamoci aiutare soprattutto per preparare quello che più gradiscono. Se a loro piacciono le polpette di ceci e zucchine, iniziamo con quelle, oppure con il frullato alla banana e cacao che prendono a merenda.
Facciamo diventare la cucina un luogo in cui giocare a fare gli esploratori, in cui sentirsi piccoli scienziati o creativi chef, in cui poter sbagliare quanto stupire se stessi e gli altri.
Un ultimo consiglio?
Se per noi cucinare è diventato un atto meccanico e frettoloso, un atto di forza privo di piacere, scandito solo dai ritmi del lavoro, proviamo a riscoprirlo insieme! Condividere e l’intendo di educare i nostri figli può essere lo stimolo giusto per cambiare direzione.
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