Camminare a piedi nudi crea benessere. Perché?
Per gran parte della storia umana camminare scalzi è stato considerato naturale, anche dopo la prima diffusione delle scarpe. Quando le famiglie vivevano in contesti rurali e le calzature erano una spesa gravosa, i bambini ne facevano a meno, e così gli adulti, quando la situazione lo permetteva e non c’erano esigenze sociali da rispettare.
Se in molti luoghi del mondo è ancora così, da noi la concentrazione delle persone nelle città e la più ampia disponibilità economica hanno modificato profondamente le abitudini. Nella vita quotidiana indossiamo tutti calzature, adulti e bambini, spesso anche in casa, per abitudine ma anche per motivi pratici. Camminare scalzi sui prati è molto più piacevole che camminare su cemento e asfalto, per non parlare della possibilità di entrare in contatto con materiali poco igienici o oggetti taglienti cui i nostri piedi, ormai diventati delicati, sono molto vulnerabili.
Barefooting e grounding
Questo non significa che camminare a piedi nudi sia una pratica dimenticata. L’importanza del grounding, ovvero del radicamento a terra attraverso i piedi, è da sempre nota nello yoga, nelle arti marziali e in altre discipline orientali quali il Taiji Quan e il Qi Gong. Negli ultimi anni si è diffuso nel mondo anche il barefooting (in italiano gimnopodismo, o scalzismo), un movimento nato in Nuova Zelanda che considera la scarpa un accessorio dannoso, da utilizzare soltanto in caso di vera necessità. Le calzature, anche quando comode, costringono il piede in una posizione innaturale, che lo priva della sua normale sensibilità e si riflette negativamente sulla postura e sulla salute della schiena. Viene inoltre a mancare il contatto con l’energia vitale e guaritrice della Madre Terra.
Per altre persone, poco interessate all’etichetta di una scuola di pensiero, togliersi le scarpe è semplicemente un atto piacevole e liberatorio da recuperare, una forma di ritorno alla semplicità delle nostre origini naturali.
Chi pratica il barefooting, o semplicemente ama liberarsi delle scarpe senza cercare etichette, sceglie di camminare scalzo il più spesso possibile, anche in situazioni climatiche non proprio ideali o quando questo significa guadagnarsi qualche sguardo scandalizzato. L’assenza di scarpe, infatti, nella nostra cultura è collegata alla povertà e alla trasandatezza – un tabù, per inciso, vissuto con minore rigidezza in paesi non lontani da noi.
Clinton Ober e l’earthing
A completare il quadro dei benefici di camminare scalzi manca però ancora un aspetto importante, ben documentato nell’interessante libro Earthing – Camminare a piedi nudi (ediz. Macro, 2019), in cui si parla del contatto con la terra in un’ottica diversa e complementare rispetto a quella del grounding e del barefooting. Alla storia dell’earthing si sovrappone quella di Clinton Ober, autore del libro insieme a Stephen T. Sinatra e Martin Zucker.
Nel 1993 Ober è un quarantanovenne di successo. Dopo un’infanzia dura, che lo ha visto abbandonare gli studi per la necessità di gestire la fattoria di famiglia, il suo percorso lo porta dapprima a lavorare come elettricista, poi a diventare direttore del marketing per una compagnia di Denver che si occupa di televisione via cavo, infine a lavorare in proprio nello stesso settore.
Nel 1993 a Ober viene diagnosticato un ascesso del fegato, causato da una terapia canalare. L’infezione si è diffusa in tutto il corpo e ha già compromesso in modo grave i suoi organi interni. L’unica speranza gli arriva da un chirurgo che gli propone l’asportazione di gran parte del fegato con una tecnica ancora in fase sperimentale.
Il paziente accetta e l’intervento riesce. Il ritorno alla vecchia vita, però, non risulta un’opzione praticabile. La ricchezza, la sua villa con vista sulle Montagne Rocciose, le tante opere d’arte che ha collezionato negli anni, gli sembrano ora prive di significato. Clinton Ober inizia a cercare con ostinazione il suo “purpose”, il motivo per cui continuare a vivere.
Lo trova nel 1998, in un modo del tutto imprevisto: mentre seduto su una panchina osserva il flusso dei passanti, si rende conto che tutti, sebbene diversi per età, sesso ed etnia, indossano scarpe con suola di gomma o plastica. Lui stesso le indossa. Sono tutti, collettivamente, isolati dalla terra dal punto di vista elettrico. Che questo possa avere conseguenze sulla salute?
La domanda, oziosa sul momento, inizia a farsi insistente, fino a quando Ober decide di trovare delle risposte, partendo dalle conoscenze acquisite nella sua esperienza lavorativa. Con un voltmetro collegato a un paletto di ferro piantato nel giardino, Ober inizia a camminare per la casa verificando le differenze di potenziale elettrico tra la terra e gli oggetti più diversi, se stesso incluso. I valori nel suo corpo cambiano a ogni passo, aumentando vistosamente con l’avvicinarsi ad apparecchi elettrici non collegati alla terra, a causa del campo elettromagnetico da essi generato.
Per capire se i valori alti rilevati nella stanza dove dorme possono giocare un ruolo nella qualità del sonno, Ober costruisce una griglia metallica che applica al letto, collegandola alla terra. Mentre riflette sulle sue misurazioni, sdraiato con il voltmetro in mano, si addormenta. Si risveglia la mattina dopo, senza avere preso le pastiglie per dormire che usa da anni.
È l’inizio di un percorso faticoso ed esaltante. Per molto tempo nessuno nel mondo medico è disposto a prendere in considerazione le sue idee balzane, che per di più sembrano rendere inutili cure costose e ormai affermate. Intanto però Ober inizia a collegare a terra i letti di parenti e amici, da cui riceve un feedback sorprendente: oltre a migliorare la qualità del sonno, la nuova situazione sembra alleviare anche i sintomi di molte altre patologie. A questo punto Ober è certo di avere fatto una scoperta importante, in grado di aiutare molte persone. Questo lo motiva a proseguire nei suoi esperimenti e cercare credito nel mondo scientifico, con ostinazione e una buona dose di idealismo, fino a riuscire nel suo intento.
Le basi scientifiche
Come funziona l’earthing, e perché apporta beneficio al corpo umano? Tutto parte dalla complessità degli scambi elettrici che avvengono dentro di noi e tra noi e il mondo circostante. Da un lato abbiamo la superficie della terra, costantemente arricchita di cariche negative dalle tempeste, che la rendono un serbatoio virtualmente illimitato di elettroni liberi; dall’altra parte abbiamo il corpo umano, in cui fattori diversi causano e nutrono infiammazioni che sono la complessa risposta biologica a stimoli pericolosi, quali agenti patogeni, tessuti danneggiati e sostanze irritanti.
L’infiammazione in sé è un processo positivo, necessario alla guarigione. Nel suo corso, tuttavia, si libera nel corpo una grande quantità di radicali liberi, molecole affamate di elettroni che normalmente “rubano” agli agenti patogeni e ai tessuti danneggiati. Una volta guarita l’infezione, i radicali in eccesso dovrebbero essere neutralizzati dagli antiossidanti e dagli elettroni liberi presenti nel corpo – esattamente gli elettroni di cui siamo poveri a causa dell’isolamento elettrico in cui viviamo, mentre la terra ne è ricca. Il processo di normalizzazione viene così ostacolato e l’infiammazione tende a cronicizzare, con i radicali liberi che invadono i tessuti sani. Questo stato di cose cambia in modo consistente quando il corpo recupera il collegamento alla terra.


Benefici dell’earthing
Negli anni le testimonianze a favore dell’earthing si sono moltiplicate, e le ricerche sulla sua utilità proseguono tuttora con risultati degni di nota, a dimostrazione che il senso di benessere dichiarato dai barefooters ha fondamenti scientifici. I benefici riscontrati sono tanto numerosi da rendere impossibile un elenco esaustivo: miglioramento dell’asma, della depressione e dei disturbi ormonali, riduzione del dolore cronico, aumento nell’energia percepita, diminuzione dello stress, diluizione del sangue con benefici effetti sulla pressione sanguigna, recupero più rapido dagli infortuni, e in generale riduzione dei sintomi e dei disturbi collaterali degli stati infiammatori del corpo – uno dei problemi più diffusi nel mondo moderno, in costante aggravamento.
L’earthing viene già utilizzato in ambito sportivo, in alcune scuole e in terapie rivolte alle persone con disabilità, con risultati che ormai non sorprendono più. Il suo utilizzo, però, va visto non tanto come una panacea per tutti i mali, quanto piuttosto come strumento per ripristinare una condizione fisica di base sana, su cui le patologie hanno minore presa. La sua efficacia è quindi legata a una pratica quotidiana il più possibile prolungata e costante, sebbene i primi effetti si riscontrino in tempi brevissimi, come ho potuto verificare personalmente, trascorrendo scalza in giardino 15-30 minuti al giorno.
Al di là delle valutazioni di chi lo ha provato e degli studi in merito, l’earthing è più che convincente nei suoi presupposti teorici. A differenza di quanto accadeva in passato, viviamo spesso in palazzi a più piani, con spazi verdi ridotti, su pavimenti non pensati per scaricare l’elettricità che accumuliamo. Indossiamo scarpe dalla suola isolante per tutta la giornata, e quando ci corichiamo lo facciamo in letti altrettanto isolati. Non è difficile credere, come gli studi indicano, che questa situazione abbia ripercussioni sulla nostra salute.
Un lusso… per tutti
Si può pensare che la pratica dell’earthing sia un lusso per pochi. Non tutte le pavimentazioni sono buone conduttrici, e anche chi ha un prato a disposizione può non essere propenso a camminare scalzo in inverno, oppure sotto la pioggia. Per fortuna la tecnologia ci viene in aiuto. Esistono infatti in commercio prodotti concepiti per permettere alle persone il contatto quotidiano con la terra, come quelli proposti dalla Earthing Italia. Si tratta di lenzuola, coprimaterassi e copricuscini, calze, fasce e tappetini da utilizzare sopra o sotto la scrivania, collegati al cavo di terra dell’impianto elettrico, in condizioni di massima sicurezza.
Questi strumenti offrono, oltre alla possibilità di praticare l’earthing ogni giorno, anche quella di aumentare la durata della pratica. Con il nostro stile di vita, infatti, trascorrere ore ogni giorno a camminare scalzi nella natura è un’idea poco realizzabile. Utilizzando questi prodotti mirati, invece, si può arrivare a rendere quasi costante il contatto con la terra, che può così sviluppare nel tempo tutti i suoi benefici, senza togliere valore alle fortunate occasioni in cui è possibile camminare a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia.
Ulteriori informazioni si possono trovare, oltre che nel libro Earthing – Camminare a piedi nudi, nell’interessante film-documentario The Earthing Movie, presente su YouTube con sottotitoli in italiano, come anche in numerosi altri video e siti che trattano l’argomento. Earthing, grounding e barefooting si sono ormai uniti per diventare uno strumento di salute e benessere alla portata di tutti.