Parliamo oggi di malinconia e tristezza, emozioni molto diffuse e spesso confuse. Scopriamo cosa sono e quali differenze hanno
Il cambio di stagione e il periodo delle tradizionali festività ci fanno sentire spesso malinconici e tristi. Malinconia e tristezza sono tue termini che usiamo spesso come sinonimi, ma che in realtà esprimono stati d’animo molto diversi.
Probabilmente è anche lo stile di vita di oggi così frenetico e strozzato da un delicato equilibrio dei bilanci economici familiari a farci sentire spesso malinconici e tristi. Manca il tempo per noi, non riusciamo più ad ascoltarci, sopprimiamo desideri e sogni, ci sentiamo spaesati in questa società a causa dei repentini cambiamenti che ci sta imponendo.
Rimpiangiamo i vecchi tempi, quelli in cui eravamo più spensierati, in cui ci si poteva godere senza pensieri un week end fuori porta, in cui c’era un generale benessere e si rideva delle cose semplici. Il risultato è che ci sentiamo spenti, avviliti, stanchi, senza entusiasmo, viviamo di rimpianti, senza sapere bene cosa stiamo provando.
La malinconia, che cos’è?
Possiamo intendere per malinconia uno stato d’animo generale che non ha bisogno di un oggetto preciso.
La malinconia può essere semplicemente un tratto che contraddistingue una persona un po’ chiusa, assorta, che tende a rimuginare, che pensa spesso al passato. Sentirsi melanconici non è detto per forza sia una condizione negativa, poiché può essere un modo che il nostro animo ha di comunicarci che siamo alla ricerca di qualcosa, che forse dobbiamo trovare dentro di noi un ingrediente che ci porti spinta, entusiasmo, felicità.
La malinconia va ascoltata e compresa. Diventa una condizione negativa quando porta con sé isolamento, negatività, abbattimento, apatia e pianti, scivolando così verso uno stato depressivo.
Nell’antichità la “melancolia”, così si chiamava, era un termine usato per indicare un abbassamento dell’umore che si credeva essere legato al fegato e a un aumento di secrezione di bile nera.
La tristezza, che cos’è?
La tristezza è un’emozione che nasce come risposta ad un oggetto ben preciso. Si è sempre tristi per qualcosa. Si è tristi perché una cosa è andata male, perché abbiamo avuto una delusione, una perdita, un lutto, ci è successo qualcosa di negativo.
Malinconia e tristezza, quali differenze?
La principale differenza tra malinconia e tristezza è proprio questa, ci possiamo sentire in generale malinconici come stato d’animo nostro, come una fase della vita in cui qualcosa ci attira verso il passato o verso qualcosa che non abbiamo più e ancora vorremmo. Per essere tristi serve sia successo qualcosa di negativo.
È per questo che la malinconia è una condizione molto amata da poeti, scrittori, ed artisti, una condizione divenuta protagonista e molto in voga durante il Romanticismo.


La malinconia, a differenza della tristezza quindi, apre uno sguardo verso di sé, verso il nostro mondo intimo, induce riflessione e stimola spesso la fantasia.
Charles Boudelaire la rende protagonista delle sue celebri poesie, Victor Hugo si riferiva ad essa come “la gioia di sentirsi tristi”, mentre il nostro Italo Calvino definisce la malinconia come “la tristezza diventata leggera”.
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