Come preparare una crema a base di oleolito di calendula e burro di cacao. Ricetta di Veronica Valle
Il nome calendula sembrerebbe derivare da calende, ossia, i primi giorni del mese. Per i romani, le calende coincidevano con i mesi lunari e la fioritura della pianta le cui corolle si aprono alla luce del sole e si richiudono al tramonto.
La calendula che si corica col sole e con lui si sveglia, piangendo.
Il racconto d’inverno di William Shakespeare
Questa pianta, così come molte altre, riconosce il sole e ne segue la luce. Non a caso la Calendula officinalis, piccola pianta erbacea che cresce spontanea nelle campagne, era chiamata dai Latini “solsequium”, ossia che segue il sole.
Nel nome, ci potrebbe essere anche un’allusione allo scorrere del tempo, i semi della calendula somigliano ai piccoli quarti di luna che compaiono una volta al mese.
Secondo un’altra teoria il termine calendula deriva, invece, dalla parola greca kàlanthos che significa coppa o cesta, in questo caso il nome sarebbe riferito alla forma del fiore.
La calendula, appartiene al genere delle asteraceae della famiglia delle composite, è una pianta annuale che cresce spontanea in tutta l’area mediterranea, dove fu importata dal Nord Africa e dall’Asia mediorientale.
I fiori della calendula sono molto simili alle margherite ma di dimensioni maggiori e con petali di colore giallo-arancio con il centro di color porpora. La fioritura avviene in estate e si prolunga fino ai primi freddi autunnali.
Gli usi dei fiori di calendula sono davvero molteplici e soprattutto legati alla pelle. Si usano anche in tisane e decotti.
Le proprietà della calendula sono anti-infiammatorie, emollienti, antibatteriche e cicatrizzanti. Componente per le tisane che leniscono i dolori mestruali è ottima anche per combattere cistite e ulcere gastriche e può curare infiammazioni alla bocca e alla gola.
Formulazioni a base di Calendula
I fiori di calendula possono essere utilizzati integralmente oppure vengono essiccati e resi in polvere o, ancora, trasformati in oli, unguenti, balsami, creme o lozioni.
La calendula si può trovare anche sotto forma di tintura o, come estratto vegetale, in capsule. I petali possono essere consumati e utilizzati in cucina.
Dopo questo brevissimo focus sulla Calendula vi svelo come ho proseguito il lavoro sull’oleolito casalingo di calendula.
Passati circa 40 giorni, durante i quali ho agitato almeno una volta al giorno l’oleolito, ho filtrato il tutto (ossia i capolini di calendula immersi nell’olio vettore nel mio caso, l’olio di mandorle).
Non sono necessarie grandi attrezzature e/o mezzi tecnologici. Basta avere un semplice:
- colino;
- spatolina;
- garza.
Ho rovesciato lentamente il contenuto del barattolo nel colino ed ho lasciato che tutto filtrasse in un secondo recipiente. Ogni tanto ho mescolato i capolini sul colino così da facilitare l’operazione.
Ho coperto il colino con la garza e lasciato che il processo avvenisse con calma. Una volta terminata questa prima fase, con l’aiuto di una pipetta ho riempito di oleolito alcuni piccoli contenitori e li ho donati ai miei affetti.
Ma, ho provato a realizzare anche una crema/balsamo a base di oleolito di calendula e burro di cacao.
OCCORENTE
- Oleolito di calendula
- Grani di burro di cacao
Procedimento
- Sciogliere a bagnomaria i grani di burro di cacao.
- Aggiungere gocce di oleolito di calendula.
- Amalgamare delicatamente.
- Lasciar raffreddare in pottini.
A questo punto la crema/balsamo corpo è pronta per essere utilizzata.
Essendo fatta in casa e con prodotti freschissimi, ha un tempo di utilizzo sicuramente inferiore rispetto alle creme/balsami commerciali. Quindi vi consiglio si prepararne poca alla volta al fine di utilizzare sempre un prodotto freschissimo ed ottimo per la vostra pelle.
Le creme a base di calendula sono ottime in caso di pelle arrossata e punture di insetto. Inoltre, la crema di calendula può essere utilizzata per trattare geloni e abrasioni.