Oleolito di Calendula (ancora) in preparazione. Ricetta di Veronica Valle
Qualche giorno fa una mia cara amica, che vive in uno splendido casale nelle campagne di Velletri insieme a tantissimi amici a quattro zampe, mi ha fatto dono di tantissima Calendula selvatica, il cui nome scientifico è: Calendula arvensis L. È conosciuta anche come fioraccio selvatico ed in inglese field marigold.
Conoscendo la mia passione per l’autoproduzione e la fitoterapia, mi ha suggerito di farne dell’oleolito. Ho pensato di condividere con voi la mia “ricetta casalinga” dell’oleolito di Calendula ed i suoi benefici.
Ho pensato di aggiungere tavola botanica della pianta ed un’immagine scattata in natura (lungo uno dei sentieri del lago di Nemi provincia di Roma).
Per la preparazione dell’oleolito di calendula si parte dalla pianta, in natura ne esistono diverse specie, si può usare sia il fiore fresco che essiccato.
Per essere certa che nel mio oleolito non si sviluppino muffe, ho preferito utilizzare il fiore essiccato, ma ci sono metodi validissimi per utilizzare i fiori (possono essere definiti anche capolini) anche freschi.
Una volta essiccati i fiori, ho valutato quale potesse essere l’olio vettore migliore per le mie esigenze e gusto personale. Ho optato per l’olio di mandorle (ovviamente se ne possono usare anche altri, ad esempio: oliva, cocco ecc…)
L’olio di mandorle ha una consistenza molto leggera, se paragonata all’olio di oliva, ed un colore più tenue. Sulla pelle ha un ottimo assorbimento e la rende decisamente più elastica.
I benefici di questo tipo di preparazione sono legati soprattutto al benessere della pelle: infiammazioni cutanee, articolari e/o muscolari. L’oleolito di calendula è un ottimo rimedio contro ferite, punture di insetto.
OCCORENTE
Due semplici ingredienti
- Fiori di calendula (circa 80g)
- Olio Vettore (circa 500g) nel mio caso Olio di Mandorle
In ogni caso, regolatevi anche a buon senso, la cosa più importante è ricoprire totalmente i fiori con l’olio vettore.
Come procedere
Disporre i fiori all’interno del barattolo di vetro sterilizzato e versare l’olio fino a coprirli totalmente per circa 2 centimetri.
Coprire il barattolo con una garza fissata con un elastico, avvolgere il barattolo con della carta stagnola.
Posizionare il barattolo vicino a una finestra in modo che il sole possa riscaldare dolcemente l’olio.
Lasciar riposare per almeno 10 giorni e poi tappare il barattolo.
Agitare per bene il barattolo ogni giorno per circa 4 settimane.
Concluso questo periodo, filtrare l’olio alla calendula e versarlo in un contenitore di vetro pulito.
Conservare l’oleolito di Calendula
Una buona conservazione dell’oleolito ci consente di poterlo utilizzare assicurandoci che tutte le sostanze benefiche durino a lungo.
Vi consiglio di mantenerlo in vasetti di vetro, in un luogo asciutto e pulito (un armadietto andrà benissimo).
L’oleolito ha una buona azione idratante ed antiossidante, sulla pelle agisce su screpolature e arrossamenti grazie al suo alto contenuto di vitamina A.
Per tutte queste proprietà benefiche la calendula è spesso utilizzata anche per preparare tinture madri, infusi e decotti… unguenti!
Al momento il mio oleolito è ancora in preparazione… quando sarà pronto, se siete curiosi vi mostrerò il risultato finale!
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