Non c’è più bisogno di uccidere gli animali per riscaldarsi durante l’inverno e per essere eleganti, spiega Aleksandra, ideatrice di Unreal Fur Coat
Non c’è più nessuna scusa: oggigiorno le pellicce sintetiche, in inglese Unreal Fur, sotto ogni aspetto sono migliori di quelle vere. Ed è proprio da una piccola azienda russa di Perm che possiamo trarre il miglior esempio. Conosciamo l’esperienza di Aleksandra e scopriamo quali sono le caratteristiche e i vantaggi di queste rivoluzionarie pellicce.
Aleksandra Stepanova, designer, imprenditrice, produttrice di pellicce Unreal Fur Coat: “Nelle nostre pellicce non usiamo nessun materiale animale. L’idea di questa produzione è nata circa 7 anni fa. All’epoca mi occupavo attivamente di volontariato, aiutavo gli animali per strada. Inevitabilmente mi sono scontrata con una domanda cruciale: perché aiutiamo gatti e cani e nello stesso tempo siamo indifferenti verso altri animali? Sono diventata vegetariana in quel momento. E un obiettivo importante per me è diventato anche l’idea di rifiutare pellicce naturali e fornire alle persone un’alternativa.
Come è nata l’idea di Unreal Fur Coat?
Tutto è cominciato semplicemente. Un giorno un mio conoscente si è rivolto a me con una richiesta di aiuto per guarire una volpe investita da una macchina. Bisognava organizzare una raccolta di soldi. Non era un gatto o un cane, per questo abbiamo cominciato a rivolgerci non soltanto nei gruppi di aiuto di animali domestici ma anche nei gruppi come “No alle pellicce”.
Ho cominciato a leggere e ad interessarmi di più su questo. Parallelamente realizzavo oggetti d’artigianato per diverse fiere di beneficenza. Per caso abbiamo comprato un pezzo di pelo sintetico in un negozio e ci abbiamo cucito dei guanti, diverse piccole cose, cappelli. Ed è nata l’idea che si potevano creare degli accessori che sembrano fatti di pelo vero e nello stesso tempo senza uccidere nessuno per questo.
Ero circondata da persone entusiaste nell’aiutare gli animali, che erano già vegetariani in quel momento e c’era una grande richiesta di pellicce non naturali. In quel momento a Perm non c’era alternativa, la gente ragionava: “State dicendo che vestire pellicce non va bene, ma allora con cosa vestirsi? Non ci sono alternative: con il pelo sintetico fa freddo, con i piumini fa freddo o non ti dà un tono. Sono una donna di un certo livello, voglio andare al lavoro vestita degnamente, non posso presentarmi con un giubbotto come un’adolescente!” Molte persone ragionavano in questo modo.
“Stiamo osservando una grande crescita di interesse verso le pellicce sintetiche”
Per fortuna sta cambiando fortemente l’informazione e stanno cambiando i clienti. Stiamo osservando una grande crescita di interesse verso le “unreal fur” perché in particolare in Russia, compreso la nostra città, stiamo creando un prodotto che, a mio avviso, non avrebbe potuto nascere in un altro paese. Perché, da una parte, ci stiamo orientando verso il trend occidentale del rifiuto dello sfruttamento animale.
Dall’altra parte, in Russia la pelliccia è un oggetto di culto, è un oggetto che la famiglia pianifica di acquistare così come una macchina, un appartamento. È una parte importante della cultura che rispecchia tutto: l’atteggiamento di un uomo verso una donna, l’atteggiamento della donna verso se stessa. È una questione molto profonda che tocca la cultura e la psicologia.
Le donne in Russia non vogliono vestirsi con pellicce sintetiche che sembrano peluche. (Anche se questo trend sta arrivando, tra qualche anno tutte noi ci vestiremo così e questo non sarà male.) Ma ora le nostre donne vogliono che le pellicce siano, sì, sintetiche, e quindi anche meno costose e più abbordabili. Molte stanno riflettendo che non debba portare sofferenze agli animali. Ma nello stesso tempo non vogliono che questo indumento sembri economico, non vogliono che sia sgradevole al tatto, vogliono che questo indumento le dia piacere.
“Non ci siamo mai focalizzati solo sui vegani”
Una grande parte delle nostre clienti ancora vuole che le pellicce assomiglino a quelle vere. Non ci siamo mai focalizzati solo sui vegani. Sin da subito abbiamo voluto orientare il nostro prodotto verso il più grande numero di persone. Così molti compreranno le pellicce sintetiche invece di quelle naturali. Ma nello stesso tempo ogni nostro prodotto è idoneo ai vegani perché non utilizziamo pelle vera, pelo di animale, piuma o alcun prodotto termo-isolante di origine animale.
Ogni anno cresce il numero delle clienti che vuole, al contrario, pellicce di fantasia, appositamente finte, di colore acceso ma che mantengano una struttura piacevole al tatto. Per questo noi scegliamo materiali da soli. E anche se la pelliccia sembra naturale o, al contrario, non naturale, molto colorata, è sempre molto piacevole al tatto.
Come fanno a trattenere il caldo?
Di certo la questione principale è stata quella di trattenere il caldo. Dovevamo fare un prodotto più caldo di un piumino, di una pelliccia vera, di un cappotto di pelle. E ci siamo riusciti utilizzando un tessuto termico prodotto da fibre sintetiche di trama super sottile che trattiene più molecole di aria e dà un buon termo-isolamento. In più in tutti i prodotti, anche se il cliente non vuole lo strato di termo-isolamento, utilizziamo lo stesso uno strato protettivo dal vento. Creando un prodotto così, abbiamo raggiunto un grande numero di persone.
Per quanto riguarda le condizioni di temperatura delle pellicce Unreal Fur Coat, abbiamo cominciato con una richiesta di pellicce più calde possibili. Nei primi anni abbiamo cucito la maggior parte di pellicce con una protezione fino a – 35°C, questo è quello che dichiariamo sui nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo cominciato a cucire molti indumenti di mezza stagione. Si possono ordinare dei modelli alleggeriti oppure scegliere il pelo più corto.
Ora di solito suddividiamo la nostra collezione in indumenti con protezione fino a -35°C e indumenti fino a -15°C circa che sono confortevoli per portarli durante l’inverno in città, quando ci si sposta anche in auto e non si ha bisogno di un grande termo-isolamento. Si dà più importanza alla praticità dell’indumento. Che non si rovini nella macchina e per l’umidità, per la pioggia e nello stesso tempo che non lasci passare il vento.
Come è strutturata la vostra produzione?
Abbiamo organizzato la nostra produzione in modo che il nostro negozio e la fabbrica si trovino nello stesso edificio, è molto comodo. Quando abbiamo cominciato a lavorare, dovevamo spostarci di più, era più difficile. Ora nella produzione delle nostre pellicce sono coinvolti circa 10 sarti. Sono spesso persone che prima lavoravano sul pelo naturale. Siamo riusciti portarli via da quel impiego, sono stati formati, si può dire.
Attualmente non esiste una formazione per lavorare con pelo sintetico, ma abbiamo elaborato delle norme di produzione, degli standard. Siamo riusciti a fornire a queste persone un altro tipo di lavoro e ora trattano solo pelo sintetico. Questa è la nostra regola come atelier, come negozio e, anche se i clienti ce lo chiedessero, non utilizzeremmo materiali di origine animale. Sono circa 10 lavoratori, in più ci sono io che lavoro, mi aiuta mio marito. Abbiamo anche dei collaboratori che ci aiutano da fuori: delle persone che si occupano di pubblicità, di contabilità e altri servizi esterni.


Come inventate il design delle pellicce, dei gilet, dei cappotti Unreal Fur Coat?
Invento tutto io. Non ho fatto studi nel campo della moda, ma sin dall’infanzia uno dei miei passatempo preferiti, oltre al fatto che amavo molto i gatti, era cucire con la macchina da cucire della nonna. Cucivo sempre dei vestiti per le bambole, dei piccoli peluche, dei calzini per gatti, dei cappellini. Ho cominciato con il cucire da sola degli accessori di pelo sintetico. Ho imparato su di me come lavorare con questo materiale e cosa fare.
I primi anni ho tagliato da sola tutti i modelli delle pellicce, prima di organizzare la sartoria e di aver impiegato delle persone per farlo. Scelgo da sola tutti i materiali, è una componente creativa. Quando trovo un pelo che mi piace, vedo la sua fattezza, nascono le idee di cosa farne. Ovviamente bisogna fare delle correzioni per far diventare questo indumento pratico, caldo e comodo da indossare ma è una bella occupazione creativa.
In più noi vendiamo degli scampoli, dei ritagli di pelo sintetico per cucitrici creative. Molte ne fanno dei peluche ed è un bellissimo passatempo creativo ed un lavoro molto interessante, mi piace molto.
Come vi trovano i vostri clienti?
Cominciare questo business e cercare i primi clienti per me è stato molto facile perché i primi clienti erano i miei amici, conoscenti volontari, vegetariani, persone che chiedevano pellicce di pelo sintetico. Hanno visto che si poteva cucire cappelli, guanti, gilet e mi hanno detto: “Cosa aspetti? Aggiungi semplicemente le maniche ai gilet!” All’inizio è stato molto facile.
Anche ora funziona benissimo il passaparola. I clienti ritornano. Ci sono persone che hanno fino a 8 capi dei nostri indumenti accumulati in questi anni di produzione. Sono indumenti diversi: gilet, cappotti, pellicce per diverse temperature. Ovviamente siamo molto attivi sui socials, che è uno dei metodi più comodi per essere in contatto. Partecipiamo a diversi eventi, siamo partner con concorsi di bellezza, con agenzie di moda per scatti fotografici.
Lavoriamo con studenti, con ragazzi per fargli vedere che esiste il pelo sintetico e che, secondo molti criteri, è meglio di quello vero e che allo stesso tempo ha il vantaggio che non si deve uccidere nessuno. Di solito tutte le organizzazioni pubbliche diventano volentieri nostri partner, comunicano, condividono informazioni. E i clienti di solito arrivano tramite conoscenze o grazie a internet.