Puntiamo i riflettori oggi sul tema della sostenibilità dei fiori e chiediamo a Stefania Di Pietro, giornalista, come orientarci nella scelta di fiori etici ed ecosostenibili a partire dal suo nuovo articolo su Terra Nuova
Tutto sappiamo sulla stagionalità di frutta e verdura, ma troppo poco sulla stagionalità e territorialità dei fiori. Chiediamo oggi alla giornalista Stefania Di Pietro, a seguito del suo articolo su Terra Nuova, come scegliere fiori etici ed ecosostenibili.
Stefania, mi sono resa conto che non avevo mai sufficientemente riflettuto sull’etica e la sostenibilità dei fiori. Ci facciamo tante “problemi” su quando la frutta e la verdura sono di stagione, se sono del territorio, ma pretendiamo di regalare le rose tutto l’anno. partiamo da qui. Che cosa significa un fiore etico ed ecosostenibile?
Lo scopo dell’io articolo era focalizzare l’attenzione su qualcosa che non era mai stata tratta approfonditamente come prodotto ortofrutticolo. Sesso si regala un fiore come momento di svago, per anniversario, qualcosa di transitorio, quindi effimero.
Mentre un fiore ha alle spalle un percorso. E il percorso dei fiori, delle rose che arrivano dai nostri fiorai non è sempre, come si può dire, tutto rose e fiori. C’è alle spalle un percorso di un business. L’industria florovivaistica è un’industria che ha un impatto notevole sul nostro ambiente. Ecco perché è giusto focalizzare l’attenzione proprio sull’ecosostenibilità dei nostri fiori.
Fiori etici ed ecosostenibili, cosa sono?
Un fiore sostenibile è un fiore che non fa male all’ambiente, che non ha percorso migliaia di chilometri, non è stato congelato all’interno delle celle frigorifere dei Boing per giungere alle nostre terre.
Terrificante! I fiori vengono congelati?
I fiori subiscono l’apporto di sostanze ritardanti, il congelamento all’interno delle celle e anche delle sostanze chimiche (ecco perché l’impatto sull’ecosistema è grandissimo) che ne ritardano lo sviluppo. Per cui quella rosa quando verrà scongelata, tolta dal suo cellofan per essere posta poi nei nostri vasi a casa durerà soltanto due/tre giochi perché aveva già compiuto il suo ciclo vitale.
È una cosa veramente drammatica. Se vogliamo considerare che chi ce l’ha regalata l’ha fatto come un atto d’amore, e in realtà non c’è stato un atto d’amore nei confronti della natura.
Anche questi fiori se durano così poco in vaso alla fine non è così colpa del nostro mancante pollice verde, ma perché effettivamente crediamo che un fiore sia una cosa naturalissima, ma in realtà…
In realtà, se noi considerassimo dei fiori locali, a km zero e stagionali soprattutto, la loro durata sarebbe sicuramente superiore, oltre che il loro aspetto. È un po’ come accade alla frutta e alla verdura. Quanto è bello aspettare le fragole nel momento opportuno, nella stagione giusta, piuttosto che andare a trovarle a febbraio. Ho visto andando in giro già fragole pronte per essere vendute.
Così avviene nello stesso periodo alle peonie. Le peonie dovrebbero essere vendute nel periodo primaverile. Le stesse rose del nostro territorio fioriscono e sono pronte per essere recise nel periodo di giugno, non certo a febbraio.
Per cui i fiori stagionali del nostro territorio ne possiamo trovare tantissimi, basta andare a studiare la nostra terra.
Fiori etici ed ecosostenibili: locali km 0 e stagionali!
Rieduchiamoci! Aiutaci in questo. Ormai stiamo divulgando molto la consapevolezza relativa alla stagionalità di frutta e verdura. Però forse troviamo poche informazioni, siamo poco sensibili a studiare, a comprendere anche la stagionalità dei fiori. Quindi se le rose è meglio che le regaliamo a giugno, aiutaci a capire il mese per mese. Ad esempio, in questa fase invernale.
C’è da considerare che i fiori della primavera nascono dai bulbi che sono stati piantati in autunno, è facile in primavera trovare i ranuncoli. Se invece ci troviamo nel periodo autunnale, i colori della stagione autunnale saranno molto simili ai colori dei fiori che la natura ci offrirà. È il caso dei girasoli bellissimi da regalare.
Così come può essere la territorialità legata alle nostre regioni. Vai, per esempio, in Val d’Aosta. Pochi sanno che un fiore molto regionale è l’astragalo che ha bellissimi fiori gialli. Oppure quanto sono belli i fiori di zafferano che si trovano soprattutto nella regione del Chianti. Se andiamo nelle isole, possiamo trovare il ribes che fa dei bellissimi fiori.
Molto spesso si usa regalare le rose blu ma pochi sanno che sono verniciate. Non nascono blu per natura. Perché scegliere una rosa blu quando si può trovare in natura dei fiori effettivamente, come possono essere le ortensie. Le ortensie sono dei bellissimi fiori di colore turchese che potrebbero essere anche di grande effetto per un regalo particolare.
Quindi di fiori locali km 0 e stagionali il nostro territorio ne ha a dismisura. La cosa importante è capire come andare a trovare questi fiori.
Movimento Slow Flowers
Se no andiamo dal fiorista e chiediamo il mazzo di fiori, ci propongono rose, tulipani, le gerbere e poco altro. Come trovare anche tutta questa varietà o sensibilizzare? Parliamo anche a chi si occupa di serre, di fiori. Come ampliare l’offerta?
Basterebbe andare alla ricerca nel nostro territorio di piccole “flowers Farm” in qui questi coltivatori Parma non producono fiori in serie catalogati, industrializzati, come possono essere i fiori di importazione. Sono i fiori che dona il loro territorio.
Da dove nascono queste piccole “Farm”? Dal Movimento Slow Flowers che è stato citato nel mio articolo. È un movimento che nasce negli Stati Uniti ma che vede rifiorire anche in Italia queste piccole associazioni di floricultori.
Negli Stati Uniti c’è la pendenza ad andare a visitare le fattorie e lo si fa soprattutto per i prodotti orticoli, per esempio, le zucche nel periodo di Halloween. Le famiglie portano i propri bambini a prendere la zucca dal campo, la pannocchia del campo di granturco.
Così si potrebbe fare in Italia per ciò che concerne i fiori. Queste piccole fattorie sono collegate tutte ad anello a catena con il movimento SlowFlowers Italy che sorge nel 2018 nelle colline del Chianti. Si trovano localizzate in tutto il nostro territorio dall’Oltrepò Pavese ai laghi principali (sul lago di Como e sul lago d’Iseo) fino a scendere fino al sud Italia, quindi anche in Sicilia e in Sardenia.
Andando a visitare queste piccole flowers farm, i coltivatori faranno partecipare i consumatori alle piccole workshop e quindi insegneranno e rieducheranno alla stagionalità e alla conoscenza del fiore locale.
Molto interessante, è una realtà che non conoscevo, dobbiamo promuovere queste realtà territoriali che ci permettono entrare direttamente nella natura, non sono nel cogliere frutta e verdura, ma porre anche i fiori sullo stesso livello di frutta e verdura.
Fiore come simbolo di spontaneità
È importante tornare a dare quell’immagine del fiore simbolo di spontaneità, e la spontaneità è quella che ti dà la natura. Ci vuole un collegamento tra l’uomo e la natura, anche per ciò che concerne uno stelo reciso: un dono che si fa soltanto in un certo periodo dell’anno per particolari occasioni. Ma nonostante ci sia questa transitorietà, un concetto effimero del fiore, il fatto che si possa cogliere ancora un fiore da un campo, una margherita, e donarla al posto di una rosa o di un tulipano importato, ha sicuramente un valore più grande perché è un valore di spontaneità legata all’armonia con la natura.
Bellissimo! Unire ai fiori il concetto di spontaneità per ritornare anche a rendere un pochino più di valore anche il regalo dei fiori, spesso vissuto come banalmente “non so che cosa fare, ecco che porto un mazzo di fiori o regalo una pianta”.


E le orchidee?
Un ultimo suggerimento. Siamo in inverno, ci stiamo avvicinando anche a San Valentino, quindi se vogliamo regalare un mazzo di fiori che sia effettivamente etici ecosostenibili e spontanei, che cosa scegliere?
Io sceglierei il vaso di ciclamini. Sembra strano, ma è profumato, bello, divertente da regalare. Andrei alla ricerca dei mughetti. Si pensa, per esempio, che il mughetto sia un fiore per le spose, ma in realtà non è così. È un fiore bello da vedere, profumato.
Andiamo oltre alla classica orchidea. Immagino che dietro l’orchidea ci sia un business. Anzi, se vuoi aprirci una piccola parentesi, penso che possa essere di interesse per tutti.
Considera le serre, che sono circa 1 milione 700 mila dislocate in Africa, Sud America, Asia, e soprattutto i lavoratori e le lavoratrici sottopagati che non hanno nessuna tutela né la sicurezza sul lavoro. Però a garantire l’eticità di questi fiori importati è un’altra organizzazione: la FairTrade (il cui marchio che può essere ritrovato dai nostri fiorai, anzi, è bene che il consumatore chieda dei fiori con garanzia fairtrade) che serve a tutelare i lavoratori delle serre dislocate in tutto il mondo.
Allora viva i ciclamini e abbasso le orchidee! Iniziamo a rapportarci ai fiori in modo del tutto nuovo, con sensibilità, facciamoci delle domande e scegliamo dei fiori etici ed ecosostenibili!
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