A poche ore dalla perizia forense, scopriamo insieme cosa succederà all’orsa Jj4
In queste ultime settimane abbiamo seguito con il fiato sospeso il caso dell’orsa Jj4, l’evolversi di una reazione di arrogante e prepotente violenza, bloccata grazie al prezioso contributo delle associazioni animaliste. Una nuova perizia potrebbe cambiare ora improvvisamente il corso degli eventi.
La morte di un giovane runner in Trentino, nei boschi della val di sole sopra Caldes, il giorno 5 aprile scorso, accende un vero e proprio caso. Subito si punta il dito contro un’orsa, nota con il nome Jj4, 17 anni, mamma di tre cuccioli. I genitori dell’orsa Jj4 sono sloveni e sono arrivati in Italia nel 2000 con il progetto “Life Ursus” con lo scopo di ripopolare di orsi l’arco alpino.
Su di lei un precedente, l’aggressione con ferimento di due persone il 22 giugno del 2020. Autorità, cronaca a popolazione locale si lanciano contro di lei fin da subito, ignari di autopsia e ignari di perizia veterinaria. Ricordo che sull’orsa Jj4 pende attualmente un’ordinanza di abbattimento voluta dal presidente della provincia autonoma di Trento, frenata a seguito dei ricorsi degli animalisti.
Recentemente è stata realizzata una perizia veterinaria su mandato della LEAL Lega Antivivisezionista.
Cosa dice la perizia sul caso dell’orsa Jj4?
L’orsa Jj4 sembrerebbe essere innocente.
Secondo la perizia veterinaria forense, i segni lasciati dai canini dell’orso che ha ucciso Andrea Papi “non sarebbero compatibili con quelli di Jj4 perché le femmine di orso presentano misure inferiori rispetto ai maschi sia come massa corporea sia come misure dentali”.
La perizia afferma quindi che il morso rinvenuto sul corpo del giovane runner di 26 anni non è compatibile con la dentatura di un’orsa femmina, un’orsa come Jj4.
È opportuno anche ricordare, come afferma il documento, che la dentatura di un animale secondo la medicina veterinaria forense, ha il medesimo valore delle impronte digitali umane.
L’esito di questa perizia porta inevitabilmente la LEAL Lega Antivivisezionista a richiedere la liberazione immediata dell’orsa e le dimissioni del presidente della provincia autonoma del Trentino.


Una delle prime reazioni alla recente perizia riguarda la famiglia di Papi che su via prudenziale prende ufficialmente le distanze da riscontri ancora non oggettivi agli atti ufficiali. Famiglia, che fin da subito, si è mostrata contraria all’abbattimento di quell’animale ritenuto responsabile della morte del figlio.
Un’evoluzione importante, quindi, che potrebbe essere decisiva quando il 25 maggio la sezione unica del Tar di Trento deciderà definitivamente il destino dell’orsa Jj4 ormai rinchiusa dal 18 aprile scorso presso il centro faunistico del Casteller a Trento. La decisione sarà quindi quella o di scagionare l’orsa oppure confermare l’ordinanza di abbattimento del governatore.
Questa vicenda deve comunque farci riflettere.
Ne è emersa una cieca sete di vendetta, il desiderio umano di affermare la propria perenne superiorità sul mondo animale a scapito di ogni cosa.
Ne è emersa anche la mancanza di gestione, di organizzazione del territorio, la mancanza in una regione montana come lo è il Trentino, di un dialogo consapevole ed equilibrato con la natura e i suoi abitanti.
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