Come vive un orso bruno nel suo habitat naturale se indisturbato dalla presenza dell’uomo?
Come vive un orso bruno se indisturbato dalla presenza dell’uomo? Esiste un meraviglioso esempio in Kamchatka, in Russia, dove gli orsi sono protetti dalla legge e vivono in totale armonia con la natura. Possiamo osservare questo attraverso “Gli orsi della Kamchatka. La vita comincia”, un grande lavoro documentaristico prodotto da Irina Zhuravleva e dallo studio “Lesfilm”. Irina ci fa conoscere la vita degli orsi nel loro paradiso naturale: la Kamchatka.
Un luogo dove chiunque sognerebbe di andare. Un paradiso lontano da tutto e da tutti, ma popolato da una fauna e una flora paradisiaca. È la Kamchatka, 9 ore di volo da Mosca verso nord-est e si arriva in una terra dove gli esemplari di orso bruno vivono felici e in totale armonia. Anche l’uomo non viene da loro risentito come una minaccia e quindi, se muniti di speciali permessi e conoscenze, li si può avvicinare per ammirarli o filmati.
Riserva Naturale della Kamchatka del sud: il paradiso dell’orso bruno
“Il posto dove stavamo filmando, il lago Kuril, si trova nella Riserva Naturale della Kamchatka del sud. È il paradiso di orsi. Ci sono circa 1000 orsi bruni che vivono là, dove l’essere umano non interferisce. Questi orsi sono felici perché sono protetti e perché hanno tutti tipi di cibo di cui hanno bisogno: pesce, bacche, pinoli. A causa di questo, gli orsi hanno cominciato a perdere la paura verso l’uomo. Abbiamo avuto più o meno buone condizioni per filmarli il più vicino possibile. Però bisogna seguire le regole certamente, come comportarsi vicino a questi selvaggi animali veramente grossi.
Siamo riusciti a filmare molto vicino, dai 15 ai 25 metri. Se ti avvicini a loro con amore, rispetto e con conoscenza basica della loro biologia, loro emozioni, loro caratteri, loro reazioni, allora è più o meno possibile filmare in sicurezza da molto vicino”.
Seguiamo alcuni cuccioli di orso bruno durante il primo anno di vita
Questo è ciò che ha fatto una squadra di esperti fotografi e documentaristi, organizzata dalla produzione da Irina Zhuravleva. La troupe ha potuto seguire alcuni cuccioli di orso bruno durante il primo anno di vita. Dal momento che escono dalla loro tana fino al momento in cui tornano alla tana per andare in letargo. Le immagini raccolte sono strabilianti. Ne è nato così il documentario “Gli orsi della Kamchatka. La vita comincia”, un’opera che ha già ricevuto oltre 20 premi e che ha partecipato ad oltre 50 festival.
Prima di tutto volevamo mostrare come sorprendenti, intelligenti, belli, emozionanti sono gli orsi bruni. Poi volevamo aprire questo mondo della famiglia di orsi bruni al pubblico.
Immagino, pochissima gente sa cosa succede all’interno della famiglia di orsi bruni. L’orso bruno è il simbolo della Russia. È trattato in un modo un po’ primitivo. Volevamo cambiare questa percezione dell’orso bruno. Volevamo mostrare come sorprendente è mamma-orsa, come è protettiva, come è gentile e cosa succede per un anno intero dei cuccioli orsacchiotti.
Stavamo filmando in un’area protetta, nella Riserva Naturale della Kamchatka del Sud. Volevamo parlare dell’importanza delle aree protette, dell’importanza della protezione della biodiversità: orsi bruni, salmone, che è un elemento cruciale per questo posto. C’è la più grande area di riproduzione di salmone rosso nel luogo dove abbiamo girato. Quindi questo film è devoto anche alle riserve naturali, alle aree protette.


Lavorare su questo film mi ha portato a smettere di mangiare carne
Certamente non si tratta di soli orsi, personalmente sento una profonda connessione con la natura in generale e con tutti gli animali. Per me è stato un passo molto importante: smettere di mangiare la carne, quindi non la mangio attualmente. Anche il nostro operatore non la mangia. Potete vedere alcune foto di lui che fa yoga vicino agli orsi bruni. É importante per me, è importante per lui essere eticamente corretti verso gli esseri viventi.
Personalmente sono stata produttrice, lo sono ancora, quindi ho dovuto cercare soldi, organizzare tutto, logistica, processo di riprese, pubbliche relazioni, campagne di raccolta soldi. Ho lavorato anche con gli sponsor. Quindi ho dovuto essere offline da qualche parte, non potevo stare là perché là non c’è connessione, non funziona il cellulare. Ma è impossibile lavorare su un progetto e non essere sul campo. Sono stata in Kamchatka nel 2015. Abbiamo continuato a filmare nel 2016 e sono andata anche ormai come regista del film con il secondo camera operatore. Questa terra mi ha impressionata molto profondamente.
Non mi sono mai sentita così come là, in nessun’altra parte del mondo, e viaggio davvero parecchio. Sembra un altro pianeta, sembra che non ci sono paesi, non esiste la politica, né il sistema economico, né la questione di soldi. Si percepisce la natura pura, la natura dove noi siamo solo una piccola parte e siamo responsabili per proteggerla. L’ho sentito molto profondamente là. E questo mi ha aiutato veramente nel lavoro con il film, nella post produzione e altro”.
Nuovo progetto sulle grandi antiche foreste della Russia
Ora la produttrice Irina Zhuravleva, forte di questo successo, ha già messo in cantiere una nuova produzione: “The Ancient Forest” (La Foresta Antica). Questa volta il cuore del documentario saranno le grandi antiche foreste della Russia. Un argomento ampio tanto quanto la vastità di tutto il territorio russo. Questo richiederà un grande sforzo produttivo e organizzativo. Sono previsti almeno 3 anni di lavorazione ma il progetto è già avviato. Lo studio “Lesfilm” è alla ricerca di fondi, collaborazioni e opportunità di coproduzioni. Lancerà anche una campagna di crowdfunding. Seguite le novità.