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Randagismo in Italia, la proposta di Stop Animal Crimes Italia

Regole e principi per eradicare definitivamente il randagismo in Italia, secondo la lunga esperienza di Antonio Colonna

Il randagismo è una vera piaga in Italia. In questa intervista Antonio Colonna illustra i principi e il programma di Stop Animal Crimes Italia che vuole eradicarlo completamente grazie a regole precise e giustizia.

La situazione attuale è drammatica, fenomeno incrementato negli anni e per le seguenti ragioni.

L’animalismo che non fa nulla per risolvere i problemi e i fenomeni a danno degli animali perché a nostro parere diventato un sistema che sopravvive grazie alle problematiche che subiscono gli animali e che risolverle significherebbe chiudere baracca.

Da un lato i grandi enti che fanno propaganda commerciale, privi di intenti risolutivi e dall’altro migliaia di piccole associazioni e singoli volontari (questi ultimi due, se i primi vivono grazie ai problemi, si occupano di emergenze e non delle cause, del problema ma non della soluzione).

Un animalismo che segue campagne ideologiche per mantenersi in vita, ma senza soluzioni, ma che al 90 % è occupato dal randagismo e come e perché?

Oggi il randagismo è affrontato da un sistema di pronto soccorso fatto da accalappiatori, veterinari, staffette e pensioni abusive (stalli) alimentati e mantenuti in vita dal flusso di milioni euro che transitano su postepay private o iban di piccole associazioni che nascono ad ogni litigio e che non rappresentano altro che la impersonificazione del singolo che vuole gestire tutto da se… e perché?

Perché questo meccanismo autonomo, che chiamiamo “mondo animalista di mezzo”,è fatto da migliaia di sedicenti volontari che traggono profitto e che si confondono intelligentemente tra altre migliaia di volontari per bene che vogliamo tutelare e calamitare; la maggior parte di loro infatti è senza un’occupazione.

Per tale ragione economica, questo 90% dell’animalismo italiano non ha mai avuto interesse a trovare soluzioni contro il randagismo seriamente, con la conseguenza che la Pubblica Amministrazione deputata alla lotta al randagismo (Sindaci, ASL, ecc..) continua ad essere inadempiente (dove il termine prevenzione è sconosciuto) e priva di soluzioni, utilizzando società private cui far gestire i propri cani randagi nei canili a morire, con la complicità degli stessi animalisti, troppo presi dal “mondo animalista di mezzo” con i propri rifugi abusivi (casalinghi o rurali) – che in Italia sono migliaia – fiancheggiati da grandi enti animalisti che acquistano volontari approvvigionando i rifugi abusivi di aiuti (crocchette, farmaci, ecc…).

ll risultato è un randagismo quale realtà da tenere in vita e non da risolvere, dove il sedicente volontario non denuncia, non si mette contro, non opera per risolvere il problema ma che pensa a creare e conservare questa autogestione degli animali randagi in modo individualista, autonomo, fuori dalle leggi e dalla funzione naturale che dovrebbe avere un’Associazione.

Questa la rappresentazione fedele della realtà che molti sanno ma tacciono e che alimenta il randagismo in Italia da oltre 30 anni e che noi intendiamo combattere da subito…

La proposta di Stop Animal Crimes Italia

… E lo vogliamo fare, forti di una diagnosi che ci ha visto sul campo per 2 anni, una diagnosi che ci indica una sola cura: colpire il mondi animalista di mezzo per spingere il volontario e le associazioni a tornare, qualora lo fossero mai stati, a pungolare la P.A. deputata a combattere il randagismo a trovare soluzioni insieme!

Prendersela con i Sindaci, aspettandosi il cambiamento dalla P.A. senza sollecitarla, è puro pretesto per continuare a tenere le cose così come stanno. I Sindaci vanno sollecitati e sostenuti attraverso i volontari e le Associazioni serie e non quelli che come oggi poppano dai Comuni soldi attraverso convenzioni prive di azioni risolutive ma fittizie!

Così come pretestuoso gridare ai canili lager, solo per continuare ad avere randagi sulle strade da prelevare e gestire come abbiamo, detto quando migliaia di cani nei canili sono abbandonati in primis dall’animalismo, incapace di creare un fronte unitario influente al punto tale da abbattere i muri alzati dal privato e al punto da non usare i canili per finanziare il proprio rifugio abusivo!

La nostra soluzione è contenuta nel CEO animalista e istituzionale, dove si indica la strada che ogni volontario deve seguire, con cui pretendere il rispetto della legge e la denuncia in caso di omissioni, acquistare una nuova visione e un nuovo modus operandi volto a influenzare la P.A. e incidere come una cura su tutti gli aspetti malati della P.A. che impediscono l’applicazione della legge.

In sintesi, ogni ritrovamento va segnalato all’Autorità pubblica che dovrà farsi carico dell’accalappio e trasporto presso il sanitario o struttura veterinaria o presso il proprio canile dove i volontari entreranno poi fare adozione, non stallo!

Se il cane viene dato direttamente al volontario dal Comune, questo va curato e detenuto secondo il CEO ossia ricevendo aiuti attraverso IBAN e in strutture autorizzate o non colme di cani o gatti. L’omesso intervento va denunciato e le spese sostenute per le cure dell’animale saranno richieste al Sindaco.

Proponiamo ai Sindaci la realizzazione di un ambulatorio policentrico che sostituirà il canile sanitario e una struttura gestita dai volontari (secondo il CEO) messa a disposizione del Comune o più Comuni oppure una struttura abusiva (stallo) messa a norma e autorizzata.

I maltrattamenti e violazione circa la detenzione di cani e gatti, seguire il modo indicato nel CEO, contribuendo unitariamente a migliorare il sistema dei controlli oggi carenti, assenti o superficiali, mediante azioni legali e richieste intervento delle più varie Autorità locali, regionali e ministeriali.

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Daremo un mese per attuare il progetto ossia per il tempo necessario per:

  • notiziare del progetto le Prefetture, le Regioni, le Procure della Repubblica, le Questure (Polizia Postale) e i Comandi locali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza;
  • aprire i conti correnti postali con il Movimento,
  • dichiarare il proprio stallo e laddove possibile metterlo a norma o farlo demolire,
  • fornire la documentazione idonea (verbale sopralluogo, verbale segnalazione ritrovamento animale vagante, ecc..) ai volontari, nel rispetto del CEO,
    definizione coordinamento ufficio consulenza per gestire le segnalazioni dei post, appelli, chat, lotterie, raccolte aiuti in generale, stalli, rifugi, ecc.

Antonio Colonna

Stop Animal Crimes Italia

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