Chiediamo al Dott. Florio Cocchi di approfondire il tema della glicemia in riferimento ad un’alimentazione vegana. Come comporre i nostri piatti?
L‘alimentazione vegana è in rapida crescita e molte persone scelgono questa dieta per vari motivi, tra cui etici, ambientali e di salute. Ma cosa significa per la nostra glicemia? Chiediamo al Dott. Florio Cocchi, dopo la recente intervista sul numero di settembre di Terra Nuova, di approfondire il tema alimentazione vegana e glicemia, per capire come comporre i nostri piatti e a cosa fare attenzione per non rischiare un troppo rapido rilascio glicemico.
Alimentazione vegana e glicemia: un’introduzione
Non sempre l’alimentazione vegana garantisce un controllo perfetto della glicemia. Infatti, mentre la dieta vegana può offrire numerosi benefici, è fondamentale prestare attenzione alla composizione dei piatti per evitare un eccessivo rilascio glicemico.
Una delle prime distinzioni che il Dott. Florio Cocchi ha voluto fare riguarda gli zuccheri e le fibre. Ha sottolineato come sia essenziale ridurre l’apporto di zuccheri semplici, favorendo invece l’introduzione di fibre. “Le fibre sono l’alimento fondamentale, devono essere una componente essenziale nella nostra alimentazione quotidiana. Soprattutto anche perché, a parte che pulire l’intestino, rendere l’intestino più efficace nell’assorbimento di molti elementi, ci aiutano ad abbassare il famoso indice glicemico.”
Come comporre i piatti: suggerimenti pratici
La composizione del piatto è cruciale nella gestione della glicemia. Il Dott. Florio Cocchi suggerisce la proporzione di un terzo di carboidrati, un terzo di proteine e un terzo di fibre/frutta come guida generale. Ma ci sono ulteriori consigli da considerare.
Legumi: pur essendo una fonte di carboidrati, i legumi sono anche ricchi di fibre, il che li rende benefici per la glicemia.
Carboidrati integrali: preferire cereali integrali ai loro omologhi raffinati può aiutare a controllare l’indice glicemico.
L’insalata prima dei pasti è fondamentale. Nel senso che ripulisce un po’ l’apparato gastrico intestinale. Si preferisce la verdura cotta con il secondo per un problema di digeribilità. Dico questa cosa: mangiare la fonte proteica con dell’insalata, come secondo piatto, la fonte proteica prima che venga digerita ci mette un pochino più tempo e quindi l’insalata (la verdura cruda) può andare in putrefazione, quindi può avere questo disturbo di gonfiore, anche mal di stomaco, mal di pancia. Mangiata prima dei pasti, la verdura cruda risolve questo problema. La verdura cotta non ha problemi della fermentazione, quindi può essere mangiata tranquillamente con qualsiasi fonte proteica o di carboidrati.
Starei un po’ più attento invece alla frutta come spuntino perché la frutta potrebbe essere una bella fonte di zucchero e quindi potrebbe scatenare l’intervento dell’insulina. La frutta io la preferisco mettere nell’insalata, così almeno si abbassa ulteriormente l’indice glicemico.
Dolci e bevande: anche se sembrano salutari, molte barrette energetiche e bevande vegetali possono essere ricche di zuccheri. Leggere sempre l’etichetta!


Ascoltare il corpo: riconoscere i segnali
Una componente fondamentale nella gestione della glicemia è la capacità di ascoltare il proprio corpo e interpretare i segnali che invia.
Campanelli d’allarme: la glicemia basale, quando si avvicina o supera i 115-120, dovrebbe essere motivo di preoccupazione. Anche condizioni come l’obesità, le micosi e una storia familiare di diabete possono servire come campanelli d’allarme.
Se dopo aver mangiato sentiamo nuovamente fame alle 3 del pomeriggio, potrebbe essere un segno che non abbiamo bilanciato correttamente il nostro pasto. Ascoltare il corpo è la chiave per comprendere le proprie necessità alimentari e gestire la glicemia in modo efficace.
In sintesi, l’alimentazione vegana può offrire numerosi benefici, ma è essenziale comporre correttamente i piatti e ascoltare il proprio corpo per gestire al meglio la glicemia. Grazie al Dott. Cocchi per aver condiviso questi preziosi consigli.
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