Veggie life for Veggie people
 

Allergie e intolleranze: il bimbo può mangiare tutto?

Qual è la differenza tra allergie alimentari e intolleranze e come gestirle? Risponde la Dott.ssa Maria Alessandra Tosatti

L‘allergia è una reazione avversa al cibo causata da una anomala reazione del sistema immunitario, mediata da anticorpi della classe IgE, e viene scatenata dal contatto con molecole proteiche contenute negli alimenti che comunemente vengono assunti senza problemi dalla maggior parte delle persone.

Pur non essendo ereditaria, riguarda individui geneticamente predisposti; un bambino quindi non nasce allergico ma eredita dai genitori la predisposizione genetica a sviluppare un’allergia (non necessariamente la stessa).

Se mamma e papà non sono allergici il rischio che un figlio lo sia è del 10 – 15%, sale al 30% se solo un genitore è allergico e arriva al 50-80% se lo sono entrambi.

Oltre ai fattori ereditari è ormai noto che anche quelli ambientali, tra cui la modalità del parto e il tipo di allattamento, l’eccessiva igiene e l’alimentazione nei primi anni di vita, possono influenzare la comparsa delle allergie che possono manifestarsi già in età pediatrica (secondo i dati più recenti interessa il 5% dei bambini di età inferiore a 3 anni ma spesso regredisce nei primi anni di vita), o insorgere successivamente, interessando circa il 4% della popolazione adulta.

La reazione allergica si scatena in occasione della seconda o successiva esposizione all’alimento allergizzante con manifestazioni più o meno gravi che possono comparire a breve distanza (da pochi minuti a poche ore) o essere ritardate.

In entrambi i casi avviene il rilascio di istamina che determina la tipica sintomatologia: gonfiore delle labbra, della bocca, degli occhi, eruzioni cutanee, disturbi gastrointestinali o respiratori. I casi estremi di shock anafilattico, a volte fatali, sono fortunatamente rari.

La percezione di “allergia alimentare” nella popolazione generale risulta essere molto superiore alla frequenza reale. Questo è dovuto al fatto che gli stessi sintomi possono insorgere dopo il consumo di cibi contenenti istamina che scatenano razioni pseudo-allergiche (es: albume, kiwi, fragole, coccolato, frutta secca, pomodori, ecc).

In questi casi gli alimenti non dovrebbero essere eliminati dalla dieta a scopo preventivo e, per i bambini, è necessaria prima un’attenta valutazione del pediatra.

Diagnosi

Il percorso diagnostico delle allergie alimentari richiede la guida di una figura specialistica (Allergologo o Pediatra) che, sulla base dell’anamnesi, del possibile allergene e della tipologia del paziente definirà l’iter diagnostico più corretto.

L’individuazione dell’allergene alimentare responsabile avverrà attraverso l’uso di test diagnostici validati. Tra i test diagnostici distinguiamo quelli di primo livello (test cutanei come lo skin prick test, prick by prick, patch test) e i test di secondo livello (test di provocazione orale, diete di eliminazione ai fini diagnostici) e il prist e rast tra i test in vitro (su siero).

Non sono test validati: dosaggio IgG4, test citotossico, alcat test, test elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.

Questi test vengono spesso proposti da figure professionali non sanitarie, non abilitate e non autorizzate. Solo il medico può fare diagnosi di allergia o intolleranza!

Solo successivamente, sulla base dei risultati degli specifici test, sarà corretto escludere dalla dieta uno o più alimenti incriminati con la reazione avversa.

Allergie e svezzamento

Gli alimenti responsabili della stragrande maggioranza delle reazioni allergiche nei bambini sono:

  • latte e derivati
  • uovo
  • frutta a guscio
  • pesce
  • arachidi
  • crostacei

Le attuali evidenze suggeriscono che la loro assunzione può avvenire in qualunque momento dopo l’inizio dell’introduzione dei cibi complementari, indipendentemente dalla modalità di allattamento e dal rischio atopico. Non vi sono infatti prove che un’introduzione ritardata dei cibi allergizzanti riduca il rischio di allergia, sia nella popolazione generale che nei bimbi con familiarità allergica.

Negli ultimi anni le indicazioni dei tempi per l’introduzione dei cibi solidi sono cambiate sulla base dei nuovi studi che hanno evidenziato come la ritardata introduzione degli alimenti solidi e dei cibi potenzialmente allergizzanti, dopo i 6 mesi, possa aumentare, anziché diminuire, il rischio di allergia.

Pertanto le attuali evidenze consigliano di introdurre già dalle prime settimane di svezzamento anche gli alimenti potenzialmente allergizzanti. In questa fase si sviluppa la tolleranza immunologica alimentare che permette all’organismo di riconoscere come “amici” quegli alimenti, riducendo il rischio di reazioni avverse nei tempi successivi.

I cibi solidi non devono però essere inseriti prima del quarto mese, diversamente il rischio di allergia aumenta perché non si è ancora raggiunta la maturità immunitaria e gastro-intestinale adeguata per l’incontro con i nuovi alimenti.

alimenti responsabili delle reazioni allergiche
allergie nei bambini

Intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari sono invece reazioni avverse agli alimenti che possono manifestarsi con sintomi simili a quelli delle allergie ma originano da meccanismi diversi che non coinvolgono il sistema immunitario e sono dose dipendenti, variando in relazione alla quantità ingerita di alimento non tollerato.

Si distinguono:

1 reazioni non immunomediate (non coinvolgono il sistema immunitario)

  • deficit enzimatici (es: intolleranza al lattosio, favismo)
  • sostanze con attività farmacologica (scatenate da tiramina e istamina contenute in alcuni alimenti)
  • da meccanismi non definiti (reazione anormale agli additivi alimentari benzoati, solfiti, nitrati).

2 reazioni immunomediate non IgE mediate (coinvolgono una risposta immunitaria ma diversa da quella associata alle allergie) es:

  • Intolleranza al glutine o celiachia

A cura della Dott.ssa Maria Alessandra Tosatti, Biologo nutrizionista, Specialista in biochimica clinica, Master in Alimentazione e Dietetica Vegetariana.

Riferimenti

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25928205/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18162844/
  • https://www.siaip.it/upload/1985_Documento_Alimentazione_e_stili_di_vita_.pdf
  • https://www.riaponline.it/wp-content/uploads/2017/09/Calvani-lunga-SOLO-ONLINE%E2%80%93DEF.pdf
  • https://www.siaip.it/upload/riap/1484_Quando%20inserire%20gli%20alimenti.dal%20passato%20a%20oggi.pdf
  • http://www.siaaic.org/wp-content/uploads/2018/08/Decalogo-intolleranze-alimentari-corretto-senza-ministero.pdf

Consigliamo anche:

Alimentazione in gravidanza: da qui inizia la salute del bambino!

Edito da

Maria Alessandra Tosatti, biologa nutrizionista con Master Alimentazione e Dietetica Vegetariana, si occupa prevalentemente di educazione alimentare e corretta pianificazione delle diete a base vegetale per tutte le fasi della vita e le diverse esigenze individuali. All’attività di libero professionista affianca quella di divulgazione della dieta a base vegetale, come relatrice ad incontri e workshop per il pubblico generale e corsi di formazione accreditati per medici, dietisti, nutrizionisti, organizzati da privati ed associazioni scientifiche. Periodicamente propone corsi in presenza e online sullo svezzamento tradizionale e autosvezzamento. Dall’esperienza professionale sono nati due libri di cui è coautrice: “Vegan senza glutine” (ottobre 2016) e “Svezzamento veg” (luglio 2017) pubblicati dalle Edizioni il Punto d’Incontro.

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO