Testimonianza della Dott.ssa Carla Tomasini, pediatra vegan e nutrizionista
Come succede che un medico possa decidere di adottare una dieta completamente vegetale? Carla Tomasini, pediatra vegan, già a 8 anni decise che non avrebbe più mangiato carne. Abbiamo raccolto la sua testimonianza per la serie “Storie di dottori vegani”.
Quali sono stati i tuoi primi passi alla scoperta del mondo vegano?
Ero già vegetariana da anni, da quando ne avevo circa 13-14. Avrei voluto diventare vegetariana fin da bambina perché sono nata in una realtà contadina, ho allevato animali e intorno a casa mia sono fioriti allevamenti intensivi ovunque. Ho visto una rottura tra quella che era la realtà contadina “di una volta” dove gli animali erano parte integrante della vita delle persone e il grande allevamento intensivo che invece distrugge il paesaggio, inquina le acque, inquina l’atmosfera…
Purtroppo da bambina la mia richiesta non é stata accolta dai miei genitori e ho dovuto attendere qualche anno per diventare vegetariana come desideravo. Per molti anni lo sono stata e solo molto più tardi ho scoperto che anche dietro l’industria dei prodotti caseari (latte e formaggi) c’era uno sfruttamento animale violento. Perfino dietro l’industria delle uova che nel mio immaginario erano quelle che raccoglievo dalle mie galline libere in cortile e invece nella realtà del grande allevamento sono tutt’altro che questo. Da quel momento ho deciso che preferivo non consumare alimenti che provenissero da quel tipo di sfruttamento.
Sei pediatra vegan e nutrizionista. All’università sei stata formata in nutrizione?
Durante il corso di medicina non ho ricevuto una formazione specifica in nutrizione, tranne il tostissimo esame di biochimica della durata di un anno di corso che ha gettato le basi teoriche della nutrizione. Ma certamente non per trasmettere le conoscenze ai pazienti per una nutrizione equilibrata nella pratica.
A che momento hai capito che un’alimentazione plant based era sostenibile anche per i bambini?
Quando ero un giovane medico ero convinta come tutti i miei colleghi che i bambini non potessero crescere a prescindere dalla carne. Dopo essermi formata in nutrizione e aver controllato la letteratura scientifica e il parere delle società internazionali, ho scoperto che non era così. Si trattava solo di un retaggio culturale.
In realtà attualmente la letteratura scientifica afferma che i bambini possono crescere anche senza mangiare carne, possono essere perfino vegani purché la loro alimentazione sia equilibrata (contenga buone fonti proteiche vegetali) e con una integrazione di vitamina B12.
Quali studi hai fatto per specializzarti in nutrizione?
Dopo la laurea in medicina e la scuola di specialità in Pediatria ho scelto di perfezionare la mia formazione con un master internazionale di secondo livello in Nutrizione e Dietetica.
Ora sei pediatra vegan e mamma di 2 bambini, come vivi i rapporti con gli amici e i parenti?
La mia famiglia si può definire una “famiglia veg” anche se abbiamo scelte alimentari leggermente diverse. La mia scelta é stata di tipo etico e la porto avanti per me stessa al 100%. Il mio compagno ha scelto di farlo per salute, quindi si concede assaggi sporadici di alcune preparazioni della tradizione culinaria italiana a cui non vuole rinunciare. Lo possiamo definire flexitarian.
I miei bambini sono cresciuti con un’alimentazione plant-based e per ora desiderano mantenerla, non sono mai stati interessati a cambiare. Fanno eccezioni vegetariane fuori casa, ma preferiscono al momento non consumare carne e pesce. Li ho sempre lasciati liberi e non ho mai cercato di imporre le mie abitudini. Semplicemente la mia cucina é risultata vincente rispetto ad altro e in generale ho creato una base di abitudini alimentari sane che per loro sono la norma. Per adesso é così, vedremo con gli anni quali saranno lo loro scelte. Per me il modo giusto per crescerli é nella libertà delle loro scelte.
Sono molti i bambini vegani che segui? Cosa riesci a trasmettere alle loro famiglie?
Ci sono moltissimi bambini vegani in Italia. Se poi contiamo i vegetariani o i flexitarian veramente un numero alto. Sono famiglie molto attente alla alimentazione, alla salute e al pianeta. Purtroppo mi capita spesso di sentire che non lo comunicano al proprio pediatra per paura di venire attaccati. Lo considero un grave errore: in primis il pediatra ha il diritto di sapere che alimentazione segue un bambino. Non é corretto nascondere questa informazione e poi il rapporto medico-paziente é basato sulla fiducia reciproca.


Dall’altra parte però é vero che c’é ancora un tabù rispetto all’alimentazione plant-based. Se c’é qualche collega che ancora non si fosse aggiornato in merito invito a farlo, ci sono tutti i canali per farlo anche in poco tempo. La vita del pediatra é già abbastanza piena che non si può essere esperti in ogni campo. Ma é doveroso sapere che i bambini vegani non sono quelli descritti da alcune testate giornalistiche, ma bambini normali.
Cosa consiglieresti agli studenti di medicina ma anche ai medici che volessero formarsi in nutrizione e in particolare in quella a base vegetale?
Ogni studente di medicina potrebbe richiedere o anche pretendere un approfondimento in Nutrizione che sia neutrale e non di parte, in modo da non demonizzare a prescindere ciò che non si conosce. Esiste un bellissimo master di primo livello in Nutrizione plant-based, presso l’Università Politecnica Delle Marche, lo consiglio vivamente.