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C’è qualche accortezza che si può avere a tavola per migliorare la sintomatologia e il decorso dell’endometriosi?

Quando il tessuto che riveste l’utero (endometrio) si trova in aree diverse da esso, sotto lo stimolo estrogenico comune alle donne in età fertile, questo può sanguinare abbondantemente, accompagnato più o meno di frequente da dolori anche invalidanti. L’infiammazione che accompagna l’endometriosi può condurre inoltre ad esiti cicatriziali che possono ostacolare il desiderio di portare a termine una gravidanza.

Alle donne affette da endometriosi viene comunicato che si tratta di una condizione cronica e irreversibile (se non chirurgicamente), che migliorerà con il tempo o con cure ormonali.

C’è qualche accortezza che si può avere a tavola per migliorare la sintomatologia e il decorso della patologia? Eccome! Basti pensare che il tessuto endometriale prolifera sotto stimolo estrogenico, bisognerà ridurre al minimo quindi gli estrogeni assunti con la dieta.

Dove si trovano? Solo nei cibi o bisogna stare attenti anche ad altro? Scopriamolo insieme alla Dott.ssa Silvia Goggi, medico nutrizionista.

Che cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una condizione nella quale del tessuto endometriale, ovvero il tessuto più interno dell’utero, si ritrova in aree extra-uterine, per esempio le ovaie, le tube o addirittura anche l’intestino.

Quindi ad ogni ciclo mestruale questo endometrio ectopico viene stimolato a crescere e quindi la sintomatologia è quella di forti dolori nel momento del ciclo mestruale, sanguinamento e infiammazione. Questo perché avviene un sanguinamento in una cavità che dovrebbe essere chiusa, come, per esempio, quella peritoneale. Questo può causare, alla lunga, anche problemi di fertilità.

L’endometriosi può essere del tutto asintomatica oppure molto debilitante e la diagnosi può essere ecografica, quindi mediante diagnostica per immagini, oppure in alcuni casi anche chirurgica.

L’endometriosi: quale dieta?

Da un punto di vista terapeutico, a parte le terapie ormonali che ovviamente si possono fare, che cosa si può fare con la dieta?

Dobbiamo cercare, per quanto possibile, di ridurre il carico estrogenico della dieta. Questo perché sono gli estrogeni a far sì che l’endometrio proliferi.

Quindi dove troviamo gli estrogeni nell’alimentazione?

Sicuramente li troviamo nei latticini. Purtroppo anche nei latticini biologici perché è vero che non sono stati dati ormoni alle mucche, ma questo latte, anche se biologico, è stato preso da mucche in gravidanza. Quindi gli ormoni della mucca in gravidanza passano nel latte e sono ormoni che hanno effetto anche nella specie umana.

Per quanto riguarda la carne, dobbiamo dire innanzitutto che il consumo di carne rossa è associato a una maggiore incidenza e gravità dell’endometriosi. Poi ricordiamo che gli estrogeni sono dati agli animali per richiamare acqua nelle loro carni, quindi farle pesare di più.

É proprio per la presenza di estrogeni nella carne, che quando la si cuoce, la carne si ritira molto proprio perché l’acqua evapora.

Per quanto riguarda la soia, dobbiamo ricordare che è vero che contiene dei fitoestrogeni però sono estrogeni che non hanno effetto potente come quello dei nostri estrogeni. Quindi il consumo di soia può essere benefico nel modulare i sintomi della patologia.

Altri accorgimenti

Bisogna anche stare attenti agli interferenti endocrini, come, per esempio, il bisfenolo A che può essere contenuto nella plastica, anche quella per utilizzo alimentare. Altri interferenti endocrini possono, per esempio, essere alcuni pesticidi oppure il PCB del pesce.

In ogni caso è stato dimostrato che una dieta “Plant Based”, quindi una dieta a base vegetale, abbia dei livelli di estrogeni circolanti inferiori, anche perché i livelli nel sangue di una proteina che maschera gli ormoni sessuali è maggiore.

Quindi una dieta a base vegetale potrebbe essere vantaggiosa per la gestione di questa condizione che è l’endometriosi.

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