Dopo la formazione da medico specializzato in neurologia e geriatria, Luciana Baroni scoprì che era possibile vivere bene senza nutrirsi di prodotti di origine animale
Che cosa successe anni fa nella vita della Dott.ssa Luciana Baroni, medico e presidente di SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana), che la portò a decidere di abbandonare la dieta onnivora per abbracciare quella vegana? Sono momenti a volte molto forti, a volte molto intimi, ma che Luciana e altri medici e specialisti della salute hanno deciso di condividere, in quanto credono che ciò possa facilitare altri ad operare la stessa scelta.
Come sei venuta a conoscenza delle diete a base vegetale? Com’è avvenuto il cambio verso lo stile di vita vegan?
Circa 25 anni fa ho iniziato a informarmi su come fosse possibile non mangiare più animali, in quanto avevo cominciato ad avvertire che il mio amore per gli animali era in contrasto con il mio comportamento di cibarmene. Avevo infatti letto il libro di Peter Singer, Liberazione Animale, che mi ha aperto gli occhi sulle atrocità che si celano dietro la produzione di cibi animali, e avevo finalmente fatto la connessione.
Sono quindi diventata prima latto-ovo-vegetariana ma dopo poco, continuando a informarmi, ho scoperto che anche dietro l’industria dei latte e delle uova si celano indescrivibili sofferenze degli animali. Quindi sono diventata vegana praticamente da un giorno all’altro.
A questo punto, come medico, ho iniziato a informarmi su come rendere nutrizionalmente adeguata la mia alimentazione, che aveva lo stigma di provocare carenze. E così ho scoperto non solo come sia facile renderla nutrizionalmente completa, ma anche come questo procuri ulteriori benefit sulla salute.
In facoltà di medicina hai ricevuto un’adeguata formazione in nutrizione?
Assolutamente no. Nessun cenno nelle varie patologie e cliniche mediche di come l’alimentazione sia in grado di influenzare, negativamente ma anche positivamente, lo stato di salute. Ma forse 40 anni fa non era ancora noto. L’esame di nutrizione era un esame complementare, cioè facoltativo, e si limitava alla conoscenza dei vari gruppi alimentari, con grande enfasi su quelli animali e poco spazio per quelli vegetali.
Come può un medico fare prevenzione delle malattie attraverso consigli nutrizionali?
Sono stati condotti molti trial clinici, con diete di intervento per lo più vegane, molte a basso contenuto di grassi (low-fat). Tutti gli studi sono concordi nell’evidenziare un effetto positivo di queste diete sulle malattie cardiometaboliche (cardiopatie, diabete, ipertensione, obesità, dislipidemia), al punto da poter essere classificabili nell’ambito di un intervento terapeutico non farmacologico, da utilizzare assieme ad altre correzioni dello stile di vita come trattamento di prima scelta, prima di ricorrere ai farmaci.
Qual è stato il motivo per cui la Dott.ssa Luciana Baroni ha deciso di fondare la SSNV e quali sono i risultati raggiunti dopo vent’anni di attività?
Il motivo è stato quello di mettere a disposizione del pubblico informazioni scientifiche aggiornate e affidabili sulla nutrizione a base vegetale, nonché di radunare altri colleghi con lo stesso interesse in un gruppo di ricercatori, competenti in nutrizione a base vegetale, sotto l’egida di SSNV. Soprattutto grazie a loro, la nostra organizzazione sta sempre più affermandosi nel panorama scientifico non solo italiano ma anche internazionale. E ha promosso la pubblicazione su riviste scientifiche internazionali di articoli sulla nutrizione a base vegetale.
Dove può un medico informarsi correttamente sulle diete vegetariane?
Ormai sono molte le risorse disponibili, ma attenzione perché non sono tutte affidabili. Il riferimento scientifico per l’Italia è SSNV e il PiattoVeg (VegPlate). Da qui, avendo acquisito i concetti base, è possibile poi spaziare con capacità critica su altre realtà, principalmente internazionali, che sono disponibili sia sul web che sotto forma di libri e, per chi è maggiormente formato, anche sulla biblioteca internazionale di medicina (Pubmed).


Cosa significa per te amare gli animali?
Non è facile dirlo con le parole, perché è soprattutto un’emozione, una delle più belle emozioni che si possano provare. Un’emozione che ti porta ad agire in modo da non farli soffrire e da far si che anche loro possano vivere per godersi la vita, e non per essere elementi di un processo produttivo.
Consigli per la lettura
“Il piatto Veg. La nuova dieta vegetariana degli italiani”
Liberazione animale. Il manifesto di un movimento diffuso in tutto il mondo