Come ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno e prevenire le recidive in chi ha già ricevuto una diagnosi? Risponde la Dott.ssa Silvia Goggi
Il tumore al seno è il tipo di tumore più frequentemente diagnosticato nella popolazione femminile. È quindi un interesse cardine del mondo della medicina informare le donne su come ridurre il rischio di sviluppare questa patologia e prevenire le recidive in chi ha già ricevuto una diagnosi.
Il più grande fattore di rischio per lo sviluppo di tumore al seno è l’esposizione agli estrogeni, a cui si associano alcuni fattori di tipo alimentare.
I grassi animali, prevalentemente saturi, elevati livelli di glicemia e una condizione di insulinoresistenza sono tutti fattori di rischio modificabili, ed è dovere dei professionisti della salute indirizzare le donne in tale senso.
Esistono inoltre studi che hanno testato l’effetto di vari tipi di dieta sulla capacità dell’organismo di combattere il tumore? Scopriamolo insieme alla Dott.ssa Silvia Goggi.
Il tumore al seno è il tipo di tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne. Si stima che sia circa una diagnosi di tumore su quattro. Dal 2002 l’incidenza di questo tipo di tumore è andata diminuendo.
Vediamo quindi insieme quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo di questo tipo di tumore e come possiamo intervenire nella prevenzione primaria e anche poi nella prevenzione della recidive.
Il tumore al seno: quali sono i fattori di rischio?
Tra i fattori di rischio più importanti c’è la durata dell’esposizione agli estrogeni e quindi un menarca precoce, ovvero un esordio delle mestruazioni precoce, come purtroppo oggi sta avvenendo sempre più spesso nelle bambine, e una menopausa tardiva, quindi un più ampio periodo della vita di esposizione agli estrogeni, è un fattore di rischio. Così la nulliparità, ovvero il non aver avuto figli, e la terapia ormonale sostitutiva della menopausa.
Altri fattori di rischio sono certamente la familiarità, l’obesità (questo però vale per le donne in post menopausa), livelli elevati di glicemia e una carenza di vitamina D.
Che cosa si può fare attivamente per fare la propria parte per prevenire l’esordio di un tumore al seno?
- Sicuramente le donne devono mantenersi attive. È stato visto che le donne che fanno una regolare attività fisica, anche solo una passeggiata quotidiana, riducono il loro rischio di sviluppare questo tipo di tumore.
- É importante mantenersi normopeso, quindi fare attenzione a non aumentare troppo di peso e mantenersi con un Indice di massa corporea (IMC) tra i 18,5 e i 25.
- Astenersi dall’alcol. Anche una moderata assunzione di alcol è un fattore di rischio per lo sviluppo di cancro al seno.
- Da un punto di vista prettamente dietetico sicuramente l’alimento assolutamente da evitare è la carne rossa in primis e le carni conservate che sono state associate anche ad un altro tipo di tumore, il tumore al colon.
- Per quanto riguarda la qualità della dieta, i grassi saturi di origine animale e non quelli di origine vegetale sono stati associati ad un maggiore rischio di sviluppo di recidiva di cancro al seno. Quindi latte, latticini, formaggi, carni di ogni tipo è assolutamente sconsigliabile che vengano assunti da una donna a cui interessa una prevenzione, sia essa primaria o secondaria, del tumore al seno.
- Dobbiamo poi considerare che possibilmente i livelli d’insulina e di GF1, che è un fattore di crescita, dovrebbero essere tenuti il più basso possibile. Quindi attenzione ai grassi, come abbiamo detto prima, ma anche attenzione all’indice glicemico della dieta. Quindi nella dieta preferire legumi, verdure e cereali integrali.
Se il tumore è già stato diagnosticato?
Se il tumore è già stato diagnosticato, un cambiamento di dieta si è visto che può avere un’influenza nell’aiutare il sistema immunitario a combattere il tumore. Pensate che sono stati presi 2 gruppi di donne con tumore al seno. Un gruppo di queste è stato sottoposto a una classica dieta di tipo occidentale con presenza di carne e latticini, mentre l’altro gruppo è stato messo a dieta completamente Plant Based.
Dopo sole 2 settimane hanno fatto un prelievo a queste donne per vedere i loro globuli bianchi come combattevano il tumore. Hanno preso dei pezzi del tessuto tumorale messo su un vetrino e hanno aggiunto delle gocce di sangue dei 2 gruppi di donne per vedere quale tipo di dieta avrebbe avuto una maggior distruzione delle cellule tumorali.
Dopo sole 2 settimane, il gruppo di donne che aveva seguito un tipo di dieta completamente vegana, aveva una capacità significativamente più alta di distruggere le cellule tumorali.
Quindi se è già stata fatta una diagnosi di questo tipo, certamente passare ad una dieta completamente a base vegetale è la cosa più saggia.
Questo anche perché si riduce l’esposizione agli estrogeni per vie traverse, come può essere quella dei latticini provenienti da mucche che sono permanentemente in gravidanza, oppure degli ormoni aggiunti alla carne o dati agli animali, proprio per aver la massima sicurezza possibile.
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