Veggie life for Veggie people

Cambiare stile di vita: come aiutare i pazienti a modificare le abitudini

La Dott.ssa Gemma Newman condivide BLEND IT, un modello da lei ideato che mira ad aiutare gli operatori sanitari ad avere un approccio con i pazienti per cambiare il loro stile di vita

La Dott.ssa Gemma Newman ha un approccio olistico e promuovendo la nutrizione a base vegetale si propone di cambiare stile di vita dei pazienti come forma di medicina. È regolarmente coinvolta nella formazione medica per gli operatori sanitari sulla medicina dello stile di vita ed è membro fondatore e ambasciatrice di Plant Based Health Professionals UK.

L’abbiamo incontrata durante il Congresso Internazionale VegMed 2019 a Londra dove ha tenuto una conferenza sul tema “Can Plant Based Interventions Really Be Achieved in a 10 minute NHS appointment?” (È possibile proporre un’alimentazione a base vegetale in un breve incontro con il medico di famiglia?)

Come aiutare i pazienti a cambiare stile di vita?

Il mio obiettivo principale è stato quello di aiutare gli operatori sanitari ad affrontare con i loro pazienti il tema della nutrizione a base vegetale integrale. Ho condiviso con loro il mio acronimo preferito che uso per aiutarmi, che è BLEND IT. L’acronimo sta per CREDERE, GUARDARE e ASCOLTARE, EVOCARE, NON COMANDARE, DESIDERARE e “IT” sta per INFORMAZIONE e TEMPO.

Il motivo per cui insegno questo ai professionisti della salute è perché è davvero importante in ogni consultazione cercare di ottenere il meglio da questo appuntamento di dieci minuti. Molto spesso, se non ci sono dietologi e nutrizionisti nella squadra, è impossibile cambiare stile di vita delle persone in così poco tempo. Quindi ho condiviso con loro alcune semplici tecniche che aiutano loro a fare proprio questo.

Quindi vediamole insieme.

BLEND inizia con “B” che sta per BELIEVE (credere).

Quindi due cose in cui il professionista sanitario deve credere. La prima è che il loro paziente è in grado di cambiare. E la seconda è che l’intervento che viene suggerito funziona davvero.

Perché è importante che credano che il paziente sia capace di cambiare? Perché è fondamentale per la relazione terapeutica. Anche nei primi 10 secondi di una consultazione, si infonde alla consultazione un effetto significativo, che è molto simile all’effetto placebo, ma probabilmente anche più potente.

La cosa successiva alla quale bisogna credere è che l’intervento che viene suggerito sia effettivamente efficace. Ogni giorno costringiamo le persone a fare esami del sangue, analisi varie e esaminiamo la loro vita privata. Dobbiamo credere che l’intervento valga veramente la pena farlo e che loro ne trarranno beneficio, in modo che loro siano disposti a farlo.

Quindi ho parlato un po’ di alcune prove scientifiche sulla nutrizione a base vegetale, una panoramica.

Ho condiviso alcune prove dell’ampio studio, condotto da medici di base in Nuova Zelanda. Ciò che sono stati in grado di ottenere è stato un incredibile perdita di peso e marcatori biochimici migliorati in un periodo di 6 e 12 mesi utilizzando solo consigli dietetici senza alcuna restrizione calorica o anche pianificazione di esercizi. Hanno ottenuto i migliori risultati che abbiamo visto in qualsiasi studio di controllo randomizzato.

Poi sono passata agli argomenti generali della malattia, ad esempio, c’è un’enorme quantità di informazioni sull’argomento diabete.

Ho creato un modulo per il corso di nutrizione vegetale della Winchester University, che parla in dettaglio del diabete. Ma per il discorso di oggi, ho condiviso uno studio che ha dimostrato che un approccio basato su cibi vegetali integrali è stato più efficace dell’approccio dell’Associazione dietetica americana nel ridurre il tasso di diabete nella loro popolazione diabetica. Si tratta di un altro studio di controllo randomizzato.

Poi, naturalmente, ho toccato l’argomento delle malattie cardiache che sono i più grandi killer del mondo occidentale.

E ho spiegato i risultati incredibili che il Dott. Caldwell Esselstyn ha ottenuto nel suo studio pionieristico. Ha preso quasi 200 persone e gli ha fatto seguire l’intero programma di alimentazione a base vegetale per guarirle dalle malattie cardiache.

Quello che ha scoperto è stato semplicemente incredibile. C’è un tasso di aderenza dell’86%, il che significa che l’86% delle persone ha seguito la dieta perché si sentiva meglio, poteva camminare più facilmente, aveva meno angina.

Ma quello che mi interessa davvero è quello che è successo a coloro che sono ricaduti nei loro precedenti schemi alimentari occidentali normali. Incredibilmente, c’è stata una differenza di 100 volte nel tasso di eventi ricorrenti tra coloro che si nutrivano a base vegetale e quelli che tornavano alla loro dieta precedente.

C’è stato il 0,6% di eventi in coloro che seguivano l’alimentazione vegetale integrale, il che significa che fondamentalmente, coloro che hanno continuato con il suo programma, non hanno avuto alcuna malattia cardiaca, mentre gli altri avevano molte più probabilità di avere di nuovo un infarto o un ictus.

È davvero fantastico perché le linee guida stanno iniziando ad allinearsi con le prove scientifiche.

Per il diabete, l’American Association of Clinical Endocrinologists ora riconosce che la dieta a base vegetale è il metodo numero uno per la prevenzione del diabete. Lo stesso con l’American College of Cardiology. Riconosce che l’approccio basato sui vegetali è fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiache. Quindi ho voluto dare ai medici la sicurezza di poterlo proporre e che farlo sarebbe rientrato nelle loro linee guida.

Passando alla parte successiva del mio acronimo BLEND, c’è la “L” che sta per LOOK (guardare) e LISTEN (ascoltare).

Abbastanza spesso ho constatato nella mia pratica che, sebbene abbia studiato delle tecniche di comunicazione, a meno che non me le ricordi, è molto facile scivolare in cattivi schemi. La prima cosa è semplicemente alzare lo sguardo dal computer quando arriva il tuo paziente e stabilire un po’ di contatto visivo.

Cercare di notare anche il colore degli occhi. Senza dirglielo, altrimenti penserà che sei un po’ strano, ma è molto importante dare loro quell’attenzione all’inizio perché poi si sentiranno ascoltati.

E comunque basta osservare. Cosa stanno indossando? Odorano di alcol? Odorano di fumo, sono spettinati? Sono vestiti sportivi? Sono indizi importanti, non solo per la diagnosi ma anche per creare un rapporto.

La ragione per cui è così importante è perché l’ascolto riflessivo fa sentire al paziente che hai passato più tempo con loro di quanto tu non abbia passato effettivamente. E questo è fondamentale perché quando abbiamo un tempo limitato nei nostri appuntamenti, vogliamo assicurarci che ogni secondo conti. È anche molto utile perché significa che puoi capire le loro motivazioni, molto più rapidamente e dove puoi creare un cambiamento per loro.

Poi viene la “E”, EVOKE (evocare).

Devi aiutare i tuoi pazienti a immaginare un futuro migliore per loro stessi. Il modo per farlo sarebbe quello di porre loro semplici domande come: “Quando ti senti meglio, che tipo di cose non vedi l’ora di fare?” “Quando hai avuto questo dolore in passato, quali strategie ti hanno aiutato a superarlo?” O forse qualcosa del tipo: “Hai menzionato il matrimonio di tua figlia in arrivo. Che cosa ti aspetti di più a riguardo? Come ti sentirai quando l’accompagnerai all’altare?”

Questi tipi di domande evocano un futuro migliore e lo portano nella loro realtà attuale. Non solo coinvolge la loro immaginazione su ciò che è possibile. Ma aiuta loro anche a ricordare i momenti passati in cui hanno avuto successo e a rifare quelle cose.

La prossima è “N” NO BOSSING (non comandare).

Questa è la parte più difficile per me e penso per la maggior parte dei medici, perché quando vuoi fare professione di aiuto, vuoi aiutare a sistemare le cose e pensi: so cosa è meglio per te, ascoltami! Ma per favore non fate questo!

Il miglior consiglio che mi sia mai stato dato durante la mia formazione è stato quello di togliere il mio ego dalla consultazione e lasciare che le cose vengano. Questo non significa che non ti importi del tuo paziente, ma gli dai semplicemente l’autonomia di decidere da solo e fare il cambiamento, non perché glielo hai detto tu.

Si può continuare a fare qualcosa per forse qualche settimana se qualcuno ti dice di farlo, si può continuare per qualche mese se hai una ragione logica. Ma se hai un’identità che corrisponde alle tue intenzioni, puoi mantenerla per tutta la vita.

Quindi, come dirgli di cambiare stile di vita senza dire loro cosa fare? È una tecnica molto semplice. Fondamentalmente, quello che fai è riflettere la resistenza. Fai loro delle domande.

medico di base, medico di famiglia
dieta vegana

Per esempio, a un alcolizzato potresti chiedere: “Parlami delle tue abitudini nel bere”. Potrebbe dire: “Oh, non bevo così tanto. Forse cinque o sei pinte mentre torno a casa dal lavoro”. E nella tua testa urli: è davvero troppo! Ma invece di dirlo, dici: “Cosa ne pensi del fatto di bere così tanto?”

Lui potrebbe dire: “Beh, veramente non ci avevo pensato, ma, forse penso che dovrei diminuire.” E poi fai la domanda critica: “Cosa hai notato?” E questo gli apre gli occhi. Questo gli dà la possibilità di pensare. E poi potrebbero dire: “Oh, non sono così sveglio al mattino come una volta. Beh, ho avuto dei dolori di stomaco.”

Si può vedere che ponendo queste semplicissime domande – “Parlami di questo. Cosa hai notato?” – questo tipo di domande consente loro di trovare le risposte per te.

C’è una cosa interessante nella psicologia umana ed è che a nessuno piace sentirsi dire cosa fare.

Siamo molto restii a sentirci dire cosa fare. Ma tendiamo a credere ciò che diciamo noi. Ad esempio, se domini il tuo paziente e dici: “Sai, le diete a base vegetale integrali sono le migliori per curare il diabete. Dovresti eliminare carne, latticini e uova.” Lui ti dirà: “Beh, sai questo potrebbe essere vero, ma ho bisogno di carne per le proteine ​​e la mia famiglia non mangerà mai quel cibo per conigli.

Oppure gli dici: “Davvero dovresti fare un po’ più di esercizio fisico. È provato che migliora la salute e l’umore.” Lui dirà: “Beh, sì, so tutto questo, ma non posso fare a meno di pensare alla mia artrite, sai, anche solo un po’ di esercizio probabilmente peggiorerà il dolore.”

Quando dici loro cosa fare, essenzialmente li stai portando a parlare della metà del loro dilemma interno. Perché sanno già che uno dei loro comportamenti di salute non è ottimale. Loro sanno. Se cominci a parlare di questo dilemma, allora loro prendono l’altra metà e la tirano fuori. Loro credono in quella metà. In realtà stai rendendo meno probabile che cambino comportamento. Quindi di nuovo, cosa fare invece? Lavorare sulla loro resistenza, fare domande.

L’ultima parte del mio acronimo “BLEND” è la “D”: DESIRE (desiderare).

Fondamentalmente è abbastanza ovvio che il paziente abbia bisogno di “voler cambiare”, ma aiuta molto se anche il medico vuole aiutare il paziente. A volte può essere difficile se non sempre ti piacciono i tuoi pazienti, ma come ho detto oggi nella sala ai medici, “cercate di trovare qualcosa che ci piace di quel paziente. Trovate qualcosa che si ha in comune. E se possibile, se è genuino, trovate qualcosa per complimentarsi con loro.

Ancora una volta, questo aiuta a costruire la relazione terapeutica e vi aiuta nella motivazione ad aiutarli. Come aiutarli a voler cambiare stile di vita? Si adopera la stessa tecnica, ce li fai arrivare da soli. Quindi, quando parlano del loro desiderio di cambiamento, bisogna raccogliere quelle parole e rifletterle su di loro. In pratica li si aiuta a consolidare la propria motivazione.

Infine, nel mio acronimo BLEND IT ci sono la “I” e la “T” per IT che sta per INFORMATION (informazione) e TIMING (tempo).

Quindi chiedete: “Vuoi che ti dia delle risorse?” E le adattate a loro. E infine siate molto precisi con le tempistiche, scoprite cosa possono ottenere entro la fine della giornata, entro la fine della settimana, entro la fine del mese. Quindi, di nuovo, li si aiuta a visualizzare il loro sé futuro e a portarlo nel proprio presente.

“The Plant Power Doctor: A simple prescription for a healthier you”, Gemma Newman

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