Errati stili alimentari possono far insorgere il diabete di tipo 2, ora la scienza afferma che con una dieta vegana a basso contenuto di grassi si può contrastare e anche guarire da questa malattia
Ammalarsi di diabete mellito di tipo 2 un tempo era considerato un evento inevitabile che sopraggiungeva con l’età, magari aggravato da una familiarità.
Oggi sappiamo che non è così, e che la glicemia, che aumenta inesorabilmente, è il risultato di comportamenti alimentari perpetrati per anni.
Si può invertire il corso della malattia? Assolutamente sì! Il segreto è eliminare la causa prima del diabete, che non sono i carboidrati.
Sorpresi? Vi spiegherà tutto la Dott.ssa Silvia Goggi.
Il diabete mellito di tipo 2 è un killer silenzioso.
Conta oltre il 90% dei casi totali di diabete in Italia. È un killer silenzioso perché l’iperglicemia non dà inizialmente sintomi e soprattutto il paziente per tanti anni, non avendo dei sintomi evidenti, e sopratutto avendo la glicemia sotto controllo dai farmaci, non si sente in una condizione di patologia. Quindi non presta, purtroppo spesso, particolare attenzione allo stile di vita che ha invece un’importanza determinante nel decidere il decorso di questa patologia.
Stiamo ovviamente parlando del diabete di tipo 2, ovvero del diabete che ha un’origine dall’insulinoresistenza e non il diabete mellito di tipo 1, che è una malattia autoimmune, per il quale l’insulina è salvavita.
Quindi d’ora in poi quando parleremo di diabete, ci riferiamo al diabete mellito di tipo 2.
Quando un paziente riceve la diagnosi di diabete di tipo 2 e quindi, per esempio, ha una glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl, oppure una glicemia dopo un test con 75 grammi di glucosio a 2 ore superiore a 200, oppure ancora una glicemia in un momento a caso della giornata superiore a 200, gli viene comunicato che il diabete è una patologia cronica che non guarirà mai.
Questo non è proprio così vero. O meglio, il primo approccio che si tenta sempre nei pazienti è la dieta, però si da la dieta sbagliata e quindi una dieta che non sia veramente curativa nei confronti del diabete. E quindi poi, nella stragrande maggioranza dei casi, si comincia a prendere dei farmaci.
I farmaci chiaramente non possono essere sospesi di colpo ma i pazienti andrebbero informati che in letteratura scientifica esiste un tipo di dieta che è in grado di far regredire il diabete perché va ad aggredire la causa del diabete di tipo 2 che è l’insulinoresistenza.
Questo nelle pubblicazioni scientifiche è già stato dimostrato più volte.
I pazienti quindi, insieme alla diagnosi di diabete, si meritano il diritto di scegliere sapendo che esiste un tipo di alimentazione che permetterà loro di mangiare a sazietà e permetterà alla malattia di regredire.
Oppure possono scegliere di pesare gli alimenti, di fare una tipica dieta come quelle che si prescrivono oggi negli ospedali ai soggetti diabetici che presentano formaggi, carni, salumi e altri alimenti di origine animale e poi, probabilmente prima o poi, passare ai farmaci.
Una dieta vegana a basso contenuto di grassi permette alle cellule muscolari ripiene di grasso e alle cellule adipose ripiene di grasso di perdere questo grasso che viene bruciato. Quindi la cellula, essendo vuota, migliora la sua insulinoresistenza, e gli zuccheri entreranno senza problemi là dove devono entrare.
Che cosa significa una dieta vegana a basso contenuto di grassi?
Significa che cereali integrali e loro derivati, come le farine, i lievitati, la pasta, i legumi, la verdura e la frutta possono essere consumati senza limitazione. Questo perché comunque contengono fibre. Le fibre limitano, per forza di cose, l’assunzione di cibo.
In questa dieta i grassi da condimento sono completamente esclusi e l’unica quantità di grassi che è consentita è quella derivante da, per esempio, semi di lino o al massimo noci o semi di chia per raggiungere la quota giornaliera di omega 3.
Studi condotti con questo tipo di dieta, hanno vito i partecipanti appartenenti al gruppo d’intervento nel quale era stata fatta una dieta di questo tipo, migliorare i loro livelli di emoglobina glicata, che è l’indicatore della gravità o di come stia andando il diabete in questo soggetto, rispetto ai pazienti che avevano una dieta standard per diabetici.


Vediamo quindi che non è per niente difficoltoso seguire una dieta vegana a basso contenuto di grassi.
Facciamo l’esempio di una giornata tipo:
Per esempio, si potranno mangiare dei fiocchi d’avena con uvetta e del latte di soia al mattino.
- A metà mattina come snack un frutto.
- A pranzo, per esempio, una vellutata di zucca con del miglio e poi dei ceci al sugo e un’insalata di spinaci e arance.
- Nel pomeriggio si potrà mangiare una galletta di riso integrale con mezza banana.
- La sera potremmo mangiare, per esempio, della quinoa con dei piselli, delle zucchine e della menta e della barbabietola al vapore condita con l’aceto.
Questo ovviamente è solo un esempio per far capire come, anche senza olio e senza grassi aggiunti, si possa ottenere una giornata alimentare assolutamente gustosa.
Ovviamente passando a una dieta vegana a basso contenuto di grassi non vanno sospesi i farmaci di colpo ma già dopo qualche settimana e con il miglioramento della glicemia sarà il vostro medico, informato del vostro cambiamento, a ridurre il dosaggio dei farmaci.
E, nella maggior parte dei casi si potrà arrivare, se la dieta verrà mantenuta in modo costante, anche a sospennderli.
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