Evidenze scientifiche ed esperienza del Dott. Alan Desmond, gastroenterologo, esperto di malattie infiammatorie dell’intestino e del morbo di Crohn
Sconsigliare la dieta vegana a chi ha un’infiammazione intestinale è un torto! Una dieta 100% vegetale attenua il mal funzionamento del sistema immunitario e permette l’insorgere di una buona flora intestinale.
Una delle mie aree di particolare interesse è l’infiammazione intestinale. Questa è una condizione a lungo termine in cui le persone sviluppano sezioni del loro tratto intestinale realmente infiammate.
Quando guardo quelle sezioni dell’intestino attraverso l’endoscopia o la risonanza magnetica, vedo che sono rosse e doloranti, ulcerate e danneggiate. Queste condizioni erano praticamente sconosciute circa 50 anni fa, sono emerse nel mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale quando il sistema alimentare si è industrializzato.
E semplicemente sono aumentate sempre di più. E in questo momento pensiamo che circa una su 300 persone nei paesi con sistemi alimentari occidentalizzati o modernizzati abbiano la malattia di Crohn e circa una persona su 200/300 abbiano la colite ulcerosa, una malattia strettamente correlata.
La genetica sicuramente gioca un ruolo, come in molte di queste malattie croniche. È la tua genetica a caricare la pistola. Ma sembra che in queste condizioni sia la dieta a premere il grilletto.
E la dieta occidentale standard sembra essere progettata per causare infiammazione intestinale.
Quando vedo i miei pazienti in questa condizione, dico a loro: “Hai l’infiammazione intestinale, hai bisogno di una risonanza magnetica, hai bisogno di un’endoscopia o di prendere dei farmaci. C’è una probabilità del 50% nei prossimi 10 anni che avrai bisogno di un intervento chirurgico per rimuovere parte del tuo intestino.” A ogni singolo paziente.
E cosa dicono? “C’è qualcosa che dovrei mangiare? C’è qualcosa che non dovrei mangiare?” Quello che vogliono sapere è quali cibi dovrebbero mangiare o non mangiare per ridurre il rischio di ammalarsi davvero in futuro e di aver bisogno di un intervento chirurgico.
Quando vai a leggere la letteratura medica esistente su questo, per cercare di avere una risposta scientifica a questa domanda, questa punta molto fermamente in una direzione: cibo integrale a base vegetale.
Questi additivi come carbossimetilcellulosa, polisorbato 80, maltodestrina; queste sono sostanze chimiche che vengono prodotte in fabbrica e vengono aggiunte agli alimenti trasformati. L’industria alimentare fa questo sin dagli anni ’50. Rende gli alimenti stabili per metterli sugli scaffali. Li rende più gustosi, più dolci, più cremosi, come i cibi freschi, anche se sono totalmente lavorati.
Sappiamo che causano cambiamenti nel microbioma intestinale creando uno stato proinfiammatorio. E anche che riducono le difese dell’intestino contro i batteri che entrano nel tuo sistema e causano difficoltà e infiammazioni.
Se mangi molte verdure, rischi di mangiare troppe fibre e di infiammarti?
Se qualcuno ha una diagnosi di morbo di Crohn o colite ulcerosa, deve lavorare con il suo dietologo. Ogni Unità per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali ha un dietologo. E come chiunque altro, devi apportare quei cambiamenti gradualmente.
Esistono delle ricerche e la mia esperienza clinica le riflette, in cui, se chiediamo ai pazienti di aumentare lentamente l’apporto di fibra alimentare, senza arrivare ad alte quantità di fibre… Non c’è bisogno di assumere 70 o 80 grammi di fibre al giorno.
Se già riusciamo a portarli a 20 o 25 grammi, io sono davvero contento. E nella maggior parte dei casi, quei pazienti saranno felici di mangiare un po’ di cibo sano e di sentirsi un po’ più sani. E questo porta solo a cose buone.
In casi molto avanzati di malattia di Crohn in cui abbiamo persone che hanno perso segmenti del loro intestino o persone a cui sono state rimosse parti dell’intestino e hanno una sacca per colostomia, a quel punto stai entrando in un vero territorio specializzato. Quelle persone hanno bisogno di un supporto specialistico.
Qual è la strategia per non sbilanciare la dieta?
Nella dieta occidentale standard le persone assumono il 55% delle loro calorie da cibi ultra-elaborati. Assumono il 9% delle loro calorie da frutta e verdura fresca e non consumono quasi né legumi, né cereali integrali. Quindi, quando vedo un paziente con questa condizione, non do nella prima consultazione una copia di “Come non morire” di Michael Greger o del “The China Study”. Non glieli do lasciandoli da soli. Bisogna mettersi al livello del paziente.
Ad un certo punto della consultazione chiedo: quanti porzioni di frutta, di verdura, di cereali integrali mangi ogni giorno? Questo spesso è sufficiente per la prima consultazione. Perché purtroppo a causa del nostro attuale sistema alimentare, e purtroppo perché le nostre scuole non istruiscono più così tanto le persone sul cibo, la gente è più interessata ai cibi più economici.
Spesso faccio alle persone queste tre domande: quante porzioni di frutta? “Non mangio molta frutta, a volte mangio delle fragole”. Quante porzioni di verdura? “Oh, adoro le verdure! Le mangio nel fine settimana con la mia cena arrosto”. E quante porzioni di cereali integrali? C’è una pausa. “Cos’è un cereale integrale?”
Non sto incolpando le persone. Questa è proprio la cultura del cibo in cui esistiamo. Quindi vedo il livello dei miei pazienti e procedo a piccoli passi. E se quel paziente torna la volta successiva e dice: “Ho smesso di mangiare pancetta. Questo non fa bene all’intestino”. Io dico: “Fantastico. Cosa mangi? “Pollo”.
Se tornano la volta successiva e dicono: “Ho smesso di mangiare tutte le carni rosse”. “Fantastico!” E poi la volta dopo dicono: “Non mangio più carne. Mangio solo pesce”. Dico: “Fantastico!” E poi successivamente tornano e dicono: “Non mangio più pesce. Adesso preparo più fagioli e legumi”. Addirittura, come mi ha detto recentemente un paziente: “Sono praticamente vegetariano la maggior parte dei giorni”. “Fantastico!”


Ha abbastanza tempo per fare questo tipo di educazione?
Ricevo i pazienti. Nel sistema pubblico ho 15 minuti. Nel mio studio privato posso vederli per 30-45 minuti. Quindi posso fare con comodo. Ma anche con i pazienti in cui abbiamo solo piccoli appuntamenti, puoi piantare il seme del cambiamento.
E poi la prossima volta che li vedi, vedi a che punto sono. Bastano pochi minuti. E poi dai loro un’altra idea. Tu dici: “Beh, invece di mangiare il pollo, avevi detto che ti piace il pesce, perché non mangi più pesce e meno pollo?” E poi la prossima volta: “Oh, ti sono piaciuti i fagioli? Mangia meno pesce e più fagioli”. Ci vuole del tempo.
Ho avuto una paziente: una signora con una grave infiammazione intestinale. Ha avuto una remissione senza farmaci con una dieta vegana integrale. Mi ci sono voluti tre anni per arrivare a questo, perché ha fatto dei cambiamenti graduali e la sua salute è migliorata lungo la strada.
Ho avuto anche pazienti che hanno avuto un cambiamento immediato. Ho avuto pazienti a cui ho chiesto loro di apportare modifiche e hanno detto: “No, dammi solo delle pillole di steroidi perché non cambio nulla”. Bisogna piantare quel seme perché non puoi far cambiare qualcuno se non è pronto per quello.
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