Intestino irritabile? Dieta a basso contenuto di FODMAP per qualche settimana! Spiega la Dott.ssa Silvia Goggi
A chi soffre di intestino irritabile, gonfiore addominale e meteorismo, i professionisti sanitari spesso sconsigliano di seguire un’alimentazione vegana vista la sua ricchezza di fibre. I pazienti si trovano così a dover scegliere tra l’alimentazione che seguivano prima, ricca di cereali, legumi, frutta secca e semi oleosi, verdure e frutta e una fatta di prosciutto e parmigiano.
Questo bivio non esiste: chi soffre di intestino irritabile dovrà semplicemente scegliere i vegetali a ridotto contenuto di zuccheri fermentabili (FODMAP) per un limitato periodo di tempo, per poi tornare ad avere gradualmente un’alimentazione varia.
La flora batterica intestinale per essere in forma necessita di nutrirsi di fibre. Ridurle o eliminarle non farebbe che peggiorare la situazione. Ne parliamo con la Dott.ssa Silvia Goggi.
Spesso succede che quando un soggetto che segue un’alimentazione di tipo vegano, si rivolge al medico per sintomi gastrointestinali, questo dia la colpa alla dieta e sconsiglia al paziente di seguire questa dieta a elevato contenuto di fibre. Il paziente quindi si vede costretto, a torto, a tornare a un’alimentazione onnivora.
Cosa s’intende per intestino irritabile?
Con intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome) si intende una serie di sintomi gastrointestinali (dolore addominale, meteorismo o gonfiore, stipsi oppure diarrea) che non hanno alcuna causa organica, ovviamente dopo essere state indagate, e che perdurano per più di sei mesi. In quel caso si parla di intestino irritabile.
Esiste una dieta in grado di migliorare questa sintomatologia. Si chiama dieta a basso contenuto di FODMAP, è stata scoperta dall’università di Melbourne in Australia.
Cosa sono i FODMAP?
I FODMAP (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols) sono dei oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli. Quindi questa sigla sta ad indicare tutta questa famiglia di zuccheri semplici.
Questi sono degli zuccheri che, una volta arrivati nell’intestino, hanno un effetto osmotico, quindi chiamano acqua, possono causare diarrea. Oppure possono essere fermentati e quindi produrre gas e questo può causare dei dolori addominali piuttosto importanti oltre che il gonfiore.
Quindi qual è la prima cosa da fare quando si hanno sintomi di intestino irritabile?
La prima cosa da fare è seguire una dieta a basso contenuto di FODMAP. Questo però non vuol dire di certo eliminare tutti i vegetali. Perché anche all’interno del regno vegetale ci sono alimenti che ne sono più o meno ricchi. Quindi quello che va consigliato al paziente è, per un periodo di 4-6 settimane, a seconda del caso, di fare una dieta a basso contenuto di FODMAP.
Quale potrebbe essere una giornata tipo di una dieta a basso contenuto di FODMAP?
Colazione: Per colazione si potrebbero consumare dei fiocchi di mais con del latte di riso e della banana, perché è un frutto a basso contenuto di FODMAP. Poi i cereali senza glutine sono cereali che nella dieta a basso contenuto di FODMAs, sono permessi. Il problema non è tanto il glutine, quanto questi polisaccaridi che si trovano nei cereali con glutine.
Quindi per un primo periodo è bene evitare cereali con glutine ma non per colpa del glutine.
Pranzo: A pranzo potremmo mangiare del miglio con del pomodoro e delle zucchine e del tofu saltato in padella. Il miglio è un cereale senza glutine, il pomodoro e le zucchine sono delle verdure permesse nella dieta a basso contenuto di FODMAP.
Il tofu, dal momento che praticamente non contiene fibre e carboidrati di alcun tipo, è un alimento che si può consumare in questa fase.
Merenda: Per merenda si possono mangiare dei mirtilli.
Cena: A cena potremmo mangiare una vellutata di zucca con riso, dei pancake di farina di piselli con un’insalata di carote e e barbabietola.
Come si può vedere, si tratta di una giornata non piena di privazioni però è a basso contenuto di questi zuccheri fermentabili.
Quindi una volta che questa dieta viene seguita per qualche settimana, si possono poi provare a reintrodurre gli alimenti che davano fastidio intestinale, gradualmente, una per volta, valutando la risposta soggettiva. Nello stesso tempo si consiglia di assumere anche un ciclo di fermenti mirati, così che l’intestino sarà finalmente in grado di gestire tutti gli zuccheri semplici che gli arriveranno quando l’alimentazione tornerà ad essere più completa.


Punti chiave
La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione comune, che colpisce circa il 10% della popolazione italiana, in particolare le donne, e con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni. Non esiste una causa nota, ma i potenziali fattori scatenanti possono includere stress, infezioni e farmaci.
Le strategie dietetiche possono essere uno strumento di gestione efficace per migliorare i sintomi. 3 persone su 4 vedono miglioramenti nei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile entro poche settimane dall’adozione di una dieta a basso contenuto di FODMAP.
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